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Il vero problema del Crop

Sta nella testa delle persone…

Come si dice, una immagine vale più di mille parole, e mille calcoli, ho pensato che delle immagini di riferimento diretto fossero la miglior risposta.

Le immagini che trovate qui sotto sono il confronto dell’inquadratura di due pocket4k e pocket6k quindi il sensore 4/3 della pocket4k (non micro 4/3 come spesso si legge, perchè quello è l’attacco) contro il sensore Super35 della pocket6k.

Ponendo il cavalletto a 3 metri dalla finestra delle fotografie queste immagini dimostrano che la differenza di crop non è estrema, non è un reale problema come tanti vanno a dimostrare con tanti calcoli assurdi.

Come si può vedere in queste riprese di confronto con diverse focali fisse 24-28-35-50 in un interno non è così drammatico.

Inoltre visto che ci sono tante fisime nei posti stretti (e 3 metri non sono tanti) ho pensato che fosse utile creare un semplice schema tra le due camere in modo da vedere come il sistema del crop sia meno importante quando siamo da vicino, perchè la differenza di angolo è minore rispetto ad essere più distanti dal soggetto, ma se si è più distanti, è possibile spostarsi per compensare le inquadrature, quindi è un falso problema.

Crop la parola definitiva… il fullframe non è un vero fullframe, ha crop, addirittura 2.4

Più volte ho ironizzato sul fatto che non ho pensato mai al crop finchè alcuni articoli me lo hanno fatto notare, ora dopo questo dispetto che mi è stato fatto/ tempo perso a rifletterci e dopo tante fuffe inventate dai pubblicitari e dai pixel peeper di tutto il mondo, restituisco la moneta con una affermazione matematicamente corretta dicendo, no tutti i concetti di crop sono sbagliati, il full frame non è vero che non ha crop, anzi ha un crop 2.4, quindi non rompeteci le scatole e convivete con questo concetto ottico!!!!

Una prova della mia affermazione?

Il marketing dice che data focale deve avere un certo angolo visivo, altrimenti ha crop, il FullFrame non ha crop perchè se metto un 50mm ho un angolo di 46.8 gradi, mentre se lo metto davanti ad altri sensori ho meno gradi, questo è vero, tranne per un dettaglio…

Il termine full frame è stato inventato dal marketing, questo termine viene usato in riferimento al diffuso formato amatoriale 24×36 mm, ma se vogliamo creare un punto di riferimento senza crop si deve andare sul medio formato, ovvero il 60x90mm, dove il 50mm cattura ben 112.6 gradi dell’immagine…
Il vero formato di riferimento della fotografia professionale è da sempre il 6×9 (scarto il 6×6 sia perchè quadrato, sia perchè non è l’area massima di cattura di un fotogramma), quindi stabilendo che quello è il vero punto zero come crop (evito di andare sulla lastra del dagherrotipo o altri formati non diffusi del largo formato, ma resto nel medio formato), il formato 24×36 rispetto ad esso ha un crop 2.4, semplice matematica calcolando la focale sulla diagonale del sensore/piano focale.

Se volete divertirvi con i calcoli trovate sul sito foto.bonavoglia.eu il calcolatore degli angoli focali in funzione dei formati.

Quindi da oggi a chi vi dice che avete un sensore con crop perchè inferiore al 24×36, fate presente che anche quello ha crop, quasi 3… che se si vuole perdere tempo dietro il concetto di crop, si deve usare un vero punto di partenza, non quello che il marketing dell’industria fotografica digitale si è inventato per comodità, perchè la maggior parte dei produttori produce al max sensori 24×36 e quindi secondo loro quello delle essere il riferimento standard.

La realtà dei fatti qual’è?
Semplice: il concetto di crop, ovvero che state tagliando/perdendo qualcosa è stato inventato dal marketing per dare un maggior valore alle macchine fotografiche digitali Fullframe, per affermare che siano migliori; giustificare un prezzo maggiore con qualcosa di tangibile, ovvero l’angolo focale maggiore. La realtà dei fatti è che da sempre in fotografia e cinematografia a seconda dei sensori e delle lenti si ha un angolo visivo differente, per leggi ottiche, e come tali non ci si è mai fatto il problema.

Di recente è avvenuta l’introduzione degli Speedbooster della Metabone, strumenti ottici che focalizzano il fascio di luce di una lente di dimensioni maggiori a quelle del piano focale su cui si proietta, recuperando angolo focale e spesso anche luminosità.

Gli speedbooster della Metabone dimostrano che volendo i vari produttori di lenti fotografiche e cinematografiche potrebbero ridurre in modo considerevole il limite dei sensori più piccoli con una focalizzazione doppia della luce, guadagnando magari uno o più stop, ma il costo di tale operazione mantenendo la qualità originale è talmente alto che nessuna azienda vuole affrontare tale operazione per le proprie lenti, pur potendolo fare in modo più agevole e solido che un adattatore esterno ad esse come il Metabone.

 

Angolo focale vs lunghezza focale, quando il crop sembra un problema

Ultimamente trove troppe persone che vedono il crop nel modo sbagliato, complici le pubblicità delle varie case fotografiche e non, che parlano troppo di quello che non sanno, o che vogliono comunicare con troppa enfasi con i termini sbagliati al pubblico.

Se volete farvi una panciata di dati tecnici ho scritto un articolo dedicato al crop, questo è più un riassunto pratico e pragmatico del crop riguardo alle focali, angoli e lunghezze…

Quando guardiamo una lente, possiamo vedere essenzialmente due valori, la lunghezza focale e il diaframma, ovvero il primo valore indica la struttura e la forma della lente che indicano la deformazione prospettica con cui cattura il mondo circostante, mentre il secondo valore indica la dimensione massima di apertura delle lamelle che fanno entrare la luce in camera, questo controlla sia la massima luminosità che la riduzione della profondità di campo in modo inversamente proporzionale, cioè più è grande l’apertura minore è la profondità di campo.

Se poniamo una lente di fronte a un sensore di dimensione inferiore, in pratica la luce ricevuta non è quella totale raccolta dalla lente ma solo una parte (quella centrale), questo fenomeno è chiamato crop ovvero dall’inglese RITAGLIO, non deformatore, non distorsore, non campo di magia collettiva, solo RITAGLIO, perchè ritaglia solo la parte centrale dell’immagine proiettata.

Per questa ragione può si influenzare il secondo valore che influenza la quantità di luce catturata (prendendone solo una parte) ma non può in nessun modo alterare il primo valore, perchè non deforma la luce, lascia inalterata la curvatura delle lenti originali.

Quello che non si esprime mai è che la lunghezza focale corrisponde un angolo focale, ovvero l’ampiezza angolare che la lente cattura dal mondo.

Quando si parla di crop (RITAGLIO) di una lente 50mm quello che si ritaglia è l’angolo focale, ovvero invece di avere la focale di un 50mm avremo l’angolo focale di una lente maggiore, ma la distorsione prospettica è sempre quella del 50mm.

Quando sentite parlare di usare 35mm perchè con crop 1.6 si avrà un 50mm state lontani dal sito, dal video, dalla persona, perchè significa che ignorano i principi base di ottica e di fotografia.

Come si sceglie una focale?

dipende da ciò che volete ottenere, il 50mm offre la distorsione prospettica uguale a quella della visione umana, quindi offre una immagine naturale, se scende verso i grandangoli, essi danno maggior enfasi alla prospettiva, quindi in movimento gli oggetti, soprattutto quelli laterali sembreranno muoversi, fuggire più rapidamente, e se vi avvicinate agli oggetti andranno a distorcersi. Se salite verso i teleobiettivi le prospettive si schiacciano, gli aggetti sembrano più vicini tra di loro e quindi a seconda di quello che si vuol far sembrare possono aiutare a rendere anche più piacevoli ritratti e immagini.

Naturalmente nella scelta della focale c’è sia un discorso estetico che un discorso di gusto, io non amo i grandangolari spinti, che trovo troppo televisivi, ma c’è chi ne ha fatto il suo stile vincendo tre oscar (Emmanuel Lubensky), quindi ci sono diversi fattori in gioco. Di sicuro se si fa un ritratto con un grandangolare il risultato può essere grottesco, ma se voluto… va bene… in questa immagine si vede molto bene come la distorsione del grandangolare possa alterare la forma del viso, eppure la persona è la stessa.

La focale fa la differenzaNon significa che non si debbano usare, anzi, ci sono registi che amano quel tipo di visione come il grande Terry Gilliam, che spesso usa grandangolari per enfatizzare le prospettive, oppure Samuel Raimi che nacque con grandangolari molto spinti nelle sue prime produzioni per necessità sia di costi che di gestione degli spazi, e innamoratosi di quel tipo di estetica si è portato questa estetica lungo il suo cammino a Hollywood.
Altri come Hitchcock aveva preferenze sul trittico classico 35mm, 50mm, 85mm, e saltuariamente agli zoom, abituato anche alla produzione televisiva massiva, un regista avanti con i tempi senza sacrificare la qualità dei suoi progetti.

Qui potete trovare una serie di esempi di come il crop non sia realmente un problema.


Perchè mi piacciono le lenti prime, e ho comunque comprato un paio di zoom…

Partiamo da un presupposto fisico ottico pratico : le lenti fisse sono in media qualitativamente migliori delle equivalenti focali dentro uno zoom, per minor numero di lenti in movimento, somma di lenti, controllo delle stesse etc etc etc, e possono essere più luminose con un costo comunque contenuto.

Le lenti zoom in media sono più “lente”, meno luminose, ma spesso sono stabilizzate, cosa che nei fissi si trova molto più raramente, e hanno il vantaggio di poter offrire più focali con lo stesso obiettivo.

Se sono agli inizi cosa mi conviene scegliere?

io sono vecchia scuola, quindi per gli inizi meglio partire da lenti fisse, quindi con un costo contenuto si possono acquistare lenti fisse, anche vintage, di buona qualità, luminose, e che insegnano la grammatica dell’inquadratura e della focale, cosa che nello zoom tutti sembrano diventare ciechi di fronte ad essa.

Ma se voglio avere anche uno zoom?

Uno zoom richiede per avere qualità un discreto o un grande investimento, per tante ragioni. Uno zoom di buona qualità ottica costa, se poi magari si vuole anche uno zoom luminoso, il costo sale anche di dieci volte il prezzo dello zoom base, ma si ha quello che si paga.

Per zoom significa avere più focali (luminose) a disposizione con uno stabilizzatore che mi aiuti nei movimenti macchina o se devo fare riprese a mano.

Perchè non dovrei usare uno zoom all’inizio, anche se posso comprarlo?

perchè ci sono principi di ripresa che non si imparano quando si ha a disposizione uno zoom!
esempio pratico :
ho la tripletta di lenti 35-50-85mm con cui tanti maestri da hitchcock ad altri hanno girato interi film, devo fare una inquadratura e monto il 35mm, poi mi muovo con la camera indietro o avanti per trovare l’inquadratura corretta degli attori, sto attento a come posiziono la camera, a come compongo l’inquadratura perchè essendo fissa la focale, ciò che è dentro e ciò che è fuori campo contano.
La lente fissa mi obbliga a pensare, decidere, non muovere la leva dello zoom a caso per far stare tutto dentro l’inquadratura.
La lente fissa mi porta a decidere quale focale, e quindi che tipo di aspetto ed estetica applico all’inquadratura, perchè le differenti lunghezze focali alterano la prospettiva e di conseguenza l’immagine finale.

Lo zoom cosa mi fa fare?

mi piazzo in un punto e gioco con lo zoom, allargo e stringo, e faccio stare tutto quello che mi serve più meno dentro l’inquadratura, non penso al fatto che cambiando la focale sto cambiando l’estetica dell’inquadratura, che la velocità percepita di movimento degli oggetti a lato schermo cambia, allargo o restringo e via… lo zoom impigrisce e cementa la camera in una posizione perchè sembra non esserci bisogno di spostarsi.focallength

Allora lo zoom va evitato?

no, lo zoom è comodo quando si sa bene come scegliere una focale, quando si devono portare meno lenti con noi, quando si ha bisogno di una lente stabilizzata e il fisso che abbiamo non lo è.
Naturalmente un buon zoom costa, se il classico zoom da kit 18-55 3,5-5,6 costa un centinaio di euro, uno zoom più luminoso e serio come il 17-55 2.8 costante ne costa 1200 euro… ma li vale tutti, in nitidezza, qualità, luminosità, robustezza.

Sono molto pragmatico, chi inizia a fare riprese non dovrebbe usare gli zoom, per imparare a scegliere, a inquadrare, a costruire il framing, a pensare sempre prima di premere il bottone, è un’ottima scuola di pensiero e di lavoro. Senza contare che se pensa al cinema, lo zoom tranne per particolari effetti speciali non lo si usa quasi mai.

Quindi perchè comprare uno zoom, soprattutto se costoso?

  • perchè se devo fare una ripresa con un minimo di movimento con un 200mm ho bisogno di uno stabilizzatore serio, altrimenti anche il semplice respirare con la mano appoggiata alla manopola del follow focus si sente
  • perchè se devo trovare la compressione giusta della prospettiva tra l’85 e il 135 per comporre una certa immagine lo zoom mi aiuta.
  • perchè se devo lavorare in un ambiente umido, polveroso o comunque con elementi che potrebbero penetrare dentro la camera al cambio obiettivo, lo zoom mi evita questo
  • perchè se ho bisogno al volo di più focali per lavorare (documentario, news, etc) lo zoom luminoso mi permette di lavorare velocemente senza cambiare lenti
  • perchè se devo comprare tutte le focali che mi servono di luminosità 2.8 pe coprire il 70-200 2.8 spenderò di più senza trovare la stabilizzazione su tutte le lenti.
  • perchè anche lo zoom ha i suoi vantaggi.

Quindi cosa si dovrebbe scegliere?

nessuna delle due, o meglio sarebbe meglio poter possedere entrambi… spazio, budget permettendo.

Personalmente negli anni mi sono fatto il mio set di lenti prime, lenti Nikon vintage serie Nippon Kogaku, che mi piacciono per la loro particolare resa della luce, un singolo coating che in controluce non filtra completamente la luce, ma la ammorbisce e basta, che rende le immagini meno asettiche e con un carattere diverso da quelle moderne, nell’uso più cinematografico sono portato a usare queste lenti che mi coprono dal 24mm all’85mm che sono le focali classiche (24-35-50-85mm).
Ad esse unisco per praticità e pragmatismo una coppia di zoom 2.8 costanti, per coprire col 17-55 tutte le focali dal grandangolo mediamente spinto (17mm) al normale (55mm), mentre completo il tutto con il 70-200 IS II 2.8 costante tutte le altre focali fino al grandangolo spinto. In modo che dove ho necessità di stabilizzazione con la camera in movimento so di avere lenti ottime e stabilizzate in modo più che efficace. Naturalmente questo è un set che ha il suo valore, ma come per un fotografo, le macchine si cambiano, le lenti normalmente restano…


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