Carlo Macchiavello

Tutto è possibile

Ripetere con me : la magia non esiste, la magia non esiste, devo lavorare per ottenere un risultato

Il titolo ironico di questo post è rivolto alle migliaia di illusioni create dal marketing, di ogni tipo e forma quando si deve risolvere un problema, e si cerca l’automatismo, la soluzione che magicamente faccia il nostro lavoro manuale e sia di qualità eccelsa, oltre che immediato…

Con questo post potrei descrivere un milione di situazioni, ma oggi parliamo di una problematica comune a tutti coloro che lavorano con le immagini, statiche o in movimento, ovvero la conformità.

Spesso nella produzione di uno shooting fotografico la luce può cambiare, soprattutto in esterni con luce naturale, e si deve cercare di mantenere il più possibile allineati gli scatti tra di loro, anche se per scelta artistica si possono inserire scatti con colorimetrie differenti, mentre nel montaggio video la mancanza di coerenza delle immagini nei colori, nei contrasti, nella luminosità, o è una scelta estetica ben precisa collegata alla narrazione oppure diventa un elemento molto fastidioso e ogni stacco “non funziona” si sente che sono stati eseguiti in tempi diversi, con camere diverse, con luci diverse.

Il primo problema dell’allineamento delle diverse immagini è legato al fatto che normalmente non si hanno elementi di confronto diretto per allineare due inquadrature, fatte magari nello stesso momento, stessa camera, ma con lenti diverse e/o inclinazioni diverse (ricordo che basta una luce di taglio non protetta per cambiare nella maggior parte delle lenti il livello di contrasto). Il secondo problema nasce quando si hanno camere diverse, luci diverse, momenti diversi in cui sono catturate le diverse immagini e quindi la conformità richiede veramente fare una piccola magia.

Negli anni, con lo sviluppo della cattura digitale, elaborata o raw, sono state sviluppate diverse tabelle colore per la “neutralizzazione” delle immagini, in modo da avere un riferimento univoco attraverso le immagini, indipendentemente dal tipo di luce e catturate da sensori diversi.

Uno degli standard da diversi anni è la tabella Gretag, una tabella che contiene dei colori calibrati ben precisi che corrispondono ad una serie di tacche di dal bianco al nero per gestire correttamente l’esposizione di luce e ombra, una serie di tacche colore ben precise per definire la neutralità della luce, delle tacche relative agli incarnati per gestire la corretta resa dei diversi incarnati delle differenti etnie sotto la luce.

Su questo prodotto sono nati miti incredibili, da chi dice che automaticamente le camere si autosettino leggendo queste tabelle (una specie di super bilanciamento del bianco/nero e dei colori) a chi mitizza l’uso delle tabelle che fatta una volta la ripresa di quella poi con altrettanto mitiche funzioni e/o plugin esterne tutte si autoallineeranno come per magia, tipo l’inizio di BladeRunner con la navigazione 3d dentro la fotografia…

Catturando prima dello shooting questo tipo di riferimento è possibile semplificare alcuni processi operativi, ma questo tipo di strumento NON E’ una lampada magica che automaticamente farà allineare i colori e le luminosità delle diverse clip, serve prettamente a due operazioni molto importanti :

  1. neutralizzare completamente l’immagine per poter partire correttamente con la correzione colore
  2. avere un riferimento univoco nel momento in cui si devono regolare colori e illuminazione

Alcuni programmi, ad esempio Davinci Resolve, possiedono un sistema di analisi automatico delle diverse tabelle colore per poter leggere e aiutare la neutralizzazione dell’immagine tramite di essa, per cui se abbiamo una luce non neutra, alterazioni in qualche componente (ad esempio i led a bassa qualità cri che buttano verde dentro gli incarnati scuri) proverà a neutralizzare il tutto.

Naturalmente questo automatismo si basa sul concetto che la luce dovrebbe essere neutra e che la tabella sia correttamente esposta rispetto al resto della scena, quindi corregge di conseguenza.

Se prendiamo due riprese eseguite con due camere diverse, non allineerà la colorimetria delle due camere, non toccherà i contrasti in caso di esposizioni diverse, nè modificherà la struttura (contrasto di gamma delle immagini).

Questo semplice prodotto può far risparmiare settimane di lavoro in una produzione complessa e soprattutto migliorare notevolmente la qualità delle immagini e della correzione colore perchè offre dei riferimenti univoci.

Come si usa e cosa si deve fare per poter sfruttare al meglio questo tipo di strumento?

La Gretag prevede poche e semplici regole :

  1. Conservare la tabella (cartone, plastica o quello che comprate) al buio, lontana da calore e umidità.
  2. Utilizzarla in ogni singolo stacco che andrete a fare, la cosa più semplice è accoppiarla con il ciak, così si riducono gli oggetti in mano e siamo sicuri di non dimenticarla.
  3. Va posizionata davanti al viso dell’attore che si riprende o il soggetto che si inquadra, in modo che la stessa luce che colpisce la tabella sia la stessa del soggetto.
  4. Le luci e i riflettenti che andranno usati durante la scena dovranno già essere accesi da qualche tempo prima della ripresa della tabella, alcuni tipi di luci tendono a cambiare leggermente la colorimetria scaldandosi, nel dubbio si può mettere la tabella anche in coda alla scena.

 


Nel monitor l’esposizione mi sembrava giusta e ho aggiustato il colore li sopra.

E ci aggiungo quelli che senza usare uno strumento per misurare qualcosa (intensità, temperatura, tinta della luce, contrasto) cambiano temperatura, tinta, contrasto, luminosità del monitor per rendere più naturale e vicina l’immagine del monitor a quella che vedono, sottolineo l’immagine del monitor, non quello che riprende la camera… Questo procedimento genera due errori, perché la realtà ha un colore, la camera ne registra un altro, ma monitor ne vedremo uno simile a quello “reale”, peccato che ci serva a poco, anzi ci porti a credere che la camera registri quei colori, una deviazione della camera nel monitor di uscita e non nella camera….

Avete presente quelle frasi per cui : “… se avessi un euro per ogni volta che l’ho sentita, sarei milionario” ? ecco una che sento spesso è : ma il colore che vedevo nel monitor è giusto…

I monitor esterni, i monitor delle camere sono gli oggetti più sopravvalutati al mondo, e spesso bistrattati, perchè si pretende un qualcosa che solo prodotti che costano 5-6k euro possono offrire, quando calibrati correttamente per la camera con cui sono collegati, e posso offrire ovvero la fedeltà alle immagini, anche se non si sa bene a quali…

Partiamo dal principio fondamentale del cinema, il monitor / il mirino si guardano per l’inquadratura, il resto si giudica dagli strumenti, non è possibile giudicare colori/contrasto/temperatura colore/luminosità/esposizione da un oggetto così impreciso come… i nostri occhi…

Già tutti pensano ai monitor, ma in realtà il primo problema nasce nella visione umana, dove abbiamo sensibilità colore differenti tra occhio sinistro e destro, in cui maggiormente sensibile al rosso e l’altro al blu (da qui naquero i primi occhiali colorati per la stereoscopia), per cui già se guardiamo in una loope con un occhio o con l’altro giudicheremo in modo diverso colori e contrasto. Inoltre a seconda della luce circostante l’occhio aprirà e chiuderà il “diaframma della natura” e quindi anche la nostra capacità di giudicare il contrasto e la luminosità di una immagine cambia in modo drammatico. Se siamo in una stanza con una luce rossa, dopo poche decine di secondi il cervello eliminerà la dominante rossa, ma nelle immagini non viene eliminata, e quindi non possiamo fidarci di ciò che vediamo, inoltre col passare del tempo la capacità di adattamento dell’occhio cambia, non solo in velocità, ma anche in tipo di adattamento alla luce, per cui sono il peggior sistema per giudicare una immagine.

Inoltre le stesse immagini in un ambiente luminoso sembreranno molto scure, mentre in un ambiente scuro potrebbero essere fin troppo luminose… non a caso le camere hanno i mirini che impediscono alla luce di alterare le immagini, ma allo stesso tempo anche i monitor normalmente hanno dei paraluce più o meno ampi per ridurre la luce entrante e soprattutto per evitare di alterare le immagini.

Ora ammettiamo di essere nel fiore degli anni, al meglio della nostra capacità visiva, e prendiamo un monitor, che riprodurrà le immagini nel modo x… perchè ogni monitor ha come minimo i controlli di luminosità contrasto e saturazione e a seconda di come impostiamo i valori potremmo vedere immagini perfettamente esposte con vaste aree bruciate se alziamo contrasto e luminosità, con ombre chiuse per il contrasto eccessivo quando in realtà sono correttamente esposte, oppure banalmente siamo in pieno sole e un semplice monitor fatica a penetrare la nostra pupilla chiusa, perché siamo in un ambiente fortemente illuminato, per cui le immagini non sembrano correttamente esposte, mentre lo sono…

Dal monitor possiamo pretendere una buona fedeltà di ciò che vediamo a livello di inquadratura, eventualmente delle Lut per poter simulare qualche tipo di sviluppo al volo (ma sono contrario per i limiti della natura delle Lut e il loro concetto stesso di utilizzo nei monitor di lavoro), ma ritengo più importante poter disporre di falsi colori per poter esporre correttamente le immagini, strumenti di istogramma e zebra per gestire l’esposizione in modo oggettivo (ovvero valori di luminanza dei pixel indipendenti da ciò che vedo a monitor) in modo che leggendo questi stessi valori so che cosa sto catturando delle immagini.

Ricordiamo inoltre che quando noi vediamo questi strumenti sull’uscita video non è detto che sia esattamente ciò che registriamo, ad esempio se lavoriamo in formati compressi come prores o h264 quello che vediamo su istogramma e zebra sull’uscita corrispondono a ciò che stiamo registrando internamente, mentre se stiamo lavorando in raw, quindi catturiamo tutte le informazioni del sensore, spesso l’istogramma e la zebra del monitor sono più conservativi rispetto alla gamma dinamica realmente catturata dalla camera, e quindi per poter lavorare con certezza è meglio attivare istogramma e zebra anche sulla camera che imposterà tali valori in relazione a ciò che cattura il sensore, quindi al raw, e non al segnale compresso che verrebbe registrato con un prores e/o esternamente.

Inoltre esistono diverse (troppe) camere che buttano fuori segnali non allineati al segnale interno della camera, ma trattano, modificano e manipolano il segnale perchè l’uscita video viene usata solo come monitoriale (uscita + maschere di contrasto e posterizzazioni varie); camere che registrano in formati extracompressi o con campionamenti colore molto più bassi al loro interno dell’uscita (molte sony hanno una registrazione interna a 8bit 4:2:0 con uscita HDMI in 10 bit e alcune anche in 4:2:2) quindi usare un monitor per affidarci le nostre speranze per l’esposizione della camera è alquanto rischioso.

I falsi colori sono uno strumento molto utili per leggere la corretta esposizione, ho fatto un piccolo post su come leggere ed esporre utilizzando i falsi colori.

 

BlackMagic VideoAssist 4k, un recorder, un monitor o cosa?

Blackmagic Design è una azienda molto strana, ha idee interessanti, ma impiega tempo a svilupparle correttamente, spesso passando attraverso prodotti che molti chiamano polemicamente beta, perchè non sono perfetti alla loro uscita, e purtroppo costano troppo poco per NON finire nelle mani di chi non apprezza ciò che può ottenere da certi prodotti.

Questa introduzione perchè ricordo bene la RedOne che surriscaldandosi durante le riprese si bloccava sul più bello, o la prima versione della Alexa che registrava solo in prores fullHD, senza audio perchè pur avendo gli ingressi audio il firmware non prevedeva nessuna opzione di registrazione audio interna, nè era pensabile di registrare in raw o in 2k, pur avendo un sensore che lo permetteva…

e mi fermo su nomi blasonati come questi, perchè altrimenti l’elenco sarebbe infinito, ma questo tipo di prodotti sono sempre stati abbastanza costosi da finire in mano a professionisti, che invece di fissarsi sui piccoli difetti di gioventù dell’hardware ne usavano tutti i pregi di questi splendidi prodotti.

Blackmagic Design ha prodotto hardware professionale a prezzo consumer, e come tale ha pagato il prezzo di finire in mano a gente che si lamenta di funzioni mancanti, quando non hanno neanche letto le 14 pagine del manuale base, dove sono indicate le funzioni che cercano… ma preferiscono scrivere e perdere giorni su forum facebook etc a lamentarsi della mancanza di funzioni presenti… Persone pronte a lamentarsi del mancato funzionamento di questa scheda o dell’altra, quando sia sul sito che sul manuale è specificato che per funzionare è necessario un determinato chipset o un determinato hardware a cui collegare tali prodotti…

La mia scelta di Blackmagic è fatta per la stessa ragione di tante altre persone, posso permettermi di acquistare questo tipo di prodotti e non la fascia superiore, conoscendo limiti e potenziale di tali prodotti. Spesso si scopre come un produttore intelligente come Blackmagic Design possa offrire dei prodotti a costi molto popolari, alle volte con qualche limite, ma sicuramente meglio di tanti altri.

Si deve fare una scelta, tra pro e contro di cosa si può comprare o no.

Di recente ho avuto modo di mettere mano su un prodotto molto chiaccherato, il VideoAssist 4k, parliamo di un recorder UltraHd in prores e dnxHD/HR con monitor FullHD da 7 pollici, con una ricca dotazione software per gestire le diverse situazioni in cui diventa molto importante avere un monitor di qualità e un recorder video.

Pur non essendo perfetto non esiste concorrenza a questo prodotto al di sotto dei 1000 euro che permetta :

  • registrazione in 4k prores e/o dnxhr o fullHD su doppia scheda
  • monitor fullHD di buona qualità per fuochi con focus assist
  • ingressi e uscite sia SDI che HDMI con conversioni attive

Avendolo usato per diversi giorni nelle riprese di un documentario posso dare un parere più che positivo per il prodotto che è, pur avendolo usato prettamente come monitor per il fuoco e controlli varii di esposizione e immagine, pur non avendo in quel momento le ultime features aggiunte con l’ultimo update firmware, ovvero le lut di preview e i falsi colori per il controllo dell’esposizione.

Usando spesso diversi tipi di monitor devo dire che mi sono trovato più che bene, ha fatto il suo lavoro e ho scoperto delle interessanti funzionalità che spesso non sono messe in risalto.

Con l’ingresso SDI da una camera è possibile comandare via remoto la registrazione, per cui usare la camera master come trigger di registrazione tramite l’sdi e quindi avere sia una copia del girato con sincrono del time code (se la camera lo manda via sdi), sia creare dei proxy o dei filmati da usare come giornalieri per la visione del materiale senza richiedere conversioni e/o sviluppi dal raw girato in camera. Ad esempio dalla Bmpc4k è possibile via sdi creare una copia proxy dei girati sincronizzati sul VA4K, e quindi avere un girato raw e immediatamente dei proxy su cui lavorare in prores o mxf per avid.

Anche da HDMI se si fornisce un timecode running, provato con la Lumix GH5, è possibile utilizzare il trigger per registrare il segnale 4:2:2 10bit non compresso della camera in uno dei formati prores o dnxhr del videoassist, il tutto in automatico per avere una maggior qualità generale oppure per avere un rapido backup della camera.

Il Videoassist 4k viene alimentato da due batterie LP-E6 (standard di molti monitor) ma anche da un ingresso 12v, e fin qui nulla di nuovo, ma molti non sanno che quando si collega l’alimentazione esterna il sistema ricarica le due batterie in contemporanea anche se il prodotto è in uso, il che significa che possiamo sia caricare le due batterie senza mai scollegarle dal monitor, sia usarle come batterie temporanee quando lavoriamo lontano da camera (nel caso sia montata su un jib), e poi ricollegare il tutto e muoversi solo con le batterie del monitor e della camera nel caso si abbia bisogno di essere più leggeri in situazioni di ripresa particolari. Con il prodotto spento con il suo alimentatore connesso è in grado di ricaricare entrambe le batterie in circa 70 minuti, per cui lavorando o con due coppie di batterie o collegandolo alla batteria della camera si può avere una autonomia continua senza problemi particolari.

Utilizzando le Lut possiamo previsualizzare diversi tipi di visualizzazione delle immagini, sia gestire una preview nel caso si voglia girare per una color particolare o in bianco e nero e avere una percezione migliore di ciò che potremo estrapolare nella finalizzazione del prodotto.

Miti e leggende

Ha un consumo esagerato delle batterie …

con 2 batterie da 1300 mhA  in registrazione, in semplice monitoriale, con o senza lut applicate ha una autonomia tra i 60 e i 70 minuti di attività continua.

Considerata la dimensione esigua delle batterie e la dimensione e la luminosità del monitor (7 pollici) è un piccolo miracolo, se volete maggiori autonomie ci sono anche LP-E6 da 2000 mha oppure batterie più serie a cui collegarlo andando avanti ore. Usandolo con la 12v della mia g-mount non mi accorgo del problema della durata delle batterie, e chi si fa il problema, sicuramente ha preso il prodotto sbagliato, perchè se si spendono 1000 euro di monitor / recorder non si può lesinare su batterie da 30 euro la coppia (Patona) per un ora di lavoro.

Ha una dominante verde nell’immagine

verissimo, però non giudico un professionista chiunque usi i colori di un monitor e non degli strumenti tecnici per analizzare esposizione e colore.

Comunque lo trovo un problema relativo, ho sviluppato in pochi minuti una lut che annulla in modo più che soddisfacente tale dominante, che vale sia per la versione da 5 che da 7 pollici, come si può vedere nell’immagine a lato.

Certamente se ci fossero i controlli di temperatura e tinta all’interno del monitor forse, e sottolineo forse il problema sarebbe facilmente annullato, ma è anche vero che ricalibrare un monitor su temperatura e tinta se non si usano strumenti e target adeguati è comunque un’operazione molto effimera, per cui probabilmente usare una lut comporta anche adeguarsi ad un certo livello di qualità e preparazione tecnica sulla gestione del colore.

Ha difficoltà con i flussi PsF

e chi non ne avrebbe… battute a parte, quando si manda un flusso progressivo in uno streaming interlacciato i problemi nascono a non finire in ogni tipo di apparecchiatura. Questo problema nasce sulle apparecchiature prosumer dove per poter vedere correttamente su ogni televisore il girato progressivo viene incapsulato in un flusso interlacciato per essere sempre compatibile, questo mette in crisi l’ingresso di molti dispositivi, VA compreso. Altri recorder equivalenti MOLTO più costosi come gli Atomos prevedono di gestire anche i flussi psf, ma oggi se uso una camera che mi butta fuori un flusso del genere dovrei esserne cosciente, quindi non compro il video assist.

Con le video reflex ha problemi a leggere il segnale

mah… diciamo che se un prodotto esce con un segnale standard, lui può registrare e visualizzare le immagini correttamente, per test è stato collegato a diverse dslr panasonic e sony con ottimi risultati, con canon 7dmkII (ufficialmente una delle poche con uscita video pulita fornita da canon), diverse canon dslr con magic lantern per abilitare una uscita hdmi pulita, non castrate dal firmware originale, e non ci sono stati problemi di registrazione, anzi…
mi sono divertito a collegare anche l’uscita di una HV30, vecchia HDV canon, che ha potuto esprimere tutto il suo sensore fullHD castrato all’epoca da registrazione HDV a basso bitrate. In generale se si offre un segnale non protetto da una sorgente compatibile agli standard indicati sul manuale pdf e sulle specifiche del prodotto, va tutto bene.

Non va bene con tutti i cavi SDI

mah… diciamo il contrario, forse parliamo di usare cavi non adeguati… per quanto riguarda i segnali FullHD ho gestito tranquillamente il VA con SDI di bassissimo costo e cavi coassiali da computer da 10m senza difetti o sganci, se si parla di segnale in 4k allora è il cavo a fare la differenza, perchè il cavo non di qualità è l’elemento castrante, non il video assist a non essere compatibile.
Il fatto che SDI utilizzi un tipo di connettore usato anche in altri ambiti, con una forma storica e forse ricorda prodotti antichi, non significa che i cavi, le impedenze etc non siano stati aggiornati per supportare flussi dati più importanti come quelli del 4k. Si torna al discorso iniziale, se si lavora con un prodotto di un certo livello anche batterie, cavi, cablaggi etc devono essere in linea altrimenti si rompe la catena della qualità.

Insomma per concludere prima di una breve carrellata tecnica, prodotto promosso oggi a pieni voti, per la fascia di prezzo offre features e qualità inarrivabili.

Specifiche tecniche :

  • Ingresso e uscite video SDI
  • Ingresso e uscite video HDMI
  • MiniXLR per ingressi audio bilanciati di alta qualità
  • Alimentazione sia tramite due batterie standard Canon LP-E6 oppure 12v da alimentazione esterna
  • Doppia SD ad alta velocità per la scrittura continua di file audio video
  • Registrazione ProRes e DnXhd/hr in vari container.
  • Touchscreen FullHD con zoom centrale per il fuoco
  • Porta Usb per upgrade firmware e caricamento lut.

 

Specifiche Software del VideoAssist

  • Strumenti di analisi video
    • istogramma del segnale entrante
    • zebra per esposizione
    • vettorscopio e waveform con zoom
    • focus assist a tre colori e più livelli
  • Guide di diverso tipo per gestire il framing e l’inquadratura
  • Supporto di Lut di preview (6 slot di 6 differenti lut)
  • Falsi colori per verificare l’esposizione

Pro e contro del prodotto

Contro

  • leggera dominante verde del monitor, che naturalmente non viene registrata, prontamente neutralizzabile con una semplice Lut
  • con una coppia di batterie EP-L6 (marca Patona 1300mha) abbiamo una autonomia di circa 64 minuti di registrazione continua, o monitoraggio continuo, quindi se si lavora a batteria è importante farsi una piccola scorta di batterie o usare una batteria esterna, personalmente lo alimento con la batteria della camera, una 170W quindi il problema di alimentazione non sussiste.
  • ha un certo peso (avendo un corpo in metallo per dissipare la temperatura)
  • non ha di serie un paraluce, per cui si deve ovviare con prodotti di terze parti

Pro

  • Ottimo Monitor SDI FullHD al prezzo di un monitor Hdmi
  • Recorder UltraHd in vari formari e codec a 10bit con codifica 4:2:2
  • Zoom centrale su segnale 4k, quindi zoom 1:1 ottimo per il fuoco su situazioni complesse
  • Focus Assist con peaking a diversi livelli e di diversi colori per coprire ogni tipo di situazione
  • 6 slot per Lut di preview
  • False Color per controllare l’esposizione delle immagini.
  • Capacità di ricarica delle batterie durante l’uso del prodotto o da spento

E per concludere… un piccolo regalo per tutti gli utenti del video assist e video assist 4K, un lut pack molto utile 😀

LutsPackv01

Qui dentro troverete diverse lut per :

– iso standard semplice lut di correzione colore eliminando la dominante verde
– 1600 emulazione di una immagine a 1600 iso dall’originale 400 iso per aiutare la messa a fuoco nelle riprese lowlight
– 3200 emulazione di una immagine a 3200 iso dall’originale 400 iso per aiutare la messa a fuoco nelle riprese lowlight
– 6400 emulazione di una immagine a 6400 iso dall’originale 400 iso per aiutare la messa a fuoco nelle riprese lowlight
– BN una simulazione dell’immagine in bianco e nero con una elaborazione ricca delle tonalità.

Le emulazioni sono state realizzate fotografando le stesse immagini e tabelle gretag con una BmPc4k e una Sony A7r, ed elaborando i raw tramite Resolve per ottenere lo stesso tipo di tonalità e luminosità delle immagine della Camera bmd come la Sony.


Acquisizione dal passato prossimo

Mission

In un mondo dove ormai sembra che il 4k sia lo standard anche sui cellulari, e se non si fanno riprese in 4k, si è degli sfigati, pensare di recuperare registrazioni in formato 353 x 288 è qualcosa di così arcaico che spesso non viene neanche consepito, eppure ognuno di noi ha personalmente o qualche parente che ha delle vecchie cassette vhs, vhs-c, video 8 da recuperare, dove ci sono ricordi, che anche se possono essere considerati poco nitidi per gli standard (teorici) attuali, sono importanti.

Il problema principale è come acquisire correttamente questo materiale, che a seconda dei vari metodi di lettura e cattura può essere ulteriormente deteriorato, oppure catturato in modo decente dai vari dispositivi. la differenza tra il procedere nel modo corretto o no comporta perdite di qualità notevoli, per cui se si tratta di uno o due nastri forse (sottilineo forse) è meglio consegnarli a dei professionisti per l’acquisizione con prodotti professionali. Naturalmente vanno verificati perchè molti sedicenti professionisti approfittando dell’ignoranza delle persone, spacciano per operazioni altamente professionali l’uso di lettori vhs di basso di livello e schede di cattura compresse o di bassa qualità, e conversioni colore dubbie.

Principi base

il formato VHS/8mm sono formati video degli anni 80/90 che avevano una risoluzione verticale nominale di circa 200 linee di definizione, quindi già di partenza non potevano catturare grandi quantità di informazioni, soprattutto perchè erano linee vhs-vhsc-minidv-beta-8mm-todvdinterlacciate, quindi 100 per un campo, 100 per l’altro. Quindi nel momento in cui si parte sappiamo che già la cattura a 352 x 288 linee per un VHS è più che generosa perchè teoricamente, se va bene, se il nastro è in ottime condizioni, se il player vhs è in ottime condizioni con testine pulite, e un TBC per gestire e ottimizzare le sincronie di segnale possiamo ottenere una discreta immagine di partenza, in realtà le schede di cattura in quel formato sono scomparse e soprattutto la maggioranza comprimevano troppo i dati; la soluzione migliore è utilizzare una scheda in formato SD (720×576 in pal) per ottimizzare la qualità di cattura effettiva.

All’epoca esistevano anche la versione “HD” di questi formati amatoriali che erano il S-VHS e Hi8 dove oltre a registrare circa 400 image_62966_largeimagefilelinee, separavano il segnale di croma dal segnale di Luma, quindi separando le due informazioni l’immagine era ulteriormente più pulita e nitida. Ma a causa di un prezzo notevolmente più alto, i dispositivi di registrazione, e la loro gestione era molto più costosa, per dare una idea, una camera VHS di discreta qualità NON PROFESSIONALE nel 1990 aveva un costo di quasi tre milioni di vecchie lire, che al cambio e considerando l’inflazione sarebbero quasi 6000 euro di oggi (considerando stipendio medio dell’epoca), cioè quanto una cinepresa digitale che gira in raw 4.6k oggi.

Il montaggio all’epoca era sempre una operazione a perdita, spesso notevole tramite la copia con cavi di non qualità eccelsa, ogni copia era una perdita di qualità notevole, per cui si cercava di generare meno copie possibili dall’originale in modo da ottenere un master da cui poi fare le copie di distribuzione.

Nel tempo i nastri possono essersi deteriorati, attaccati da muffe o da altri agenti, chimici e non, perchè parliamo di nastri a ossido di ferro e altre sostanze che nel tempo si alteravano, e per alcune persone (mio caso) generavano ottimi terreni di cultura di spore e muffe di diverso tipo. Purtroppo non era solo una questione di come erano conservati, ma anche dal tipo di produzione di tali nastri, all’epoca non si pensava ad un nastro low cost che sarebbe stato riletto dopo 20 anni.

Oggi da dove partiamo

La prima cosa che dobbiamo fare, se non lo possediamo già, è procurarci un buon strumento per leggere i nastri, procurarsi significa che dovremo cercare nel mondo dell’usato dei lettori VHS /Hi8 con TBC.

tbcIl Time Base Corrector è un elemento di base per la lettura di qualità dei nastri che vogliamo riversare, senza di esso avremo problemi e potremmo perdere anche il 60% della qualità originale dei nastri, per oscillazione di segnale che causa neve, perdita di quadro, perdite di nitidezza e molto altro ancora.

Nell’usato si trovano anche VHS semiprofessionale da banco, ma spesso la natura semiprofessionale significa anche che le testine sono state usurate da superlavoro, e oggi è improbabile trovare una ricambistica di questi prodotti, per cui possiamo avere più fortuna nei S-vhs casalinghi, di solito appannaggio degli appassionati, quindi ben tenuti, e di buona qualità.

Nella lettura dei nastri da telecamera la soluzione migliore sarebbe avere la telecamera originale, perchè nella registrazione magnetica c’era un ulteriore elemento di possibile interferenza, ovvero la regolazione dell’azimuth, la posizione del nastro rispetto alla testina di registrazione lettura, per cui semplici centesimi di mm di offset comportano errori, quindi nel momento in cui si legge il nastro da un altro dispositivo c’è la possibilità che non corrispondendo la regolazione, la resa dello stesso nastro vhs/hi8 sia pessima per colpa del sistema di lettura.

Il sistema di lettura del nastro è molto importante perchè se raccoglie correttamente il segnale, se la testina è correttamente allineata con il nastro (e non sempre si può gestire tale parametro) allora è possibile ricavare dal nastro il massimo delle immagini.

Schede di acquisizione

Anche se il formato VHS/8mm è un formato di bassa qualità utilizzare sistemi si acquisizione di bassa qualità castrano ulteriormente le capacità di cattura e conservazione di tali informazioni, per cui usiamo una scheda di cattura usb da 20 euro non possiamo aspettarci neanche la decenza nel materiale che andiamo a catturare. Se si ha un vecchio computer su cui montare le vecchie schede si possono trovare le schede pinnacle dv500 e simili che erano schede di alta qualità e valore per l’epoca (erano vendute a 2 milioni di vecchie lire) che oggi si trovano nell’usato tra le 80 e 100 euro perchè il tipo di slot delle schede è obsoleto e solo sui vecchi computer può funzionare. Altrimenti suggerisco una scheda Blackmagic intensity, che se limitata al FullHD (se per limitazione si può intendere visto che è 6 volte più definito di un S-vhs o un Hi8) la si trova nuova intorno ai 150 euro, usata intorno ai 100. Si parla di una scheda che ha ingresso analogico e digitale, e quindi può essere usata anche per altre soluzioni.

Acquistare una scheda di acquisizione significa computer, spazio su disco e altre operazioni intorno ad esso, ognuno può trovare comoda o no tale soluzione, può pensare che sia utile per altre operazioni o no, dipende cosa si vuol acquisire e la quantità di nastri da acquisire.

Soluzioni alternative

Spesso ci sono soluzioni diverse da quelle classiche, e/o più interessanti per gestire il materiale a nastro, e risolvere più di un problema in un colpo solo.
Telecamera HDV on IN-OUT : sul mercato alcuni anni fà uscirono delle camere HDV che avevano la possibilità di acquisire il materiale analogico in ingresso sull’entrata analogica, e registrarla su nastro o riversarla uscendo direttamente sul computer tramite la porta Firewire. A questo scopo utilizzo una camera Canon Legria HV30, che mi permette in un colpo solo :

  • acquisire un segnale analogico da videoregistratori e convertito in digitale da un buon dac
  • acquisire nastri Minidv Pal SD
  • acquisire nastri HDV in formato HDV

il tutto senza schede di acquisizioni particolari, semplicemente una porta firewire 400, che se non presente sul computer costa non più di una quarantina di euro come scheda aggiuntiva. Nel mercato dell’usato questa serie di camere (hv20/30/40) si trovano intorno nei 200 euro in ottime condizioni.

DVD Recorder con Hard disk : oggi meno diffusi perchè la tv digitale terrestre prevede la registrazione semplificata dei flussi video con una semplice chiavetta, ma qualche anno fà ebbe un discreto successo la soluzione dei dvd recorder con hard disk  che prevedevano la registrazione programmata dalla tv, la possibilità di editare semplicemente i filmati tagliando le parti non volute e la registrazione su dvd come dvd standard. La maggior parte di questi apparecchi avevano anche un ingresso Dv per registrare dalle camerine Dv e Hdv, i diversi ingressi audio video semplici, y/c e questo permetteva la cattura semplice di nastri vecchi su Dvd.
Anche questi prodotti permettono oggi la conversione da analogico a digitale senza passare per il computer, e una persona non ha interesse a manipolare il video, o fare particolari editing è una soluzione semplice da player a recorder in modo diretto, con poche operazioni da telecomando si possono togliere le parti di troppo e quindi ottenere dvd con i nostri filmati dei ricordi.

N.B. vi ricordo che i supporti DVD registrabili sono alquanto fragili e delicati, che possono perdere dati nel tempo, si graffiano, etc etc, quindi oltre a fare una copia su dvd personalmente eseguo una copia dell’immagine su HD di suddetti filmati, per evitare che non il deterioramento del nastro, ma il deterioramento del dvd cancelli i miei ricordi.

Glossario

Azimuth : regolazione della testina di lettura che indica la posizione della testina rispetto al nastro, la errata regolazione del tracking nastro testina comporta difetti ed errori delle informazioni. Molti videoregistratori hanno la regolazione del tracking automatica, e pochi quella manuale, sono preferibili i secondi perchè nel caso di nastri con registrazioni eseguite in tempi diversi e/o che non sono stati riavvolti da tempo è meglio poter fissare un tracking piuttosto che la oscillazione della regolazione automatica che può comportare più problemi che soluzioni.

RCA : connettore analogico attraverso il quale passa un segnale composito di colore e luminanza, spesso causa di possibili problemi di qualità se non ben realizzato, e/o ben schermato

S-VHS : versione avanzata del vhs con una maggior qualità e informazioni di linee fino a 400 linee con separazione di luminanza e crominanza.

Scart : il peggior sistema di trasmissione audio video, anche quando si separava la luminanza e la crominanza, il sistema combinato di cavi e connettori a lamella che spesso hanno falsi contatti, comporta un decadimento della qualità video / audio per le interferenze reciproche dei segnali da evitare SEMPRE.

TBC : il Time Base Corrector è uno strumento che serve a controllare e gestire le informazioni analogiche in arrivo dal nastro, leggere i segnali di sincronia, stabilizzarli, e ove ci sia qualche difetto qua e là tra i frame cercare di correggerli recuperando le informazioni tra un frame e l’altro, esiste anche nel VHS e 8mm ma nasce per esigenze più professionali.

VHS : formato più diffuso negli anni 80-90 di registrazione su nastro magnetico, il formato ha vissuto un lungo periodo di vita, con due derivazioni:

  • S-VHS con il raddoppio delle linee di registrazione e lettura
  • Compact una versione in dimensioni ridotte per la creazione di telecamere in formato ridotto

Y/C : connettore / sistema di trasmissione del segnale video in cui si separano luminanza e crominanza che offre una maggior qualità video rispetto agli altri sistemi di trasmissione del segnale S-VHS e Hi-8.


Zuppa di codec 2, facciamo un consommè

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Oggi posso non installare quasi nessun codec nel sistema

Fino a qualche anno fa i codec erano la dannazione di tutti coloro che lavoravano nel video e non solo, nel senso che anche chi vedeva film, scaricava dalla rete in modo più o meno lecito, era costretto a scaricare e installare codec di ogni tipo, il che spesso minava la stabilità del sistema e rendeva sempre complesso ogni passaggio, anche il più banale.

Il divx, xvid, mp4 nelle sue incarnazioni più esoteriche hanno fatto venire gli incubi a più di un encoder, senza contare spesso la caduta di qualità o lo spazio occupato inutilmente quando non si sapeva settare correttamente gli encoder.

Oggi per fortuna molti codec sono andati a morire, sostituiti dalla standardizzazione degli stessi, per cui la maggior parte dei file video che sono visti, ripresi e registrati con lo standard H264 (derivato dall’mp4) racchiusi in diversi contenitori a seconda delle scelte di chi fa l’encoding :

  • mp4 (il più standard)
  • mkv
  • m4v
  • avi
  • mov
  • mts

Tutte queste estensioni possono indicare lo stesso contenuto, ma con una scatola differente, che dentro i computer non fa grandi differenze, mentre nel momento in cui li inseriamo in lettori multimediali, televisori, lettori bluray, decoder satellitari.

Se abbiamo un computer nuovo, o abbiamo appena installato un nuovo sistema operativo pulito, spesso si tende a installare tutti i codec che pensiamo siano utili, oggi come oggi, anche e soprattutto se si fa montaggio video, è importante NON installare quasi nulla sul sistema, mantenere pulita la installazione e usare i programmi con le loro capacità di decodifica interna dei codec.

 

Devo montare dei File xxx come faccio senza installare i codec xxx ?

I moderni software di montaggio video posseggono al loro interno i codec indispensabili per la lettura dei codec h264, mpeg, etc quindi se nel sistema si inseriscono decoder differenti e magari non ottimizzati invece di semplificare il lavoro lo possono complicare o creare difetti visivi o di performance.

Adobe, Blackmagic, Apple, Avid, GrassValley hanno introdotto internamente i codec professionali per gestire filmati nei formati Prores, DnxHD/HR, CIneform, H264, H265, Mpeg2 classico e LongGop, Dv/DvCam, P2, quindi coprendo praticamente ogni tipo di camera professionale e non prodotta negli ultimi 15 anni. Non solo, spesso alcune camere con varianti di codec che per essere viste correttamente nel sistema richiedono installazioni di codec, sono già supportate dal software di editing nel modo corretto.

 

Ma per vedere i file nel sistema, finder o gestione risorse devo installare i codec, come faccio?

Utilizzando un semplice player interpiattaforma come VLC è possibile visualizzare un sacco di formati come xvid, divx, etc senza installare alcun codec aggiuntivo, ed è in grado anche di convertire in altri formati, ha diversi sistemi di playlist e proiezioni dei filmati diretta o su altri monitor, guidati da controlli da tastiera o da remoto.

Se parliamo di montaggio video è sbagliato vedere dal sistema i video, perchè ogni sistema di montaggio professionale ha il suo metodo di screening e selezione del materiale, il modo corretto per gestire l’inizio di un montaggio video è sfruttare questi strumenti di Ingest sia selezionando che organizzando per folder o tag e metadata i materiali che andiamo a selezionare.

 

Se devo importare materiale nel formato non letto dal mio programma di editing?

Esistono mille modi di convertire un file in un altro formato, usando diverse utility per convertire in formati DI, quindi formati senza perdita. Oggi come oggi accade sempre più raramente tranne quando si vuole convertire materiale di origine di vecchia data, perchè il resto dei formati sono già integrati nel sistema. Quindi utilizzare un programma che legga direttamente e converta in un formato più standard è la via più semplice per gestire questo tipo di problematiche.

Attenzione ai contenitori (vedi articolo su contenitori e codec), spesso ingannano, molti programmi di editing non leggono direttamente i file mkv, ma se facciamo un rewrap dei dati dentro un contenitore adatto potremo velocemente spostare gli stessi dati (nessuna perdita) in un contenitore più efficiente per gestirle in un NLE. Trovate la spiegazione su come farlo in questo articolo.


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