Tutto è possibile

Categoria: I miti da sfatare Pagina 9 di 12

In questa categoria raccolgo una serie di miti tecnici da sfatare, troppo spesso tra i passaparola, tra il copia e incolla on line, e colpevole il Web 2.0, sono nati e si sono radicati tanti miti “tecnici” per i quali non esistono rimedi, tranne che la logica e il pragmatismo nell’affrontare queste bufale…

Sensibilità ultra, la nuova frontiera, indispensabile o no?

Cattura l’avventura!

explorerDa tempo le macchine sono sempre più sensibili, per riprendere con la luce di una candela… sapete quando ho sentito questa frase?

1988 pubblicità di una delle prime spallari VHS della Philips… giusto quei trentanni fà…

Certo erano immagini con un gain (un guadagno artificiale) che neanche sui primi cellulari si vedeva… eppure per l’epoca era magia.

Oggi poi ci troviamo in una serie di situazioni contraddittorie che molti non si spiegano, macchine fotografiche ultra sensibili come le recenti Sony Alpha che spaziano oltre i 200.000 iso (parliamo di duecentomila) fornendo immagini più che decenti se presente un minimo di luce, mentre camere più professionali arrivano a 800-1600 asa le bmc, 3200 asa le Arriflex e le Red, cosa che la maggior parte delle persone non si spiegano.

Le domande che sorgono spontaneamente sono :
– perchè non lo fanno le aziende così blasonate se Sony lo fa ?
– serve veramente avere questa luminosità oltre l’umano?

Sinceramente alla prima domanda non so darmi una risposta, o meglio, posso solo fare ipotesi, relative al tipo di tecnologia che sta dietro alle cineprese, e perchè non si sente la necessità di arrivare a sensibilità così folli, dato che anche con la pellicola nel cinema ci si ferma con la 500 Asa prodotta da Kodak.

A cosa serve una maggior sensibilità di pellicola o sensore?

Il discorso potrebbe essere molto articolato, con tanti discorsi nostalgici, ma mi piace essere pratico.
Il cinema si fa con la luce, quindi a me dei discorsi di riprese in lowlight senza luci o altro non mi frega molto, soprattutto perchè raramente vengono bene anche con i sensori ultrasensibili, mancano i riflessi di luce nei punti giusti, i giochi di luce e ombra, tante cose che sembrano naturali, ma che sono finemente costruiti dai direttori di fotografia.
Un sensore più sensibile aiuta a lavorare meglio in determinate situazioni, punto …

Sfatiamo qualche mito sulla luce naturale ?

  • Il recente Revenant con fotografia del premio oscar Lubensky è stato girato in luce naturale, non ha usato luci aggiuntive…
    più o meno, ha fatto largo uso di pannelli riflettenti, ha sfruttato fuochi e luci varie naturali, e pare che durante la fase di colorgrading abbiano massaggiato parecchio le immagini per esaltare e amplificare molto i contrasti di luce e le varie tonalità delle immagini.
    Comunque, essendo un amante della Golden hour, quell’intervallo di tempo al tramonto in cui c’è una luce magica, so che si può ottenere un risultato molto vicino a quello, ma se lo poteva permettere solo Inarritu, perchè quell’intervallo dura pochi minuti… per sfruttarlo al meglio sono andati più al nord possibile per poter trovare i luoghi con una durata maggiore della Golden Hour.
  • Se ho luce, quella basta, perchè aggiungere luce?
    spesso il problema non è la quantità di luce, ma la distribuzione tra zone di luce e ombra, la direzione, che se sbagliata rovina il viso di attori e attrici, il rischio è che lo sfondo sia più luminoso del primo piano, quindi si deve schiarire il primo piano per non bruciare lo sfondo, che è brutto da vedersi
  • Se il sensore è sensibile perchè devo usare la luce?
    il sensore può essere sensibile ma non a tutta la luce, ma solo a determinate frequenze, per cui più andiamo sul low light, più si perdono alcune frequenze di colore della luce, quindi anche se il sensore è più sensibile è probabile che i colori che può catturare siano meno intensi, o peggio, che ne perda alcuni, il che significa che le immagini saranno più povere e soprattutto limitate
  • Perchè si usano pellicole meno sensibili al cinema, perchè si devono usare meno iso in ripresa se ci sono?
    per una questione di qualità dell’immagine finale, all’alzarsi della sensibilità chimica o elettronica, l’immagine peggiora aumentando il contrasto, riducendo i dettagli fini catturabili, quindi si usa sempre gli ISO o Asa nativi di un sensore o una pellicola e non si “tirano” amplificano in nessun modo. Nella pellicola per catturare maggior luce i grani devono essere più grandi e con una capacità di cambio alla esposizione più duro, quindi diventano velocemente più visibili, offrendo però un contrasto maggiore, e la cattura della luce diventa più grossolana.
    Allo stesso modo nel digitale si amplificano le informazioni, ma se queste sono poche, quando si amplificano aumenta il contrasto e quindi si evidenzia l’immagine ma anche il rumore stesso.

Update 2020 : mi fa piacere notare come certi argomenti da me trattati vengano ripresi anni dopo dal noto BlogTecnico RedSharkNews


Esposizione, Pellicola vs Digital cosa è cambiato? ma è veramente cambiato qualcosa?

Il superpotere della pellicola

I fautori della pellicola combattono sempre strenuamente sulla qualità inarrivabile della pellicola con il digitale, e spesso hanno ragione su una cosa, che la pellicola offre la qualità. Questo perchè se sei un cane a illuminare o a esporre non viene qualcosa così così come col digitale, ma uno schifo inutilizzabile…

La pellicola ha un’alta tolleranza sulle alte luci, per cui nelle situazioni in cui la luce è tanta, perdona un sacco di errori, ma dalla prima telecamera diffusa nel mondo, la parola d’ordine era… “riprende alla luce di una candela” … da schifo, aggiungerei, ma lo faceva… questo dava l’illusione di fare riprese senza luce, senza usare la giusta illuminazione.
Che poi questo fosse materiale inutilizzabile, ben lontano dal concetto di cinema e immagini di qualità, quello è un altro discorso…

La pellicola ha il merito che insegna a esporre, a non fare le riprese a caso perchè ha un costo molto alto, a non “cercare l’inquadratura” a non “proviamo mentre giriamo” e tutte quelle brutte abitudini nate con analogico e digitale dove i costi sono teoricamente più bassi.

Perchè oggi ci sono tante cineprese digitali e si vedono ancora tante immagini tanto …. digitali?

Partiamo dal fatto che il gusto visivo è cambiato, dalla fine degli anni 90 in poi si sono diffuse molto mode e stili visivi con contrasti molto alti, saturazioni forti, contrasti di colore particolari, e la pessima abitudine di postprodurre troppo colore e immagini invece di stabilire bene in ripresa il materiale.

Partiamo dal fatto che ci sono diverse scuole di pensiero dei Dop, quelli che hanno strenuamente combattuto contro il digitale; quelli che hanno accettato passivamente l’uso delle camere digitali senza conoscerle e poi in post gestirne le risultanti; quelli che hanno studiato i sensori e li hanno confrontati con le pellicole, che si sono fatti il loro DiT personale, con il quale gestiscono il colore.

Tra una telecamera e una cinepresa digitale o la pellicola, ci sono diverse differenze.

Quando si prende una pellicola negativa e la si espone alla luce, più luce cattura e più diventa densa (infatti si chiama negativo per quello), quindi la pellicola ha una maggior tolleranza alla sovraesposizione, perchè più luce più densità, più dettaglio. Mentre meno luce meno densità quindi assenza di dettaglio. E’ esattamente la stessa cosa delle cineprese digitali (Red,Arriflex, Bmd), mentre l’opposto delle telecamere dove la luce se è poca o troppa è sempre un problema perchè hanno la capacità di catturare una gamma dinamica inferiore, ovvero la gamma di sfumature tra luce e ombra.

E’ una abitudine diffusa che nell’esporre una pellicola negativa si esponga 2-3 diaframmi sopra l’esposizione media per avere una immagine più densa di dettagli, perchè il negativo regge molto bene questo tipo di informazioni.

Un sensore di una telecamera o di una DSLR quando viene usata come telecamera invece sono sensori che lavorano in modo più lineare, ovvero possono catturare una scala di luminosità da X a Y, oltre si brucia, sotto è nera. Questo vuol dire che le informazioni nelle ombre saranno più scarse, e spesso nelle luci alte si bruceranno facilmente i dettagli.

Un sensore di una cinepresa digitale si comporta in modo simile alla pellicola, quindi per avere una buona immagine la si deve esporre correttamente sulle ombre, per la maggior parte delle persone non sembra corretto, perchè vedono una immagine molto chiara o in alcuni casi bruciata, ma è come funziona il sensore cinema, o la pellicola negativa. Soprattutto che arriva dalla ripresa a 8 bit delle telecamere o delle DSLR sembra completamente sbagliato riprendere in quel modo, ma è semplicemente il modo corretto con cui esporre una immagine per estrapolare il meglio delle informazioni.

Il discorso è molto semplice:

  • poca luce poche informazioni = rumore
  • molta luce = informazioni buone nelle ombre e il resto si riporta in basso grazie alla miglior tolleranza dei sensori digitali e la registrazione di informazioni ampie di tali camere.

graficaUn’altra differenza importante tra una telecamera e una cinepresa digitale è che le informazioni di cattura sono ad un livello superiore. La più semplice delle cineprese digitali lavora a 10bit contro gli 8 bit delle telecamere classiche. Anche se potrebbe sembrare poca la differenza, significa che invece di avere 256 tonalità luminose per colore ne abbiamo 1024, e la risultante finale è uno scontro tra 16 milioni (16.777.216) di colori contro poco più di un miliardo di tonalità (1.073.741.824), ovvero 67 volte i colori di una telecamera. Avendo così tante informazioni in più abbiamo molte più possibilità di lavorazione sulle immagini anche se portate di più al limite.

Senza considerare che le cineprese digitali possono lavorare anche a 12bit raw, ovvero arrivare a oltre 68 miliardi di colori (68.719.476.736), 4096 volte i colori di una telecamera…

Quando si lavora con le cineprese digitali abbiamo un tipo di sensori particolari, con esposizione molto simile alla pellicola, che in gergo tecnico si chiama ETTR, Expose to the right, perchè esponendo si pone l’istogramma sulla destra per ottenere più densità nella parte centrale spostandola a desta.

A livello tecnico il concetto è semplice, se poca luce offre poche informazioni e quindi o viene fuori la grana pellicola, o viene su il rumore digitale col gain, invece di creare un sensore ultrasensibile (che poi diventa un problema nelle riprese diurne) è più semplice creare un sensore con una maggior sensibilità e gamma sulle luci alte, in modo che esponendo correttamente le ombre, il resto poi si abbassa, e si ottiene una immagine più ricca e pulita.


Perchè non si deve comprare una BlackMagic Cinema Camera :-D

bmcNOMolti di noi, acquistato un nuovo giocattolo diventano un piccolo “evangelist”, termine tanto caro al marketing americano per definire quelle persone che impongono un oggetto, uno strumento decantandone lodi così tanto intensamente da farli diventare miracolosi, persino quando non lo sono, o esaltando proprietà e valori che sono presenti negli stessi identici prodotti della concorrenza, ma la loro capacità sta nel far vedere che queste capacità miracolose le hanno solo i loro prodotti, distorcendo la realtà.

Personalmente ho superato quel periodo da almeno 20 anni, a me interessa il risultato, per questo motivo se trovo uno strumento più interessante cambio, non sono legato a marchi o prodotti, nè mi pagano per pubblicizzarli, e anche quando lo ero, lavorando come demo artist, imparai che l’onestà nel presentare punti deboli e punti forti del prodotto mi distinse dagli altri, perchè non volevo imporre il prodotto, ponevo in evidenza la realtà e lasciavo a chi doveva acquistare la scelta, nel tempo ha sempre dato ottimi frutti.

Perchè tutto questo discorso? Perchè essendo passato a Blackmagic come corpo macchina in tanti non comprendono la mia scelta, e oltretutto non ne parlo in modo esageratamente positivo, come se non volessi farne l’evangelist, mentre quelli che conosco devono per forza imporre le loro scelte agli altri… li pagassero almeno… ma fa parte dell’animo umano, è stato addestrato a pagare e non essere pagato per tifare :-PP

Per questo motivo amici e conoscenti utilizzatori delle videoreflex aguzzate le orecchie e leggete tutti i motivi per cui non dovete comprare una Blackmagic Cinema Camera, vi farebbe male, lavorereste scomodi e tutte le vostre abitudini sarebbero sconvolte, e soprattutto usandola poi si inizia a pretendere di più, tutto quello che non siete abituati a fare normalmente.

  1. tranne la pocket Non hanno la batteria intercambiabile, per cui dovete attrezzarvi con una o più batterie esterne, perchè per lavorare ha bisogno di tanta corrente.
  2. NON ha un sensore full frame, quindi normalmente con le lenti fotografiche si deve gestire un minimo di crop, equivalente al formato APS-C.
  3. NON ha il fuoco automatico continuo, per cui si lavora con il follow focus o con i fuochi manuali dopo aver preso il fuoco col bottone focus.
  4. Il formato di qualità più bassa che può registrare è il Prores Proxy, che occupa un sacco di spazio sui dischi, figuriamoci in raw…
  5. La qualità così alta crea file molto nitidi e puliti, quindi si è costretti ad usare lenti di ottima qualità, filtri di qualità e tutta l’attrezzatura va upgradata molto per alzare la qualità.
  6. Si lavora con solo un iso reale, 400 o 800 iso, gli altri sono fittizzi, e pochi, di solito 200-400-800 e alcune hanno anche il 1600 iso, se deve fare come con la pellicola, aggiungere luce, perchè… notizia sconvolgente, la pellicola cinema più sensibile è 500 asa!
  7. I supporti sono SSD ad alta velocità quindi costosi per registrare il girato.
  8. Non si possono cancellare le clip in camera, per evitare frammentazione del disco e cancellazioni errate, come nelle cineprese digitali professionali.
  9. La normalità è girare in raw log, quindi poi per usarlo dobbiamo imparare a sviluppare le immagini e fare un file proxy di lavorazione, pensare di montare direttamente il raw richiede risorse molto molto grandi.
  10. il monitor è fisso sulla camera non orientabile, come la 5d… è un problema…
  11. Il monitor prevede solo uno zoom 1:1 e pochi controlli, quindi fondamentale avere un monitor esterno, per fare fuochi e tutto il resto.
  12. Non ha automatismi di nessun tipo, dobbiamo imparare ad esporre, a fare il fuoco, a sapere come si lavora…
  13. Non si applica il denoise in camera, se esponiamo male e abbiamo rumore dobbiamo toglierlo in post
  14. Ha un corpo massiccio e pesante, quindi va riggata e applicata su cavalletti, bracci e slider di livello più alto per supportare un maggior peso e gestirlo al meglio
  15. Non scatta fotografie, quindi dovete usare una macchina fotografica o vi accontentate di frame estratti dai soli 8.9 mpx raw, come si faceva 5-7 anni fà.
  16. ha un microfono orrido solo per un audio buono per fare il sinc, ma nasce per usare audio esterno, infatti ha due ingressi mono bilanciati per entrare con un audio esterno professionale
  17. non ha un filtro ND integrato, lo si deve gestire esternamente…

insomma un sacco di brutte cose per gestire per chi è abituato alle dslr e alle telecamere… evitatela, poi finite col capire come si girano i film, perchè si deve pensare prima di girare ore di materiale a caso, illuminato male, di fare fuochi a caso che stanno davanti o dietro i soggetti e un sacco di altre cose…

il mio commento è naturalmente ironico, visto che ogni giorno i professionisti lavorano in questo modo per realizzare i film che ci colpiscono ogni giorno, e la maggior parte di questi commenti si adattano anche alle cineprese digitali più blasonate. Il più grande problema delle camere Blackmagic è il basso costo, quindi le prendono persone abituate al run & gun delle dslr o delle telecamere e si trovano di fronte ad una cinepresa, che è un prodotto nato con scopi diversi e finalità diverse di lavoro, che richiede operatività e conoscenze diverse. L’incomprensione che nasce da ciò è spesso causa della cattiva fama delle stesse. La mia riflessione è banale, se le usano su grandi set (e non solo come crash cam) vuol dire che hanno ragione di esistere anche ad alto livello.


Angolo focale vs lunghezza focale, quando il crop sembra un problema

Ultimamente trove troppe persone che vedono il crop nel modo sbagliato, complici le pubblicità delle varie case fotografiche e non, che parlano troppo di quello che non sanno, o che vogliono comunicare con troppa enfasi con i termini sbagliati al pubblico.

Se volete farvi una panciata di dati tecnici ho scritto un articolo dedicato al crop, questo è più un riassunto pratico e pragmatico del crop riguardo alle focali, angoli e lunghezze…

Quando guardiamo una lente, possiamo vedere essenzialmente due valori, la lunghezza focale e il diaframma, ovvero il primo valore indica la struttura e la forma della lente che indicano la deformazione prospettica con cui cattura il mondo circostante, mentre il secondo valore indica la dimensione massima di apertura delle lamelle che fanno entrare la luce in camera, questo controlla sia la massima luminosità che la riduzione della profondità di campo in modo inversamente proporzionale, cioè più è grande l’apertura minore è la profondità di campo.

Se poniamo una lente di fronte a un sensore di dimensione inferiore, in pratica la luce ricevuta non è quella totale raccolta dalla lente ma solo una parte (quella centrale), questo fenomeno è chiamato crop ovvero dall’inglese RITAGLIO, non deformatore, non distorsore, non campo di magia collettiva, solo RITAGLIO, perchè ritaglia solo la parte centrale dell’immagine proiettata.

Per questa ragione può si influenzare il secondo valore che influenza la quantità di luce catturata (prendendone solo una parte) ma non può in nessun modo alterare il primo valore, perchè non deforma la luce, lascia inalterata la curvatura delle lenti originali.

Quello che non si esprime mai è che la lunghezza focale corrisponde un angolo focale, ovvero l’ampiezza angolare che la lente cattura dal mondo.

Quando si parla di crop (RITAGLIO) di una lente 50mm quello che si ritaglia è l’angolo focale, ovvero invece di avere la focale di un 50mm avremo l’angolo focale di una lente maggiore, ma la distorsione prospettica è sempre quella del 50mm.

Quando sentite parlare di usare 35mm perchè con crop 1.6 si avrà un 50mm state lontani dal sito, dal video, dalla persona, perchè significa che ignorano i principi base di ottica e di fotografia.

Come si sceglie una focale?

dipende da ciò che volete ottenere, il 50mm offre la distorsione prospettica uguale a quella della visione umana, quindi offre una immagine naturale, se scende verso i grandangoli, essi danno maggior enfasi alla prospettiva, quindi in movimento gli oggetti, soprattutto quelli laterali sembreranno muoversi, fuggire più rapidamente, e se vi avvicinate agli oggetti andranno a distorcersi. Se salite verso i teleobiettivi le prospettive si schiacciano, gli aggetti sembrano più vicini tra di loro e quindi a seconda di quello che si vuol far sembrare possono aiutare a rendere anche più piacevoli ritratti e immagini.

Naturalmente nella scelta della focale c’è sia un discorso estetico che un discorso di gusto, io non amo i grandangolari spinti, che trovo troppo televisivi, ma c’è chi ne ha fatto il suo stile vincendo tre oscar (Emmanuel Lubensky), quindi ci sono diversi fattori in gioco. Di sicuro se si fa un ritratto con un grandangolare il risultato può essere grottesco, ma se voluto… va bene… in questa immagine si vede molto bene come la distorsione del grandangolare possa alterare la forma del viso, eppure la persona è la stessa.

La focale fa la differenzaNon significa che non si debbano usare, anzi, ci sono registi che amano quel tipo di visione come il grande Terry Gilliam, che spesso usa grandangolari per enfatizzare le prospettive, oppure Samuel Raimi che nacque con grandangolari molto spinti nelle sue prime produzioni per necessità sia di costi che di gestione degli spazi, e innamoratosi di quel tipo di estetica si è portato questa estetica lungo il suo cammino a Hollywood.
Altri come Hitchcock aveva preferenze sul trittico classico 35mm, 50mm, 85mm, e saltuariamente agli zoom, abituato anche alla produzione televisiva massiva, un regista avanti con i tempi senza sacrificare la qualità dei suoi progetti.

Qui potete trovare una serie di esempi di come il crop non sia realmente un problema.


Pellicola vs Digitale

pellicolaDa anni ci sono contenzioni tra gli amanti della pellicola e del digitale, di come uno o l’altro mezzo sia meglio per riprendere, che il cinema vero è solo quello girato in pellicola, etc etc.

Personalmente sono dell’idea che se il mezzo condiziona la narrazione a tal punto, forse chi usa il mezzo è talmente scarso da far notare la sua carenza registica, di struttura e narrazione da far notare allo spettatore che si usa uno strumento piuttosto che l’altro, e male, visto che lo spettatore lo nota….

edito l’articolo perchè qualcuno che in un modo o nell’altro ha influenzato il mondo della produzione pellicola e digitale ha fatto un discorso interessante…

Interview to George Lucas

Comunque, visto che di solito sono discussioni che dovrebbero essere di natura tecnica, e si portano avanti esempi dei registi che oggi vogliono fare gli elitari usando la pellicola invece che i loro colleghi più “rustici” che usano il digitale come James Cameron, Spielberg, Coppola, Scorsese, Lucas e direi che bastano questi nomi per definire questi strani personaggi che s’incaponiscono nell’ usare il freddo e limitato cinema digitale… che gentaglia… vediamo di capire realmente a livello tecnico quali sono i pro e i contro dei due media.

Quando si parla di pellicola vs digitale si devono portare termini di paragone coerenti, per cui se parlo di una vdlrs devo paragonarla ad 16mm granulosa, non certo ad una s35 80 asa… come quando parlo della Pellicola si deve vedere quale pellicola, quale emulsione e in quali condizioni la facciamo lavorare contro una cinepresa digitale di fascia paragonabile, altrimenti è facile vincere un confronto se metto una Ferrari a fianco ad una utilitaria base col freno a mano tirato.

Partiamo da una premessa tecnico pratica : il cinema è cinema perchè la luce, l’inquadratura, le lenti e tutto l’insieme del processo è curato dall’inizio alla fine, se poniamo una ottima pellicola in assenza di luce o in low light, la si espone male, la si tira come sensibilità, si pone una cattiva lente davanti, viene sviluppata male, la stampa finale viene curata alla buona e il proiettore pellicola non è nello stato di grazia, l’immagine sarà BRUTTA, Granulosa, chiusa, poco definita, insomma non cinematografica.

Se poniamo un sensore digitale di buon livello in condizioni di luce ottimali (come si fa al cinema) avremo immagini cinematografiche di ottima qualità, che mescolate a riprese fatte in pellicola non si distinguerà da essa (succede più spesso di quanto credano i detrattori del digitale, ma non lo sanno).

La pellicola, per come funziona l’emulsione, il suo costo, il metodo (unico) di lavorazione non permette sbagli, per tale ragione chi usa la pellicola la lavora al meglio, e quindi ottiene il meglio delle immagini. Per chi ha dubbi cerchi qualche filmino di famiglia  s8 o 16mm e vediamo se la qualità amatoriale delle immagini viene “salvata” miracolosamente dal fatto che è stata usata la pellicola al posto del digitale, se le immagini sono perfette, le esposizioni magicamente di bilanciano, la profondità delle immagini (non la sfuocatura) appare perchè è la pellicola a fare tutta la magia…

Sono abbastanza stanco di sentir dire che la pellicola è meglio, ha più gamma dinamica (da gente che non sa neanche cosa sia la gamma dinamica) del digitale, che è più naturale (in teoria sarebbe vero ma solo a determinate condizioni, leggere in coda la parte relativa alla visione delle immagini), contro il freddo sistema digitale. Sono due mezzi diversi, ma a seconda delle situazioni, uno ha vantaggi rispetto all’altro.

Vantaggi :

Ripresa in Pellicola :

  • Cambiando il rullo con la stessa macchina si può lavorare con sensibilità diverse reali (nel digitale sono simulate).
  • In caso di lavorazioni in situazioni estreme la pellicola in modalità completamente meccanica può lavorare dove il digitale può fermarsi (freddo caldo campi magnetici etc).
  • La capacità di catturare più o meno contrasto (gamma dinamica) la si può cambiare con il cambio pellicola (nel digitale si deve cambiare corpo macchina).
  • Non esistono problemi legati alla cattura delle immagini in movimento veloce nè distorsioni date dalla lettura delle immagini (alcuni sistemi di ripresa digitale li hanno vedi rolling shutter e simili)
  • E’ uno standard da 100 anni e le regole di lavoro sono consolidate e note, raggiungibili anche dai non addetti ai lavori in brevi ricerche.

Ripresa in Digitale :

  • Si può vedere in real time quello che sarà catturato e rivedere subito esattamente quello che si è catturato in camera.
  • ha un costo leggermente più basso della pellicola per ripresa (a livello professionale con un girato che  pesa 20 giga al minuto per ogni camera, quindi lo spazio su dischi e chi gestisce il flusso dati sono un costo da aggiungere e da considerare).
  • Si possono controllare al volo gli effetti per riprese multiple di vario tipo.
  • Una cinepresa digitale di basso livello, ma ad alta qualità è abbordabile anche da un filmaker, una cinepresa 35mm ma soprattutto la pellicola non lo sarebbe mai.
  • Alcune macchine simulano esposizioni a iso più alti che possono aiutare a comprendere meglio come gestire la scena in post o a riprendere ove non è possibile (Lubesky scelse la Alexa per poter avere un’ora in più di luce naturale per The Revenant).
  • Sul set si possono generare copie identiche del negativo digitale, per ovviare ai rischi di danneggiamento o perdita delle riprese, cosa non possibile con la pellicola

La gamma dinamica della pellicola

Quelli che vedete qui sotto sono range dinamici pubblicati o stimati di pellicola e dispositivi digitali. Naturalmente si parla della capacità migliore di cattura dell’immagine nella situazione migliore, ma se non ci sarà abbastanza luce, se non saranno riempite correttamente le ombre etc, la gamma dinamica si riduce notevolmente.

Tmax 400 film (0.58 CI)                           3.4d    19.5 stops      Pellicola fotografica bianco e nero
Tmax 100 film (0.58 CI)                            3.0d    17 stops         Pellicola fotografica bianco e nero
Tri-X 35mm film (0.58 CI)                       2.4d    13.5 stops      Pellicola fotografica bianco e nero
Tri-X 35mm film (0.75 CI)                       2.4d    10.5 stops      Pellicola fotografica bianco e nero
Kodachrome 25, 64, 200 (1.4 gamma)  3.7d    8 stops            Pellicola fotografica colori
Ektachrome 100 (1.4 gamma)                 3.4d    7.5 stops         Pellicola fotografica colori
KODAK VISION3 500T Color Negative Film 5219 / 7219     14-15 stops pellicola cinematografica
Human eye (no iris change)                    150:1    7 stops
Arriflex Alexa, Alexa 65, Amira                           14 stops
Red Scarlet, Raven, Epic, Weapon                     16,5 stops
BlackMagicDesign Cinema Camera                   14 stop
BlackMagicDesign Cinema Camera 4K             13 stop

Come si può vedere tra la pellicola cinematografica classica e le cineprese digitali di alto (red e arriflex) e basso (digital bolex, kineinfinity e Blackmagic) non ci sono delle differenze reali, ma al contrario siamo esattamente nello stesso range, addirittura diverse red hanno un range ancora più ampio. Questo non significa che il digitale sia meglio della pellicola, ma semplicemente possiamo ottenere gli stessi risultati.

Perchè la ripresa in pellicola sembra sempre migliore del digitale?

ghostbustersse si pongono i due media nella stessa condizione di catturare la stessa luce, queste macchine lavoreranno nello stesso modo e vi daranno la possibilità di catturare la stessa immagine, quello che di solito capita è che la pellicola costa, e nessun dilettante può permettersi di giocare con 16 o 35mm quindi quel tipo di cinepresa lavorerà in situazione professionale con persone che sanno usare, esporre, gestire la pellicola per farla rendere al meglio, mentre il digitale con i suoi teorici automatismi da l’illusione che chiunque noleggi una red per un giorno possa tirar fuori delle immagini cinematografiche, senza curare luce, contrasto, scenografia costumi, trucco etc…

Il digitale rispetto alla pellicola non è uno, ma tanti modi di catturare le informazioni e se non vengono catturate tutte (raw o almeno in log a 10bit) bisogna saperle trattare e gestire per evitare la nascita di difetti, artefatti o castrature varie alle informazioni originali, e questo causa poi cattive recensioni alle macchine e al digitale di per se. Chiunque ha dubbi suggerisco di fare una semplice prova, si compri un rullo di 16mm e affitti una buona arriflex, una coppia di lenti 35-50mm zeiss e faccia una prova di ripresa in basse luci, la faccia sviluppare e vediamo se è la pellicola a fare il miracolo o è la bravura del direttore di fotografia a far catturare tutte le informazioni necessarie.
Diciamo che la visione della ripresa in pellicola è migliore della visione digitale, che forse è la grande differenza in cui si percepisce molto meglio tutto il risultato.
Inoltre la grana della pellicola offre una particolare percezione dell’immagine, che essendo diversa da un fotogramma all’altro non è direttamente percepibile dal cervello, ma ha una struttura organica piacevole che “amalgama” l’immagine, che non è replicabile con la semplice applicazione della grana in post, che spesso è statica o non proporzionale alla luminosità dell’immagine come con la pellicola.

La visione delle immagini Pellicola vs digitale

occhio

è fondamentale fare un chiarimento per il quale pur preferendo girare in digitale preferisco la proiezione in PELLICOLA :
quello che cambia è la percezione delle immagini e non il mezzo con cui le catturiamo a fare la differenza.

parliamo di come il nostro occhio vede il mondo reale :
la luce viene catturata dal nostro occhio, il cervello in micromillesimi di secondo apre e chiude la pupilla dilatando o no l’iride per recepire un maggior numero di informazioni, in pratica quello che Paul Devebec ha inventato negli anni 90 con le fotografie stratificandole per creare una HDR, l’occhio umano lo fa da milioni di anni, perchè l’occhio umano di per se ha la capacità di percepire una gamma dinamica più limitata, ma dato che in microsecondi aggiusta “l’esposizione” passa da circa 7 a 100 stop di gamma dinamica.

Quando un occhio percepisce un’ immagine questa si imprime sulla retina per un periodo X che si chiama persistenza retinica, questo periodo è diverso a seconda delle persone, il valore medio è quello che permette a tutti di vedere 24 fotogrammi al secondo e percepire il movimento corretto e fluido.
Quando si vede una immagine da pellicola il proiettore compie una azione ben precisa :
1/48 mostra l’immagine proiettata sullo schermo, 1/48 chiude il fascio di luce per passare al fotogramma successivo.

Questa alternanza tra luce e buio veloce fa si che l’immagine persistente sulla retina si abbassi come luminosità prima dell’arrivo della successiva, e si fonda con la successiva creando una alternanza più piacevole e quindi il movimento, il cambio d’inquadratura e tutto il resto funzioni meglio. Non a caso il sistema di visione principale della televisione nasce come interlacciato per fondere i fotogrammi tra di loro e dar loro maggior fluidità.

La proiezione digitale comporta invece una alternanza dei fotogrammi senza lo spegnimento tra un frame e l’altro e questo fa si che l’immagine sia si più luminosa, ma mancando questo processo di alternanza della luce le immagini possano più facilmente presentare effetti stroboscopici o problemi negli stacchi. I nuovi proiettori digitali come le nuove cineprese (arriflex) ripresentano il principio dell’otturatore a farfalla che mima questo processo, anche se non necessario come per la pellicola, ma fondamentale per i risultati di visione e percezione corretta delle immagini.

Se si riprende in digitale e si proietta in pellicola si ha la certezza che per quanto possano rovinare la pellicola o sottoalimentare la lampada colori e tutto il resto saranno abbastanza fedeli al progetto originale, mentre oggi come oggi i proiettori digitali potrebbero essere manipolati e ulteriormente mal tarati come luminosità etc da fare più danni alla proiezione, senza contare che chi ha comprato un proiettore digitale con i vari incentivi statali nel 2009 (lancio di Avatar e il 3d) di sicuro oggi non spende soldi per cambiarlo con uno con otturatore a farfalla solo perchè si vede meglio, anzi facilmente sottoalimenterà la lampada, come si faceva con i vecchi proiettori a pellicola, per farla durare di più perchè ha un costo, e tanto la media degli spettatori non se ne accorgono … come non si accorgono di immagini tagliate sopra e sotto perchè proiettate con aspectratio sbagliato, colori sbagliati, audio sfasati e mille altri problemi.

Un tempo si aveva l’idea che creare un DCP (Digital Cinema Package) fosse un modo per creare una immagine del proprio film che tutti avrebbero visto allo stesso modo, purtroppo è vero fino ad un certo punto perchè si deve avere un proiettore tarato al meglio, correttamente tarato per schermo e distanza, lampada alimentata al 100% e schermo in scotchlite o equivalente moderno che restituisca in modo lineare la luce, altrimenti i risultati saranno x e quindi nuovamente avremo dei Delta di differenza sul contrasto, sulla luce, sul colore delle immagini.

Pellicola verso digitale o forse formato contro formato?

personalmente preferisco usare il mezzo che mi piace di più, che mi offre libertà creativa espressiva, quando ho iniziato a fotografare in pellicola più di 35 anni fà (ho iniziato da molto piccolo) ottenevo alcuni risultati, e all’epoca da dilettante credevo a chi mi diceva che per ottenere mezzi migliori si doveva cambiare la macchina fotografica, perchè ci voleva la macchina fotografica professionale, poi a 18 anni mi fu regalata una ottima reflex dai miei genitori, e ci fu un piccolo salto in avanti, ma non ottenevo quello che volevo, eppure avevo la macchina, avevo la pellicola…

con la pellicola, con i suoi costi, ho imparato ad inquadrare meglio, a gestire meglio l’attimo e catturare il momento, ma non ottenevo quello che volevo.
con il digitale, con la sua immediatezza ho imparato a illuminare meglio, a gestire in manuale la camera, e ottenere quello che volevo … scattando in pellicola, perchè all’epoca il digitale era più limitato come gamma dinamica, dettaglio e controllo delle immagini.

da qualche anno il digitale offre le stesse potenzialità della pellicola ma con tanti vantaggi, per cui chiunque voglia lavorare al meglio con il digitale o con la pellicola ha la possibilità di scegliere, sapendo quali sono i vantaggi di uno o dell’altro media.

Naturalmente come nella pellicola ci sono tanti formati a partire dal 8 e super 8 fino al 70mm e imax, anche nel digitale abbiamo formati low end e high end, quindi quando si vorrà fare un confronto, non si deve pensare di confrontare il 35mm cinematografico con la videocamera hd di scarso livello, ma si deve paragonare il materiale di pari livello, altrimenti è inutile.

Comunque per i fautori del digitale vs pellicola, vorrei ricordare che la pellicola per essere di alta qualità e definizione deve lavorare a bassi iso, infatti kodak basa la sua produzione principale su pellicola CINQUANTA iso, se proprio vogliamo spingere nel low light troviamo la splendida VISION3 500T Color Negative Film 5219/7219 della Kodak, una emulsione eccezionale che si può esporre a 500 senza timore di tirar su grana o altro, con una ottima risposta nelle alte luci, con un trattamento che riduce fortemente la presenza di grana visibile, ma che nelle condizioni dove il digitale di solito si spinge molto oltre, richiede luce, tanta luce… cosa che di solito i fautori della pellicola dimenticano, perchè tanta luce non è solo un problema logistico economico, ma anche di gestione a livello pratico, per nascondere le luci, per gestire i movimenti camera etc, quindi appannaggio solo di un certo tipo di film, di genere e budget.

La pellicola NON ESISTE a 12.800 iso… la pellicola cinematografica men che meno, questa è la più sensibile, ma in media si lavora tra i 250 e gli 80 iso, e la si deve trattare bene. Andrew Laszlo (famoso DoP), prese l’abitudine di tirare (forzare nello sviluppo) la pellicola per determinati film, per dare più l’idea di riprese documentaristiche per film come i Guerrieri della Notte, Rambo, I guerrieri della palude silenziosa; scelte fatte a priori, non come oggi che si fa tutto in post, perchè all’epoca non si poteva, o si partiva in un certo modo, o non si otteneva quel risultato.

Ma la pellicola non fa la magia?

kodak s8Di recente Kodak ha deciso di rilanciare la pellicola s8, con una cinepresa con ausilii digitali, per gli amanti del genere.

Sono curioso di vedere i risultati di questo esperimento, Kodak vi aiuta vendendo una cinepresa semi amatoriale con LCD FullHD per vedere le immagini che state per riprendere, farà una scansione della pellicola che farete sviluppare, che vi fornirà con lo sviluppo del prodotto.

Sono curioso di vedere quanti compreranno per 750 $ una cinepresa s8 come quelle che si possono comprare usate a 50$, che registra su una cartuccia di pellicola il video, e l’audio su una scheda SD.

Ogni 3 minuti di ripresa tra acquisto cartuccia, sviluppo e scansione digitale COMPRESSA costa solo 80$. Poi si deve mettere a sinch con audio, perchè la card SD non si manda al laboratorio.

Il tutto per un prodotto che sarà tra sd e hd, perchè anche la scansione non compressa di una pellicola s8 da 50 asa non ha abbastanza linee per superare un buon 1280×720, non esistono fisicamente i dettagli, e dubito che abbiano pensato ad un meccanismo preciso come quello delle cineprese 16 o 35, per cui le oscillazioni della pellicola in scorrimento muoveranno il piano focale rendendo meno nitida l’immagine…

Si, ammetto sarcasmo, ma è scontato… oggi come oggi ha senso prendere una buona cinepresa meccanica 16mm, per le quali ottiche e meccaniche hanno un senso rispetto alla qualità offerta, ma una cinepresa s8 da quasi 1000$ a 80$ ogni 3 minuti la trovo ridicola…
ho fatto una ricerca veloce, una 16mm seria si trova usata tra i 150 e i 300 euro, una giuntatrice pellicola per 30 euro, se si fa una ricerca lavorare in 16mm costa poco meno del doppio ma con una vera qualità…

Uno dei grandi turningpoint della pellicola sta nel fattore di “devo pensare prima di fare”, ovvero dato che costa e le scelte in camera influenzano tutta la catena, si devono prendere delle decisioni, stabilire stile e risultati, il che fornisce sempre una resa migliore che postprodurre all’infinito, ve lo dice uno che di post ne fa e tanta…

porto di santa margherita ligure di notte

Esempio di shooting a 400 iso

Detto questo la mia cinepresa preferita lavora a 400 iso e illumino, e/o uso le luci per ottenere l’atmosfera che mi interessa, e direi che si possono ottenere risultati interessanti e piacevoli, anzi ammetto di avere una certa repulsione per gli eccessi di capacità luminosa perchè si va oltre le immagini naturali.

Comunque a 400 iso si possono catturare comunque immagini interessanti, e se cliccate sulla foto e vedete il file a dimensione originale ci sono tutti i dettagli che servono, e una sottile grana piacevole da vedere in movimento.

chiudiamo con qualche dettaglio sgradevole della pellicola che nessuno vi dice, ma molto inquietante per chi investe energie e denaro sulla pellicola…

  • la pellicola che voi mandate a sviluppare non è garantita, se accade qualcosa durante un bagno, durante lo sviluppo un acido si degrada o altro, vi verrà restituita da contratto una quantità di rulli vergini pari al girato perso, nulla più… anche se vi chiamate Roger deakins e ci avete messo l’anima (motivo per cui è passato di recente al digitale dopo un incidente occorso durante lo shooting del suo ultimo film dei Fratelli Cohen).
  • se durante la ripresa un elemento anche minuscolo graffia o danneggia l’emulsione voi lo saprete solo a sviluppo fatto, se va bene due o tre giorni dopo, se siete Micheal Bay, quindi magari gli attori sono in un altro paese quando vi accorgete di aver perso il vostro unico ciak buono
  • Avete un unico negativo master, da tenere come sacro, da gestire con l’autoblindo, perchè da quello poi ricaverete il materiale per il film, e finchè non verrà digitalizzato (perchè tanto si passa sempre dal digitale, il taglio negativo si è abbandonato da anni e anni) ne avete uno solo, delicato e a rischio.
  • se la pellicola per una qualunque ragione ha preso caldo, freddo, umido, avete una partita andata a male o altro non vi accorgerete di nulla durante le riprese…
  • la pellicola è molto inquinante e smaltirla inquina l’ambiente non poco…

detto questo ho la mia bella scorta di negativi, pellicole, s8, 16mm in scatole a tenuta ermetica, con gel di silicone per proteggerli dall’umido, che ho digitalizzato per poterli rivedere. La mia Nikon 601 analogica è stata mandata in pensione diversi anni fa, anche se ogni tanto viene riesumata giusto per giocare col bianco e nero, ma trovando sempre più limiti nella pellicola, e interessandomi i risultati e non il mezzo con cui li ottengo, ormai è un oggetto da collezione.

 

 


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