Carlo Macchiavello

Tutto è possibile

Blackmagic Ursa Mini Pro, che mi serve per partire?

Blackmagic Design è una delle case più prolifiche e interessanti degli ultimi tempi, dopo aver introdotto tutte una serie di schede e strumenti video nel broadcast a costi molto bassi, ha iniziato una serie di acquisizioni di aziende sviluppatrici di software e hardware per poter creare un loro ecosistema video / cinema completo.

Dopo aver acquisito Davinci Resolve, gli scanner Cinquel, e molto altro nel 2012 iniziarono a studiare una loro linea di cineprese digitali lanciando sul mercato un prodotto molto strano (per l’epoca), la Cinema Camera 2,5k, di cui potete leggere una recensione sul mio sito.
Fu una piccola rivoluzione, come qualità, pensiero, e molto altro…
Continuarono a sviluppare la logica, producendo una cinepresa “Pocket” e la Production Camera 4K, formato che nel 2013 stava iniziando ad affermarsi come standard di mercato, iniziarono poi con la linea Ursa a sviluppare diverse camere, diventando rapidamente un marchio di cineprese digitali e non più solo di strumenti di editing e post.
La loro filosofia era / è quella di costruire un hardware solido su cui poi via firmware aggiungere e / o attivare le funzionalità magari non presenti al lancio del prodotto sul mercato.
Filosofia che a seconda delle camere può anche andare su un lungo termine, ad esempio la Production camera 4k ha ricevuto il suo (probabilmente) ultimo aggiornamento firmware nel 2017, ed è una camera del 2013, quest’anno è uscita fuori dal catalogo BMD, ma è sempre una ottima cinepresa.
Pensiamo che a Hollywood si gira ancora con la prima versione hardware della Arriflex Alexa, uscita nel 2009, possiamo immaginare come la longevità di un buon prodotto è lunga, a questo proposito mi ero divertito nel scrivere un post in relazione a questo concetto.

Oggi BMD ha come cinepresa di punta la Ursa mini Pro, una camera che è la somma delle esperienze fatte in passato, con tanti vantaggi e capacità, con un sensore migliorato in 4.6k con 15 stop di gamma dinamica, un form factor più piccolo della ursa originale (decisamente una camera da cavalletto, pesante e impegnativa), e tante altre funzionalità interessanti.

La Ursa Mini Pro è sempre una cinepresa digitale, quindi nasce per il cinema, ma ha dalla sua una serie di caratteristiche più da camera ENG, quindi tende a guardare anche un mercato Broadcast, infatti rispetto al passato ha una serie di elementi interessanti aggiuntivi come :

  • Filtro ND incorporato IRCUT pensato per la color science del sensore BMD
  • Mount intercambiale tra EF (di serie), PL, NikonF e soprattutto B4 per il broastcast
  • Display esterno di stato per il controllo
  • Comandi fisici per i controlli globali della camera mentre si agisce, senza dover per forza lavorare col touch
  • Doppio formato di registrazione: CF2 ma anche SD UHS II per registrare fino al 4k su supporti più economici e capienti, ma più diffusi e comodi per la gestione globale
  • Oltre al classico monitor di serie è disponibile opzionale un Viewfinder di alta qualità, FullHd con le funzionalità di focus, esposizione etc per poter lavorare in ogni condizione.
  • Preamplificatore audio per collegare microfoni Professionali con Phantom e una sezione microfonica interna di qualità
  • Uscite SDI in 3g, 6g, 12g, per poter mandare segnali ad ogni tipo di apparecchiatura e al massimo della banda possibile.
  • Compatibilità a ogni tipo di batteria Vmount e Gmount tramite un semplice plate, oppure utilizzando un cavo XLR supporta dal 12V al 30V da ogni tipo di fonte energetica.

Ora per chi è interessato a tutte le caratteristiche, si fa un giro sul sito Blackmagic e scopre tutto della macchina, questo post nasce in risposta alla domanda che è sorta parlando con amici interessati ad acquistare questa camera, per capire quello che potrebbe essere necessario per usarla, e quello che diventa quindi una idea di spesa minima per essere operativi con tale camera.

Dalla scatola vi uscirà una Camera nuda e cruda con il suo alimentatore a rete, quindi dobbiamo preoccuparci al minimo di attrezzarci con :

Alimentazione

Soluzione A :
Classica Vmount/Gmount + un plate adattatore è la soluzione che spesso la stessa BMD suggerisce come soluzione di partenza, offrendo il plate da brand BMD per entrambi i formati.
Una soluzione del genere offre alimentazione alla camera, l’uscita Dtap della batteria una seconda alimentazione che può esser usata per alimentare uno o più accessori collegati alla camera. Inoltre la camera stessa ha un XLR out 12v per alimentazioni di prodotti aggiuntivi.
Il vantaggio di questo sistema è che la batteria è montata direttamente sulla camera e quindi è stabilmente collegata al corpo, bilancia il peso e riduce gli elementi (cablaggi etc) volanti intorno alla camera.
Lo svantaggio è che abbiamo solo una uscita aggiuntiva se dobbiamo alimentare gli accessori a 12v.

Soluzione B :
Classica Vmount/Gmount + PLATE  con distributore di correntetipo questo Lanparte per batterie Vmount che offre la stabilità di collegare la batteria alla camera, e allo stesso tempo si ha un distributore di correnti a diversi voltaggi per poter alimentare tanti diversi accessori.

Soluzione C :
Classica Vmount/Gmount + un distributore di corrente tipo il plate della Lanparte che ci offre non solo la possibilità di montare batterie sia VMount che Gmount, ma soprattutto aggiunge una distribuzione di corrente a differenti uscite a 5, 7 e 12v, usb, per poter alimentare diversi accessori con una sola batteria.

Il vantaggio di questa soluzione è che possiamo avere con una sola batteria l’alimentazione di diversi accessori : monitor, dischi esterni, ricevitori wireless etc. Un altro vantaggio è che possiamo montare un tipo di batteria sulla camera e un’altra sul raiser in modo da poter usare due tipi di batterie diverse e dato che la camera dà priorità a quella che fornisce alimentazione da XLR, è possibile scambiare le batterie continuando a registrare senza interruzione.

Lo svantaggio di questa soluzione è che serve un supporto a barre dove posizionare tale distributore dietro la camera, e che ci sono più fili volanti intorno alla batteria (se servono naturalmente). Ma guardando da un altro punto di vista, abbiamo un peso posteriore che possiamo spostare indietro per bilanciare la camera usandola sulla spalla.

 

Storage

La camera utilizza sia le Cfast2 che le SD UHS-II per registrare i filmati, naturalmente a seconda del supporto ci sono limiti di velocità di scrittura sulle due schede, per cui anche messe in doppia scrittura le schede SD non possono registrare la massima qualità in raw, però si tratta anche di capire se e quando è necessario lavorare a quel livello, dopotutto su SD è possibile anche registrare fino ad un UltraHD  a 30 fotogrammi al secondo in prores HQ, il che significa una qualità eccezionale per la maggior parte delle produzioni video.

Soluzione A : si acquistano almeno una coppia di schede SD per la registrazione continua e alternata in formato UHD prores.
Vantaggio : Soluzione economica, efficace e ci permette di lavorare con molte schede rapidamente, sia per la scrittura che per lo scarico. Le semplici 95 mbts permettono registrazioni fino a 4.6k in prores 4:2:2, un’ottima qualità per la maggior parte delle applicazioni.
Svantaggio : hanno limiti di velocità di scrittura, quindi se servisse non si può spingere al massimo la camera.

Soluzione B : si acquista una coppia di schede CFast2 certificate  così che si possano registrate tutti i formati possibili, compresi quelli Raw alla massima risoluzione 4.6k al massimo numero di frame che richiedono un datarate così alto da registrare contemporaneamente su entrambe le schede.

Vantaggio : totally freedom Svantaggio: costo delle Cfast2 certificate e … beh scarsa vita delle stesse, nella mia vita più volte ho dovuto sostituire cfast di marca.

Soluzione C : SSD adapter dalle Cfast2.
Da qualche tempo sono nate soluzioni DiY con degli adattatori da Cfast2 a Sata in modo che la camera crede che ci siano le schede cfast e invece sta scrivendo su ssd efficienti ma più economici. C’è un interessante tutorial del filmaker Tom Antos su come realizzarlo al di sotto dei 100$, altrimenti c’è la soluzione già pronta della Atoch che ne costa più di 600$

Vantaggio: relativemente economici perchè se si scelgono cavi di qualità, box di supporto di qualità veloci, prendendone una coppia si finisce con spendere poco di più del recorder BMD.
Si lascia libera l’uscita 6g esterna per un eventuale Va4k per fare una registrazione di backup.
Si usano due dischi quindi supporto fino a 60fps raw non compresso.
I dischi ssd essendo dentro un box Usb/esata sono protetti da azioni meccaniche, elettriche, umidità etc, i connettori sono protetti, lo scarico è semplificato perchè lo stesso box / card è anche utile per lo scarico diretto del materiale.
Svantaggio: soluzione Diy che coinvolge la gestione di qualche cablaggio per alimentazione e dati. Non si può chiudere completamente la parte monitor in caso di ripresa con il viewfinder perchè il cavo impedisce la chiusura completa.

Soluzione D : Blackmagic si è resa conto che il costo delle Cfast non è sceso come era previsto negli ultimi 3 anni e quindi sono usciti con una loro soluzione, un recorder SSD da collegare alle uscite 6G della Ursa Mini Pro, che permette usando un doppio Ssd di registrare anche in raw.
Vantaggio : soluzione creata su misura quindi stabile, sicuro e ottimizzata per questa camera.
Svantaggio : questa soluzione occupa entrambi i canali SDI in uscita, quindi non si può avere l’uscita 6G monitoriale, rendendo inutile avere monitor che supporta 4k con zoom per il focus se poi devi prendere l’uscita 3g del viewfinder che è fullHD, inoltre supporta 1 solo ssd rispetto ad una soluzione DiY, quindi ci sono ovvie limitazioni di velocità di scrittura, sul supporto dei formati raw al massimo di frame e peso. Contrariamente a quello che dicono sedicenti esperti che dicono di mettere semplicemente un connettore a t sulla porta SDI, quando si viaggia in modalità SSD le due uscite vengono convertite in uscite dati, quindi non è possibile usarle come monitoriale o per uscire verso una regia. Inoltre usando gli ssd come card si sollecita molto i connettori degli ssd con il rischio di danni e in caso di danneggiamento perdita totale dei dati.

Update del 1 gennaio 2018: con l’upgrade firmware 4.9 l’adattatore ssd di blackmagic funziona anche con la serie UrsaMini 4k, 4.6k e UrsaMiniPro 4.6k.

Rig e Handle

La camera nasce già con ampie quantità di forature standard per poter montare diversi tipi di accessori, ma come le prime camere, è un mattone in metallo e magnesio, manca del minimo per poterla riggare con maniglie, supporti a barre etc quindi serve poter aggiungere qualche elemento di comodità operativa :

Soluzione A : Shoulder rig BMD kit che offre una maniglia superiore per un trasporto comodo, una piastra inferiore su cui montare supporto a barre, poggiarla a spalla e una maniglia con rosetta standard per montare accessori laterali.
Questa soluzione offre ad una cifra molto onesta solo vantaggi come standard, ben bilanciata la posizione sulla camera e comoda per poter muovere la camera da spalla a cavalletto in un attimo.

Soluzione B : scegliere una delle tante soluzioni dei vari produttori di rig da Smallrig a Lanparte a Wooden camera a Zacuto, a seconda delle necessità.
La scelta dipende dalle esigenze personali, di ciò che si vuol fare con la camera, chi deve montarla spesso su un Ronin o altro sistema di gimbal o jib deve trovare una soluzione efficiente per togliere tutto il peso inutile, se i diversi elementi sono bloccati con le brugole al corpo macchina diventa lento il cambio e poco funzionale, oltre al fatto che col tempo diventa noioso e c’è il rischio di danneggiare le filettature montando e smontando in continuo, stringendo con forza perché non si vuol rischiare di veder cadere a terra più di 7000 euro di attrezzatura, perché serrata male.

Video Assist oltre al monitor di serie

La camera possiede già un monitor 4 pollici di riferimento dove possiamo controllare le immagini e  muoverci in buona agilità, però in alcuni casi potrebbe essere utile aggiungere un controllo esterno, la camera possiede delle uscite 3G (FHD) e 6/12G (UHD) per utilizzare diverse soluzioni sia proprietarie Blackmagic che altro. A seconda del tipo di lavori che andrete a fare avrà senso o no aggiungere le soluzioni sottostanti.

Soluzione A : Viewfinder BMD o di terze parti.
Per molti operatori è importante e utile avere un viewfinder dove poggiare l’occhio e poter lavorare in concentrazione, oltre che protetti dal sole, il che in molte situazioni è meglio del monitor.
Il viewfinder BMD è un Oled a risoluzione FHD con tanti ausilii per il fuoco e il framing in modo da rendere il più semplice possibile lavorare. L’unico svantaggio di questa soluzione è il costo alto del prodotto (ma di ottima qualità) e che è vincolato ad essere vicini alla camera, quindi in caso di utilizzo di Jib o di Gimbal questo strumento diventa inutile. Ottima qualità di visione e messa a fuoco, controllo strumenti etc.

Soluzione B : Monitor esterno come il Videoassist / Ursa Studio Viewfinder/ Atomos Monitor, etc. Questa seconda soluzione offre una visione di dimensioni maggiori, può essere una soluzione per la registrazione di proxy o backup contemporanea alla registrazione raw.
Lo svantaggio è che tutte queste soluzioni sono più sensibili alla luce ambientale e quindi in presenza di forte sole diventa molto più complesso leggere le immagini.

Il resto sono i normali strumenti, ovvero le lenti, cavalletto, filtri etc, ma quelli se non abbiamo fatto salti particolari da un prodotto all’altro, possiamo riutilizzarli senza problema, ricordiamo che la ursa mini Pro è una camera più impegnativa rispetto alle precedenti, ma allo stesso tempo più parca di richieste Hardware, se la confrontiamo con la production Camera 4K come potete vedere nella lista di Pronti, partenza e via che ho fatto qualche tempo fà.

Prima di fare tutti gli acquisti suggerisco di riflettere bene come e cosa comprare, perchè rapidamente si rischia di avere una camera molto pesante e quindi poco pratica da trasportare e usare in velocità.

Una riflessione molto semplice :

  • la Ursa da sola pesa 2300 gr
  • Una lente media 17-55 2.8 ef-s Canon (per avere flessibilità e versatilità in uso engine o documentario, ma abbastanza luminosa) 645 gr
  • lo shoulder Kit aggiunge ben 1560 gr
  • una batteria vmount partiamo da 600 gr (95w leggera) e arriviamo a 1600gr se puntiamo a una 180w
  • se aggiungiamo ssd recorder abbiamo altri 800 gr tra recorder ssd e cavi

Quindi senza aver aggiunto monitor esterni, mattebox, microfono esterno, o altro, abbiamo già raggiunto 7 kg da portare sulla spalla se vogliamo la batteria capiente. Non faccio il pigro, la mia prima camera amatoriale pesava da sola 4 kg e portavo attrezzatura per quasi 20 kg, ma c’era l’incoscienza e l’energia dei 20 anni, oggi c’è un po’ più senso pratico, e gli acciacchi alla schiena derivati da quell’incoscienza che mi ricordano di ottimizzare il materiale da portare con me al lavoro, altrimenti servono persone che vengano con me per trasporto e gestione materiale.

La Ursa Mini Pro nasce come macchina da cinema e come macchina broadcast, a seconda di come al si andrà a usare si faranno delle scelte pratiche su come fare il rig di lavoro, a seconda di come viaggerà, se da soli o con un gruppo di lavoro. Il mio suggerimento è riflettere su come attrezzare la camera per essere operativi nelle diverse situazioni.


Dal Nuovo al vecchio… non si butta nulla

Apple quest’anno finalmente ha deciso di tagliar via i rami secchi, tutti quei folli che ancora pretendevano di usare un software zombie come FinalCutPro 7 sui nuovi sistemi operativi, con mille problemi perchè le librerie e gli elementi di supporto software hardware su cui era basato sono spariti da Lion in poi, con la versione a 64bit del sistema. Con High Sierra non sarà possibile in modo diretto installare o usare quel pacchetto morto nel 2009 (quasi 10 anni fà), anche se con alcuni trucchi si potrebbe ancora usare, ma va deprecata fortemente la pratica, il mondo va avanti, cambia, si evolve… eppure ci serve ancora quel vecchio pacchetto…

O meglio i suoi file…

Questo breve tutorial è dedicato a tutti coloro che volendo esportare dal nuovo FInalCutProX un progetto in XML si scontrano col fatto che il resto del mondo dei pacchetti di editing tendono a supportare l’XML del vecchio FCP7 e non quello moderno. Esistono diverse utility a pagamento che svolgono la traduzione di un XML nell’altro formato, anche perchè dopotutto è un file di testo, con parole e codici semplici, tradurlo è un attimo, ma gli sviluppatori di FCPX non vogliono rischiare che qualcuno abbia l’ardire di passare un progetto moderno a qualche scellerato che ancora usa FCP7… pensare invece che un CC2017 supporta solo la versione antica dell’XML non balena nelle loro menti e chiudono il mondo dei montatori FCPX a loro stessi.

Abituato a muovermi su più pacchetti, su più piattaforme e più formati, odio le isole, i pacchetti chiusi e come tale preferisco evitarli, ma se devo per qualche ragione interagire con essi, è bene avere gli strumenti adatti.

Utilizzando la versione free di Davinci Resolve, pluripremiato programma di Color, storico dal 1984, e oggi anche programma di montaggio, possiamo con pochi click convertire un progetto da FCPX a FCP7 per poter continuare l’edit con Premiere, oppure per gestire con Resolve tutto quello che dobbiamo fare.

Step 01:  da FCPX esportate il file fcpxml del progetto
Step 02: scaricate da questo Link la versione Davinci Resolve (Non la versione studio che è la versione a pagamento con più strumenti).
Step 03: Installate Resolve nel vostro sistema
Step 04: Menù file, Import XML in questo modo seleziona dall’importazione solo i file di progetto, e quindi potete più agilmente identificare il progetto FCPX da convertire.
Quando confermate appare un pannello che ci chiede se vogliamo che vengano anche lette le clip originali, ci riassume frame rate, dimensioni etc, tranne eccezioni, noi confermeremo il contenuto del pannello senza cambiare nessuna proprietà.il risultato sarà che dentro resolve viene caricato il progetto di FCPX senza nessun tipo di alterazione o elaborazione di alcuni tipo.
Step 5 : dal menù file selezioniamo la voce export XML
nella finestra che apparirà andremo ad indicare che vogliamo esportare non un file FCPX, ma un XML semplice, che corrisponde al formato del vecchio FCP7.

Step 06 : importiamo il formato nuovo XML da premiere, che essendo stato tradotto da resolve ora sarà caricato agilmente e senza problema.

In realtà avere Resolve vi permette di fare moltissime cose in più, ma se semplicemente volete un modo per passare dal progetto FcpX a un XML di Fcp7, questo è un modo semplice, rapido e da Resolve in realtà potete esportare il progetto in moltissimi modi.

 


Che mi serve per…. Iniziare a fare riprese?

Una domanda che capita spesso nei forum, e non solo … Cosa mi serve per cominciare, e cosa devo comprare? Difficile dare una sola risposta.

Diciamo che si può pensare di partire dal basso, e poi man mano che si lavora, che si hanno più possibilità economiche e/o esperienza nell’usare i prodotti, si può cambiare la propria attrezzatura, o fare un “upgrade”. Da buon genovese sono dell’idea che sia buona pratica investire sul lungo termine, per cui ci sono spese che nel tempo anche se più alte di altre, durano, per cui alcuni prodotti come le lenti me le porto dietro da anni, perché se trattate bene … beh ho lenti più vecchie di me… direi che con questo si può già fare un discorso serio sulla durata di alcuni componenti dell’attrezzatura.

Scegliere le componenti del proprio kit di lavoro è difficile e spesso ci si può far abbagliare da mille e più attrezzi e strumenti di lavoro, quindi diventa importante scegliere nel modo corretto gli strumenti in funzione anche del tipo di lavoro che si fa, ad esempio se normalmente si è un one man band, comprare mille attrezzature che fisicamente non si possono trasportare con noi, è poco utile nella prima fase, oppure se lavoriamo prettamente in Run&Gun avere 10 lenti è meno utile di avere uno zoom di buon livello.

L’idea di questo post è quella di buttar giù due righe su un kit base per una camera media (la black magic production camera 4K) che ha una serie di necessità molto simili a quelle di una video reflex, quindi diventa abbastanza flessibile per aiutare anche chi scegliendo una reflex deve fare delle scelte pratico economiche.

Per ogni Kit sotto l’elenco spiego il perchè della scelta di quei componenti, in modo che ognuno possa trarre le proprie conclusioni e quindi creare il proprio setup in funzione delle proprie necessità.

Kit 101 base o l’indispensabile
  1. Camera (BlackMagic Production Camera 4K  o fotocamera)
  2. Lente 18-55 55-250 Canon (kit di due lenti tutto fare)
  3. Filtro ND variabile + Cokin sfumati
  4. Batteria semplice
  5. Cavalletto base
  6. Microfono rec tipo zoom o tascam base
  7. Monitor hdmi / convertitore sdi hdmi
  8. Ssd + lettore portatile, SD/CF + lettore portatile
  9. Panno microfibra per lenti
Il primo kit  è la base con cui siamo sicuri di poter compiere un lavoro, senza spendere follie, ma senza rischiare di essere in difficoltà.
1) Sulla scelta della camera non mi esprimo, ognuno ha le proprie preferenze e fa le proprie scelte.
2) suggerisco il classico kit dei due zoom economici, ma efficienti, che coprono da 18 a 250 mm con diaframmi variabili stabilizzati, qualitativamente sono sufficientemente nitidi per supportare anche il 4k, e possedendo lo stabilizzatore sono una ottima coppia di lenti per il video. Ho indicato il marchio per il semplice fatto che la BMD offre maggior supporto e compatibilità per controllo diaframmi, stabilizatore alle lenti Canon che alle compatibili. In realtà il mio unico interesse è relativo allo stabilizzatore delle lenti, perchè il fuoco in video si fa prevalentemente a mano, per controllare meglio la resa.
Personalmente a livello di gusto preferisco le focali fisse luminose, ma per una questione di praticità / costo / startup avere un paio di zoom ci permette di partire coprendo le diverse focali senza fare una spesa folle. Per una disamina maggiore fate riferimento al post relativo alla scelta delle lenti e dell’acquisto delle lenti.
3) Filtri ND variabile è fondamentale per controllare quando la luce è troppa forte, anche se molti tendono a sottovalutare questo fattore, è molto importante per non avere problemi di velocità di shutter, che crea immagini stroboscopiche.
4) Ogni camera tende a consumare molta corrente durante le riprese, per cui si deve usare una batteria esterna o batterie aggiuntive, spesso un semplice powerbank con il voltaggio giusto può essere una soluzione economica ed efficace, o nel caso di una reflex un battery pack. Alcune camere come le blackmagic Cinema Camera RICHIEDONO la batteria esterna, quella interna è solo come batteria tampone di passaggio tra una batteria esterna e l’altra, solo con la batteria interna, per risparmiare nei consumi non attivano lo stabilizzatore delle lenti.
5) Senza doversi svenare è importante fare una buona scelta per il cavalletto, perchè la stabilità delle riprese dipende dalle gambe del cavalletto, la fluidità delle panoramiche e dei movimenti dipendono dalla morbidezza della testa fluida.
Un buon cavalletto deve avere come caratteristiche di base la cosidetta testa fluida o testa video, pensata per movimenti fluidi, altrimenti non potremo muoverci in modo corretto, e una capacità di carico proporzionale ad almeno il doppio della nostra attrezzatura, altrimenti se portato al limite non sarà mai fluido o comodo nei movimenti.
In alcuni casi è comodo scegliere separatamente gambe e testa, perchè si possono trovare occasioni più interessanti e allo stesso tempo più economiche che il prodotto completo.
6) nella maggior parte dei casi le camere / fotocamere non hanno un buon reparto microfonico, quindi è importante aggiungere un microfono e spesso un recorder al set. Per partire l’investimento potrebbe essere la coppia dei due, ad esempio uno Zoom H1 o un tascam DR-05V2 su budget di un centinaio di euro offrono registratore e microfono di buona qualità, entrambi hanno la filettatura per poterli montare o sulla camera o su cavalletto o su asta microfonica per prendere più da vicino l’audio e quindi avere una resa migliore.
7) la maggior parte delle camere non hanno un buon monitor / efv per poter giudicare il fuoco, ma sono solo dei sistemi di controllo dei parametri, quindi può essere necessario investire su un monitor che ci aiuti a giudicare il fuoco.
In un primo step diventa utile avere un monitor HDMI per poter gestire la messa a fuoco, se si lavora con diaframmi più chiusi potrebbe non essere indispensabile, ma il prodotto nel tempo diventa molto utile. Oggi ci sono diverse soluzioni, addirittura dei monitor che nascono per espandere i monitor dei portatili e si alimentano via Usb a 5v, quindi con un power banc completamente portatili e anche di grandi dimensioni, dare un suggerimento è difficile perchè sul mercato ce ne sono diversi e a prezzi variabili da un paio di centinaia di euro in su. Personalmente ho imparato che risparmiare su questo prodotto significa avere monitor non risoluti, quindi inutili per il fuoco, quindi tanto vale usare il monitor della camera, ben protetto. Meglio se non si ha un grande budget cercare nell’usato o un Atomos ninja o un Blackmagic Video assist che almeno offrono un fullHD, altrimenti se si lavora con monitor grande, ma la risoluzione reale è 480p è inutile allo scopo del fuoco. In questo ambito il costo deriva da due caratteristiche : tipo di ingressi, per cui se abbiamo un monitor con ingresso SDI tutto costerà molto di più; risoluzione reale del monitor, che essendo un pannello più costoso avrà un innalzamento di costo. Il fattore recorder, che alcuni lo sono, non sempre innalza il costo in modo significativo.
8) Il supporto su cui scrivere (ssd per la blackmagic, SD o CF per molte altre camere e uno strumento per leggere tali supporti. In generale è fondamentale avere un supporto di alta qualità perchè quando si lavora tutto il lavoro se non è su un supporto serio e professionale, si rischia di perdere tutto per aver risparmiato pochi euro su un supporto di scarsa qualità. Non fidatevi delle specifiche ma testate sempre i supporti con la vostra camera, formattate direttamente in camera e non con il computer e testate registrando sequenze molto lunghe in modo da essere tranquilli sulla registrazione.
Un buon lettore è utile per ottimizzare tempi e avere la certezza che nella copia non si perdano dati durante la copia perchè molti non sanno che ci sono rischi nel corrompere i dati durante la copia, quindi usare prodotti di qualità è importante.
9) un prodotto semplice, banale, ma che molti dimenticano, un panno in microfibra per la pulizia delle lenti, ne esistono di specifici, e catturando la polvere evitano di graffiare le lenti quando si puliscono da polvere o altro. Togliere la polvere è un attimo prima di riprendere mentre dopo…

Riflessioni pre acquisti

Volendo ottimizzare gli investimenti nel tempo, ci sono delle scelte da fare quando si fanno gli acquisti, ci sono delle scelte che richiedono un poco di investimento in più inizialmente, ma poi si possono riutilizzare nel tempo.

Filtri : durante l’acquisto di un filtro o più filtri c’è da fare più di una valutazione, se si vuole un buon filtro si deve spendere, perchè la qualità si paga; una buona abitudine è quella di scegliere un filtro per la dimensione maggiore delle lenti possedute o che si vuol possedere, e poi usare degli anelli riduttori, in modo che invece di prendere 3-4 filtri di media qualità, se ne prende uno di ottima qualità e poi con gli anelli riduttori lo si adatta a tutte le lenti.

Filtri a lastra : una soluzione economica per adattare più lenti allo stesso filtro è quello di usare dei filtri a lastra, in modo che spostando il portafiltri si usa lo stesso filtro su più lenti differenti.


Cosa scegliere per fare video tra telecamera e macchina fotografica?

Telecamera o macchina fotografica per il video?

Questa domanda nasce spesso, dare una risposta non è semplice, perché si tratta di due prodotti completamente diversi, ognuno con vantaggi e svantaggi, per cui è importante capire perché scegliere uno o l’altro.

Dal 2008 è nata la moda delle video dslr, ovvero usare le macchine fotografiche come telecamere, per la loro gamma dinamica più ampia, lenti intercambiabili, hanno sensori più grandi così si può sfocare più facilmente…

insomma la manna dal cielo, se non fosse che…
Le dslr non sono MAI delle telecamere, per cui ci sono dei dettagli che a molti sfuggono, ma si devono tener conto nel caso di un eventuale acquisto.

Zacuto setupMolti possono pensare ai problemi di grip, di come maneggiarle, dell’audio, della qualità di registrazione ridotta, ma quelli sono solo dettagli, ci sono mille e più modi di gestire quelle limitazioni…

il primo e unico vero problema non risolvibile con accessori è come i loro sensori catturano le immagini in movimento

Un sensore fotografico, per quanto sia nato per catturare immagini, nasce per catturare immagini statiche, non in movimento, e per quando sia veloce la cattura, lavorerà sempre (ad oggi giugno 2017) con la modalità dello scan line, ovvero una riga alla volta, creando il fenomeno del rolling shutter, ovvero una distorsione più o meno evidente degli oggetti in movimento circolare e orizzontale.

Se i movimenti sono lenti non si vedono difetti di alcun sorta, ma quando ci sono panoramiche o oggetti rotatori, la distorsione diventa evidente, con le fullframe ogni oggetto in movimento veloce si contrae e si restringe creange degli effetti jello poco piacevoli.

So che quello che sto scrivendo genera nella maggior parte dei videomaker un moto di protesta, che si può contenere, che non sono effetti così evidenti, che il pubblico non vede quei difetti, etc etc etc… ma queste sono affermazioni tecniche oggettive, non si può nascondere la realtà: più è grande il sensore, più si deve stare attenti ai movimenti orizzontali e rotatori.

Visto che mi piace andare controcorrente, invece dei soliti filmati delle canon metto i link quelli di una FF sony e di una m4/3 come la gh4, qui si può vedere come una ripresa di panoramica mediamente veloce comporti una inclinazione laterale decisamente evidente.

mentre sui movimenti rotatori, che non deve essere per forza la ripresa di un ventilatore, ma le ruote di un’auto, le braccia di due persone che corrono, etc etc

Questo tipo di distorsioni rendono evidenti i limiti della gestione del sensore in rolling shutter, tecnica di cattura delle immagini presente ANCHE in molte telecamere, ma avendo sensori molto più piccoli, o spesso semplicemente con una scansione più veloce il fenomeno è minimizzato rispetto alle DSLR che dovendo poi scalare i dati dai xx megapixel ai 2 mpx del Fhd, o gli 8.9 mpx del 4k, il fenomeno rimane accentuato.

Perchè si usa il Rolling shutter nel video quando per lo scatto fotografico si usa il Global shutter?

Semplice! è più economico per la gestione dei dati video, come processo di cattura delle informazioni, etc etc
Quando si cattura una riga di dati la si può processare subito, o al max con la seconda riga creando matrici di pixel 4×4 su cui applicare già vari algoritmi di compressione, e registrare solo i dati derivati, mentre se si lavora in Global shutter si deve catturare un intero fotogramma, quindi elaborarlo, e salvarlo, mentre ne stanno arrivando almeno altri 23 nello stesso secondo.

L’approccio Global Shutter offre una miglior cattura e gestione dell’immagine in movimento, della sfuocatura di movimento, dei vettori di movimento, ma richiede :

  • buffer molto più veloci e capienti
  • processori video immagine molto più potenti e veloci
  • data managment su sd/ssd/cf molto più veloci per scrivere più dati
  • un sistema globale più responsivo.

L’approccio del Rolling shutter spesso viene usato per catturare una dinamica luminosa maggiore, sulle cineprese digitali accade questo, ma dato che la fotocamera già è in grado di fare quella cattura con quella dinamica in global shutter (scatto fotografico) si può supporre che sia la soluzione più economico per il produttore delle macchine fotografiche, tanto lui produce macchine fotografiche, non telecamere … il fatto che poi si siano messi a produrre macchine fotografiche con uscite pulite HDMI, timecode, profili log etc è solo un caso…
infatti continuano a mettere nel comparto video la priorità di diaframmi, lasciando oscillare lo shutter… roba che neanche un filmaker anni 90 avrebbe accettato (io sono uno di quelli…).
La informazione che a molti manca è il fatto che il Rolling Shutter potrebbe non essere un problema, visto che la Alexa, cinepresa Arriflex standard per il 90% della produzione cinema, usa la tecnologia rolling shutter, ma con una latenza di 3ms quindi non si genera il problema dell’effetto Jellow, mentre nelle fotocamere spesso abbiamo tempi più lunghi di latenza e quindi si genera il problema.

Rolling shutter, non mi disturba

Ora diciamo che possiamo passare sopra a tale limitazione, ma cerchiamo di capire quando dobbiamo scegliere tra telecamera e macchina fotografica cosa cambia e come, perché spesso si danno per scontate delle cose, che poi diventano sorprese amare da gestire, o da comprare per ulteriori spese.

Punti di forza della telecamera
  • Nasce per fare riprese quindi è tutto il sistema è pensato per il video
  • Il sensore è su misura per fare video, non si generano aliasing e moires nel downscaling come nelle macchine fotografiche.
  • Ottimizzazione dei codec e dei sistemi di compressione del video e delle matrici di compressione
    Tradotto :  lo stesso video compresso con gli stessi mbits avrà una qualità migliore di quelli compressi dalla maggior parte delle telecamere.
  • L’autofocus è pensato per seguire e gestire soggetti in movimento
  • Praticamente tutte le telecamere a lente fissa hanno lo stabilizzatore o elettronico o fisico per gestire al meglio le riprese in movimento.
  • Sono fornite già un buon microfono di base, e hanno più di un ingresso e canali multipli per la registrazione dell’audio
  • Hanno uno zoom motorizzato con velocità variabile
  • Hanno porte di uscita video registrabili di qualità
  • Nasce con un mirino o un monitor articolato per gestire al meglio le riprese da angolazioni particolari senza difficoltà operative.
  • La telecamera è più adatta al run and gun, esce dalla scatola “finita” con tutto quello che serve per catturare audio e video
  • Le telecamere hanno spesso bottoni e controlli fisici per gestire le impostazioni della camera senza staccare la ripresa o lo sguardo dal soggetto.
Punti di forza delle macchine fotografiche
  • Nasce per catturare una gamma dinamica ampia e spesso maggiore delle telecamere
  • Il sensore più grande permette spesso di catturare più luce e sfuocare meglio i soggetti (anche se dipende da camera a camera).
  • La maggior parte ha obiettivo intercambiabile, il che le rende interessanti.
  • Stanno uscendo camere mirrorless con sensore stabilizzato per poter mettere davanti lenti di ogni tipo e avere la stabilizzazione.
  • Se si devono fare riprese in modo poco appariscente, è più anonima della telecamera.
Punti deboli delle telecamere
  • Spesso i sensori piccoli causano fatica nella gestione della luce
  • I sensori più piccoli tendono a creare complicazioni nella gestione della focale traendo in inganno l’utilizzatore nella scelta delle focali.
  • Il sensore piccolo tende a ridurre la sfuocatura di campo e quindi diventa più complesso sfuocare le immagini n determinate situazioni.
  • La gamma dinamica spesso è inferiore a quella delle macchine fotografiche di pari prezzo (dipende da prodotto a prodotto)
Punti deboli delle macchine fotografiche
  • Nasce per fare fotografie, quindi non tutte le funzioni fotografiche sono attive sempre nel video
  • Il sensore è più grande della risoluzione del video, la gestione della scalatura spesso crea problemi di aliasing moires oppure nitidezza rispetto al segnale potenzialmente catturabile dal sensore in modalità fotografica (dipende dal marchio come scala i dati, se con line skipping come canon o pixel binning come sony e panasonic.)
  • L’autofocus sulla maggior parte delle camere è solo per la partenza della ripresa, poi non segue i soggetti
  • La maggior parte delle lenti prime non hanno lo stabilizzatore, poche mirrorless hanno il sensore stabilizzato (fascia alta di prezzo) il resto hanno lo stabilizzatore d’immagine solo zoom di un certo tipo .
  • Consumano un sacco di corrente nella ripresa video e spesso ci si deve attrezzare con più batterie
  • Molte fotocamere (canon e sony) si surriscaldano durante la ripresa video e c’è il rischio che si interrompa la ripresa dopo x minuti di lavoro (nelle condizioni peggiori).
  • Le fotocamere vendute in Europa non possono fare riprese più lunghe di 29 minuti e 59 secondi, altrimenti sarebbero tassate come videocamere, e quindi più costose; per questa ragione i produttori mettono un blocco di durata massima alle fotocamere.  Non è possibile la ripresa di uno spettacolo teatrale, ad esempio, senza modifiche non ufficiali dei firmware, oppure si deve acquistare il prodotto fuori dall’Europa.
  • Si deve aggiungere un microfono esterno alla camera, perchè di serie le macchine fotografiche non hanno mai un sistema decente di registrazione dell’audio. Inoltre non tutte le fotocamere posseggono l’ingresso microfonico, o hanno un buon amplificatore di segnale audio, quindi spesso è necessario acquistare oltre che il microfono anche un registratore digitale.
  • Quasi nessuna fotocamera possiede obiettivi zoom motorizzati e i pochi obiettivi motorizzati (Panasonic) hanno motore lineare, cioè non si può dosare la velocità di zoomata.
  • La maggior parte delle fotocamere ha porte di out video in formato mini o micro HDMI, molto fragili, e l’uscita video spesso è castrata dal produttore per evitare la registrazione esterna del segnale.
  • Molte fotocamere non hanno dei buoni schermi di visione, per fare il fuoco o giudicare l’inquadratura, e spesso sono saldati al corpo macchina.
    Poche sono le camere con monitor articolati per poter riprendere da angolazioni particolari, per le altre sono necessari monitor esterni.
  • Spesso la disposizione dei bottoni e dei controlli per modificare le proprietà di ripresa sono nei menù interni, costringendo a stoppare spesso le riprese per gestire il tutto da menù.
I costi nascosti delle macchine fotografiche…

spesso si guarda un prezzo e non ci si rende conto di come si debba accessoriare una camera fotografica per utilizzarla in modo comodo e profiquo per il video.

Qui sotto ho fatto una tabella sugli elementi, per capire cosa può essere utile con i due prodotti.

Telecamera Macchina fotografica
Card SD o CF per il girato indispensabile indispensabile Supporto per registrare il video
Batteria aggiuntiva opzionale indispensabile Per registrazione su lunghe durate
Microfono esterno opzionale indispensabile per audio lontani o direzionali per isolare voce da ambiente
Cage opzionale indispensabile La cage serve ad avere una presa più comoda, una maniglia e fori filettati su cui montare gli accessori
Cavalletto opzionale opzionale Per riprese lunghe, per riprese stabili etc
Filtro ND indispensabile indispensabile quando c’è troppa luce per dosarla
Monitor esterno opzionale indispensabile sia come visione più precisa, che ausilio quando si hanno limiti di angolo o visione sulla camera stessa
Lenti aggiuntive opzionale
(se intercambiabile)
opzionale
(se intercambiabile)
per avere una maggior flessibilità narrativa operativa
 Follow focus  opzionale  indispensabile  le lenti fotografiche non essendo pensate per la ripresa video spesso non sono in grado di cambiare il fuoco in modo fluido durante la ripresa se non utilizzando un ausilio, il follow focus, per evitare di toccare la lente, ma agire direttamente in parallelo con essa.


Le buone abitudini sui Supporti di Memoria



Questo articolo mi è stato ispirato da una recente chiacchierata con un amico che non capiva la mia abitudine di formattare le schede DALLA CAMERA prima di usarle, di non lasciare i video all’interno di schede etc, di non cancellare i file direttamente dalla scheda.

Comprendo che chi non è abituato a macinare video e materiali di ripresa sia una abitudine poco comprensibile, ho pensato che sia un ottimo argomento per un articolo sulle buone abitudini prima di una ripresa, per evitare a tutti esperienze negative derivate da questo fattore.

  1. la formattazione controlla la scheda in caso di danni alle celle.
  2. la formattazione elimina la frammentazione della scheda.
  3. la formattazione evita il rischio di fallire una ripresa, perchè è piena.
  4. avere solo i dati nuovi sulla scheda permette backup veloci e sicuri.
  5. avere solo i dati nuovi permette controlli rapidi e senza errore.
  6. si evitano rischi di perdita dati preziosi.
  7. si evita il furto di tutto il girato ma solo dell’ultimo materiale.
  8. se usata e formattata con camere diverse potrebbero esserci infrastrutture che danneggiano la scrittura.
  9. si eliminano i file che i sistemi operativi scrivono sui supporti.

I supporti digitali per quanto siano di qualità possono avere problemi, rischi derivati dall’inserimento ed estrazione, variazioni di temperatura etc, per cui è importante gestire i nostri preziosi dati nel modo più “error proof” possibile.

Vediamo in dettaglio ognuna di queste motivazioni :

  • Controllo struttura del supporto
    La formattazione di un supporto comporta anche la verifica delle diverse celle, e quindi ci assicura che i dati saranno scritti su celle stabili.
    Ogni supporto può avere difetti dati dalla fabbricazione, dalla lettura scrittura, dal sistema operativo che ha letto i dati della scheda.
  • Frammentazione del supporto
    Nella maggior parte dei casi le schede vengono scritte con dati a velocità medio bassa, quindi comunque anche una lieve frammentazione del supporto data da cancellazioni e scritture dei file non ha un impatto particolare sull’affidabilità del supporto, però… salendo con le caratteristiche del prodotto, la frammentazione diventa un nemico per la scrittura continua dei filmati, portando a perdite di frame o problematiche nella chiusura del filmato.
  • Scheda piena di vecchio materiale
    Spesso vedo schede con materiale di diverse giornate, magari parzialmente cancellato, che occupa prezioso spazio, oltre che poter dare problematiche nella scrittura dei dati, causa la frammentazione, quindi per questa pigrizia si potrebbe perdere la sequenza della vostra vita perchè la scheda è piena, di vecchi filmati. E cancellare dalle camere, quando lo permettono (quelle professionali non lo permettono) porta via un sacco di tempo e frammenta la scheda.
  • Backup semplice e rapido
    Se la scheda contiene solo materiale nuovo il backup si può eseguire rapidamente e con sicurezza, basta fare il backup di tutto il contenuto della scheda, senza rischio di creare copie inutile di altro materiale, senza rischio di sprecare spazio o tempo. Inoltre usando programmi per la produzione dei giornalieri avere nelle schede materiale di più riprese già acquisito è uno spreco enorme di risorse.
  • Verifica Rapida del backup
    Avendo solo quei file sulla scheda, anche lanciare le procedure di verifica del backup è questione di pochi secondi, mentre avendo materiale di più giornate non si potranno usare le procedure automatiche e quindi ci sarà un tedioso e lento processo manuale, che può comportare diversi errori.
  • Evitare perdita di dati
    In caso di danneggiamento della scheda la perdita è relativa solo ai dati recenti e non a tutti i dati contenuti nella scheda. La maggior parte delle persone non immaginano che le schede possano danneggiarsi, soprattutto se messe su GoPro immerse in acqua, portate in aria su Droni a centinaia di metri, o semplicemente perdendo uno di questi oggetti durante le riprese.
  • Evitare il furto dei dati e la relativa diffusione
    Le camere, i droni, sono tutti elementi appetibili dai ladri, e le card spesso restano dentro, “al sicuro” con l’oggetto mentre viene rubato…
    Preoccuparsi di fare il backup e svuotare le schede evita sia la perdita globale dei dati (vedi punto 6) sia la diffusione di dati sensibili (dalle riprese ad altro materiale).
  • Reset delle strutture introdotte dai un brand di camere
    è noto come le card usate su un noto brand fotografico e poi spostate su altro noto brand causano la scrittura corrotta dei file fotografici, formattare prima di usare una card azzera i rischi.
  • Eliminazione dei file aggiunti dai sistemi operativi
    Sia utilizzando MacOsX che Windows i sistemi operativi se trovano un supporto atto alla scrittura iniziano a scrivere diversi dati, cartelle nascoste e alterano la struttura del supporto. MacOsX scrive dei file nascosti per il resourceFork dei dati che legge, diversi file .nomedelfile, se per errore mettere un supporto capiente prova a scriverci le basi per timemachine e altro. Windows inizia scrivendoci le cartelle per il cestino, se cancellate dei file prima li mette li e poi li elimina, altre volte se trova file system come exFat o Fat32 analizza la struttura e se per qualche ragione non gli garba la struttura, la “corregge” se non lo fermate entro 30 secondi (una specie di bomba a tempo) e nella maggior parte dei casi non accade nulla di grave, ma qualche caso sfigato danneggia la struttura dell’MBR causando apparente perdita di dati, che si può ripristinare senza subire un infarto. Comunque tali scritture posso inficiare la gestione della scheda da parte del dispositivo, per cui la formattazione da parte del dispositivo garantisce che sia strutturato e formattato per quello che serve ad esso senza spazzatura al suo interno.

Non a caso sono state inventate diverse utility per gestire i problemi creati dai sistemi operativi, una di queste è SD formatter, potete trovarla gratuitamente sul sito dello sviluppatore .


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