Carlo Macchiavello

Tutto è possibile

Nikon 85mm 1.8 serie H, una signora (lente) che 50 anni dopo la sua nascita offre ancora molta eleganza

85mm 1.8 Nikon serie HIn mondo digitale, dove tutto deve essere spinto all’estremo, dove ogni cosa deve essere perfetta, ogni immagine perfettamente nitida, contrastata, e accentuata, trovo molto più eleganza nelle lenti vintage di un certo tipo, che offrono si un’ottima nitidezza, ma un gusto e un’eleganza d’immagine che trovo in poche lenti moderne.

Cercavo da tempo questa lente storica, perchè si annovera come uno dei migliori 85mm mai realizzati dalla Nikon, e reso famoso dal film BlowUp di Antonioni, dove David Hemmings usava la f1 e questa lente per immortalare Vanessa Redgrave. L’aura di magia che circonda questa lente è stata amplificata dal fatto che molti fotografi famosi ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia, rendendo difficile trovarla nel mercato dell’usato a cifre abbordabili in buone condizioni.

Nikon ha prodotto questo gioiellino tra il 1964 e 1972, una lente 85mm 1.8 pensata per il ritratto, ma che esprime una luce e una piacevolezza d’immagine anche in molte altre situazioni. La lente nasce come manuale completa, corpo in solido metallo come si faceva una volta, pronte a resistere alle cannonate, e con una piacevole ghiera di messa a fuoco, fluida e adatta anche all’uso video e non solo fotografico.

Montato un adattatore da Nikon a Eos EF, è stato subito amore a prima vista, la morbidezza e allo stesso tempo il dettaglio che offre questa signorina è straordinario.

Fotografare una bella ragazza sarebbe stato troppo facile come test, nasce per questo scopo, e avrebbe regalato luce ad essa, ho preferito stressarla in altre condizioni, ovvero sulla lunga distanza, anche se un pp del mio gatto per testarne il dettaglio e la pulizia, l’ho fatto per vedere come si comporta nel piano ravvicinato.

Qualche frame estratto da uno shooting fatto con una Blackmagic 4k in raw, quindi ho scattato 24 fotogrammi al secondo in raw 16 bit salvati in log 12bit dng, sviluppati poi in Lightroom come fossero fotografie.

Ognuno di questi fotogrammi è stato catturato a 400 asa, la sensibilità nativa della camera, con diaframma tra 1.8 e 5.6 a seconda della quantità di luce disponibile, nella maggior parte dei casi ho lavorato in TA 1.8, e nonostante questo le immagini offrono una buona nitidezza. Naturalmente quelli che si vedono qui sono dei semplici jpeg dove si va a perdere un poco della nitidezza originale.


BMC Black magic camera 2.5k

Classic BMC picture

Nel 2012 il mercato fu scosso da un annuncio, una macchina da presa che registrava in Raw con 13 stop di latitudine di posa a meno di 3000 dollari, con attacco Canon EF…

Oggi la camera è in uso da diverse persone nel mondo, insieme alla sorellina minore (BMC pocket) e la sorella maggiore in 4K.
Vediamo di capire a livello pratico cos’è questa macchina e come lavora, punti forti e punti deboli.

Ho lavorato come aiuto regista al film “Quaffer”, col Dop Doriano Paolozza abbiamo utilizzato la BMC per le riprese di tutto il film in formato raw 2.5k.

Grazie a 2.4 milioni di fotogrammi registrati e circa 20 tb di dati registrati su HardDisk ho sviluppato un poco di esperienza sulla macchina e posso dare qualche giudizio sul prodotto.

La macchina in generale, come rapporto qualità prezzo è ottima, ha dalla sua una qualità eccellente per un rapporto qualità prezzo inarrivabile da nessuna camera sul mercato. Ha delle pecche che potranno correggere con aggiornamenti firmware e/o variazioni nel tempo.

Punti forti

  • In situazioni di contrasto molto alto riesce e salvare abbastanza informazioni da recuperare molto dai file RAW
  • pur avendo una ventola (rumorosa) sotto la macchina, anche dopo ore al sole a lavorare non ha sbagliato una ripresa o dato problemi di cedimento o surriscaldamento
  • la compatibilità con il formato canon EF e il supporto di diaframmi, messa a fuoco etc agevola molto nella gestione delle ottiche
  • attualmente disponibile con attacco PL, EF, m4/3 passivo
  • il corpo robusto scavato in un blocco di alluminio con diversi fori e filettature permette l’uso di accessori montati direttamente sulla camera
  • la camera prevede un uscita HD-SDI e un ingresso audio per registrare dall’esterno
  • l’uso di una batteria supplementare esterna mantiene in carica la batteria esterna, per cui prima finirete quella esterna e poi la camera userà quella interna
  • è possibili customizzare i nomi delle cartelle delle clip in modo veloce dalla camera per evitare di avere file di cartelle con nomi, date, ore e poco più… inserire metadata in modo da recuperare rapidamente le informazioni sulla clip su cui si lavora.
  • la camera non prevede la cancellazione delle clip, che per alcuni è un punto debole, io lo ritengo un punto di forza, evita la frammentazione del supporto, che comporterebbe un rischio di perdita frame durante la ripresa.
  • Registrazione raw dng 12 log da sensore a 16bit.

Punti deboli:

  • il monitor della camera è molto scuro, anche se al 100% di luminosità e con gamma colore simulata, per cui in esterni è inutilizzabile
  • la camera registra 2.5k nel formato raw DNG, mentre in DNxHD e prores registra solo in FullHD (di ottima qualità peraltro).
  • Il sensore molto piccolo (crop x 2.5) costringe all’uso di grandangolari spinti negli ambienti chiusi, il che può limitare i movimenti macchina. Anche se la versione con attacco passivo micro4/3 può usufruire dell’adattatore speedbooster della Metabone, che offre uno stop in più e un gran recupero dell’angolazione operativa.

Ad oggi la camera è in vendita per meno di 1000 euro, e chiunque voglia fare cinema in modo serio ha la possibilità con questa camera e alcune lenti o per s16 vintage, di ottima qualità e quindi con rapporto di crop più vantaggioso, o con lenti di varie produzioni realizzare prodotti di altissima qualità visiva.

Molti non comprendono perchè 2.5k cioè 2400 x 1350 pixel, la risposta è molto semplice, avete un formato 1.85 cinematografico con l’abbondanza esterna al classico 2k vi permette di stabilizzare le immagini, fare un po’ di reframing, senza perdere in qualità e nitidezza.
Blackmagic ha studiato bene sia il sensore che la scelta pratica dei formati.


BMC ブラックマジックルーム 2.5k

古典的なBMCの絵

2012年、市場は広告、キヤノンEF攻撃で3000ドル未満で敷設された13ストップ緯度でRawに記録されたカメラによって揺さぶられました。

今日、この部屋は、妹(BMCポケット)と4Kの姉と一緒に、世界中の何人かの人々によって使用されています。
このマシンが何であるか、どのように動作するか、長所と短所を実用的なレベルで理解してみましょう。

私は映画「Quaffer」のアシスタントディレクターとして働いていましたが、ドップ・ドリアーノ・パオロッツァはBMCを使用して映画全体を生の2.5k形式で撮影しました。

240万フレームの記録とハードディスクに記録された約20 tbのデータのおかげで、私はマシン上で少し経験を開発し、私は製品にいくつかの判断を与えることができます。

一般的に、お金の価値は素晴らしいので、機械は市場に出回っていない部屋から到達できないお金のための価値のための優れた品質から持っています。ファームウェアのアップデートや時間の経過に伴うバリエーションで修正される欠陥があります。

ハイライト

  • 非常に高いコントラストの状況では、それは成功し、RAWファイルから多くを回復するのに十分な情報を保存します
  • 車の下にファン(騒々しい)を持っているにもかかわらず、仕事に太陽の下で時間が経っても、回復を逃さなかったか、失敗や過熱の問題を与えられました
  • EFのカノンフォーマットとダイヤフラム、フォーカスなどのサポートとの互換性は、光学を管理することが非常に容易になります
  • PL、EF、M4/3パッシブ攻撃で現在利用可能
  • 異なる穴と糸を持つアルミニウムブロックで掘られた頑丈なボディは、カメラに直接取り付けられたアクセサリーの使用を可能にする
  • カメラにはHD-SDI出力と外部からの録音用オーディオ入力が含まれています
  • 追加の外部バッテリの使用は、外部バッテリの充電を維持するので、最初に外部バッテリを終了し、次にカメラは内部の1を使用します
  • 名前、日付、時刻、および少しを持つフォルダファイルを持つことを避けるために、カメラからクリップフォルダの名前を素早くカスタマイズすることが可能です. メタデータを入力して、作業中のクリップに関する情報をすばやく取得できるようにします。
  • カメラはクリップの削除を提供しませんが、いくつかの弱点であるため、私はそれを強みと考え、撮影中にフレーム損失のリスクを伴うサポートの断片化を回避します。
  • センサーから16ビットに12ログを記録する生のdng。

弱点:

  • カメラモニターは非常に暗いですが、100%の明るさとシミュレートされた色の範囲で、外側では使用できません
  • カメラは生のDNG形式で2.5kを記録し、DNxHDでは、フルHD(しかし優れた品質)でだけ記録します。
  • 非常に小さいセンサー(crop x 2.5)は機械の動きを制限することができる屋内に押される広い角度の使用を強制する。micro4/3パッシブアタックバージョンは、Metaboneのスピードブースターアダプタを利用できますが、これは余分な停止と運用角度の大きな回復を提供します。

現在までに部屋は1000ユーロ未満で販売されており、真剣な方法で映画を作りたい人は、この部屋といくつかのレンズやヴィンテージs16、優れた品質の機会を持っているので、より有利な作物比で、または様々な生産のレンズで最高のビジュアル品質の製品を作ります。

多くの人は、なぜ2.5k、すなわち2400 x 1350ピクセル、答えは非常に簡単です、あなたは古典的な2kの外の豊富さと映画の1.85形式を持って、あなたは画像を安定させ、少しリフレーミングを行うことができます。
Blackmagicは、センサーとフォーマットの実用的な選択の両方をうまく研究してきました。


Panasonic GH3 : video eccezionali, ma come fotocamera?

DMC-GH3So che è curioso intitolare un articolo in questo modo, visto che la GH3 nasce come fotocamera, ma è una domanda molto comune.

Da diversi anni, dopo che Nikon con la d90 ha lanciato il trend delle fotocamere per fare riprese, Canon ha rilanciato e dominato il mercato con le sue ammiraglie e non solo, coprendo con ottime macchine fotografiche una fetta di mercato video molto consistente. Canon nasce come marchio fotografico da decenni, e la sua esperienza e qualità è nota in tutto il mondo. Dal lato video Panasonic sta riprendendo molto rapidamente pista, e con la GH3 hanno ulteriormente ridotto la distanza, grazie a tanti accorgimenti intelligenti e una qualità indiscutibile.

La maggior parte delle persone rimane perplessa per la parte fotografica, ovvero la ragione per cui nasce la macchine, perchè rispetto a Nikon e Canon ha una serie di teorici handicap.
Dato che per passione e lavoro fotografo da oltre vent’anni, ho usato reflex digitali Nikon, Canon, Fujifilm e ora Panasonic, ho deciso di fare qualche confronto per capire cosa offre questa Fotocamera Lumix GH3.

Personalmente se voglio usare una fotocamera digitale, uso esclusivamente lo scatto in raw, perchè voglio prendere il meglio e ridurre al minimo i rischi di castratura della qualità utilizzando formati come il jpeg, l’unica camera che mi permetteva il lusso del jpeg era la Fuji s5Pro, una macchina col corpo della d200 nikon e con il sensore e tecnologia fuji, tutte le altre che ho provato comunque castrano le loro potenzialità nel jpeg, e considerato che i gb degli hard disk e delle card costano circa 1 euro a giga e di foto raw ce ne stanno circa 50. Per chi vuole fotografare in modo decente trovo che la spesa temporanea di 0.02 cent a foto sia più affrontabile, soprattutto se se ne sono spesi 1500 tra camera e un obiettivo decente.

Ad un semplice esame tecnico, la GH3 soffre di una serie di handicap :

  • sensore m4/3:  essendo più piccolo raccoglie un po’ meno luce delle aps-c nikon e canon
  • fattore di crop maggiore : in funzione della stessa lente (50mm ad esempio) su un aps-c il fattore di crop sarà di x 1,6 mentre su m4/3 il fattore è x2, quindi la lente fornirà la stessa immagine, ma con il formato m4/3 sarà tagliata ai bordi esterni un 25%, questo comporta lo svantaggio che i grandangolari sono meno spinti, ma su lenti vintage si usa solo la parte centrale e quindi quella migliore, soffrendo di meno di aberrazioni cromatiche, sfuocature laterali etc

qui potete vedere alcune fotografie scattate con la gh3, con diverse lenti, da lumix 14-42 powerX al 20mm 1.7, fino ad andare a dei vintage come il minolta rokkor 50mm 1.4, tokina 24mm 2.8 (montato dritto, o rovesciato per gli scatti macro), 35mm e 85 mm samyang 1.4.

Come potete vedere il dettaglio e la pulizia esce tutta, la maggior parte delle fotografie che si vedono in giro con poco dettaglio sono causate spesso da utilizzo errato dei parametri di riduzione rumore (che eventualmente è sempre meglio fare in post, con un maggior controllo generale) o da lenti di bassa qualità (spesso vedo persone che investono 1200 euro su un corpo macchina, ma voglio usare fondi di bottiglia graffiati come lenti, il che è paragonabile a comprare una ferrari e poi mettere le gomme della topolino e il carburatore di un cinquantino). Comunque come vedete dalla lista, molte foto sono fatte con lenti vintage o manuali e i risultati sono più che buoni.

MkIII vs GH3Tirando le somme, la macchina ha una buona risposta sia cromatica che di densità al contrasto di luce, infatti non a caso gli stessi recensori di Dpreview l’hanno testata e hanno verificato che ha una sensibilità molto vicina a quella della Canon 5D mark III, personalmente sono d’accordo su questo punto per il video, mentre dal lato fotografico sarei più cauto, dato che la registrazione di un raw a 14bit offre più spazio di azione agli scatti canon e quindi ad un recupero maggiore di informazioni, oltre ad una risoluzione maggiore, ma parliamo comunque di una camera che costa quasi 1/3 della Mark III.

Parlando di definizione e pulizia delle immagini, se si usano ottiche decenti, e quindi penso al 12-35 2,8 per la Lumix o al 24-70 2,8 della Canon si hanno delle rese ottime, un autofocus molto veloce ed efficiente, e una tropicalizzazione completa per la gh3 che non dispiace per chi fa più fotografia “action”.

Chi compra la Lumix GH3 lo fa principalmente per il video, dato che se il suo interesse primario è la fotografia e vuole un corpo mirrorless con il m4/3 si rivolge alle OMD di Olympus, ma come macchina fotografica si difende discretamente bene.


Full frame vs Aps-c vs m4/3

Spesso si leggono diversi articoli e thread di come le HDSLR fullframe siano migliori e superiori alle concorrenti con sensori più piccoli, ma nessuno esplora realmente quali sono le differenze e soprattutto gli svantaggi dei sensori FullFrame, perchè ce ne sono diversi e NON eliminabili.

L’unico vantaggio dei sensori Fullframe è che usando obiettivi fulframe non ci sono fattori di crop e quindi un obiettivo viene usato come angolo per quello che è, non viene ridotto, ma è l’unico vero vantaggio, al contrario ci sono una marea di difetti che la maggior parte dei sostenitori dei fullframe dimenticano, o semplicemente non hanno mai fatto due esperienze sistematiche…

Quali sono gli svantaggi di un sensore FullFrame?

  1. Il sensore FullFrame usa tutta la superficie della lente, il che significa niente crop, ciò è buono, ma di contro si possono montare solo lenti eccellenti perchè altrimenti si perde di definizione lateralmente, si possono trovare aloni, fringing etc sui bordi delle immagini… quindi si deve investire non meno di un migliaio di euro per avere lenti di ottima qualità, o un buon zoom tipo un 28-70 2.8 che ne costa 1600…
    Con un sensore più piccolo si userà solo la parte centrale della lente, quindi la parte migliore, di conseguenza usando lenti di qualità medio-alta, potrete sfruttare sempre il meglio della lente.
  2. I sensori Cmos soffrono tutti di Rolling shutter, ovvero effettuano la scansione dell’immagine una linea dopo l’altra, il che significa che i movimento rotatori e le panoramiche molto veloci distorcono le immagini. Il sensore Fullframe sui movimenti panoramici veloci genera un effetto jello molto fastidioso. Più è grande il sensore più forte e disturbante è l’effetto, mentre con un sensore della metà è quasi impercettibile.
  3. I sensori fullframe posseggono rispetto ai sensori più piccoli una maggior risoluzione in pixel (fondamentale per il lato fotografico), ma che diventa un handicap per il video.
    La scalatura delle immagini dei sensori grandi delle HDSLR comporta nella maggior parte dei casi una perdita qualitativa che non avviene con i sensori più piccoli, perchè usano tecniche diverse di scaling. Sony in questo caso utilizza per la scalatura della sua camera FF un algoritmo di pixel binning e offre una buona definizione senza artefatti moires e aliasing, ma è una mosca bianca…
  4. Le macchine a sensore grande tendono per qualche ragione a surriscaldarsi di più di quelle a sensore s35 e minori. Spesso perchè nascendo per lo scatto fotografico, la raffica, non sono pensati per una ripresa continua e costante. Per esperienza personale con la variazione delle temperature, ma soprattutto dell’umidità ambientale ho riscontrato diversi problemi di surriscaldamento, mentre in situazioni più “secche” ho potuto usare camere fullframe sotto il sole di mezzogiorno senza problemi di blocco da surriscaldamento. Questo significa che mi hanno offerto una minor affidabilità lavorativa…

Quindi perchè usare i sensori fullframe?
Per non avere il problema del crop che moltiplica la lunghezza dell’angolo focale dell’obiettivo, che complica la vita quando si usano i grandangolari in ambienti stretti.

Ne vale la pena?
Adesso con l’uscita di adattatori come gli speedbooster che riducono il gap del crop con moltiplicatori di x ,058 sul m4/3 e vi regalano anche un diaframma extra di luminosità, esistono sempre meno motivi per scegliere una camera dal sensore fullframe…

Naturalmente mi immagino che qualcuno obbietterà che con le fullframe sfuoca di più che con le aps-c o le m4/3, fatevi una bella risata, poi ditegli di studiare nuovamente fotografia, e poi ripensare sulla sua affermazione.
Il mito che la fullframe sfuoca di più nasce dal fatto che quando si confrontano i due sensori tutti usano lenti non equivalenti per avere lo stesso angolo focale, per cui sui sensori più piccoli si usano lenti più grandangolari, che notoriamente hanno una profondità di campo maggiore…

Nella realtà la maggioranza delle lenti nasce per la dimensione del fullframe, ma poi viene proiettata col crop su piani focali di dimensioni inferiori, col semplice risultato che la profondità di campo non cambia, perchè non cambia la concentrazione della luce, ma viene semplicemente scartata.
Avete un dubbio? prendete un fisso, meccanico, un 50mm 1.4 nikon di 40 anni fa, ponetelo tramite adattatore davanti ad una 5d/a7r/7D/gh4, con le stesse impostazioni di scatto come tempi e diaframma, poi sovrapponete il tutto e scoprirete che le immagini, nonostante il crop di ritaglio attorno all’immagine che cattura più o meno informazioni, la profondità di campo è esattamente la stessa, perchè è la lente, la sua costruzione, come la luce attraversa le diverse lenti e la loro proiezione che definiscono l’immagine, è impossibile che il sensore possa a seconda della sua dimensione alterare a posteriori la luce…

L’inganno è legato al fatto che una volta le lenti erano pensate per il piano focale, mentre lenti EF-s cioè frontalmente come le ef e poi con una concentrazione di luce per un formato inferiore, ma mantenendo il crop (quindi inutile fare per un formato più piccolo se comunque si butta via una parte dell’immagine) la dof resta uguale.

p1010076a dimostrazione basta guardare questa fotografia fatta con una fotocamera m4/3 gh3 (camera dichiarata no dof dai fanboy delle FullFrame, ma con una lente fullframe davanti, 50mm 1.4 e incredibilimente (per loro, per me è normale) ho la dof ridotta di una fullframe… come la mia sony A7r.


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