Tutto è possibile

Autore: carlomacchiavello Pagina 34 di 39

Filtri Neutri Fotga 4×4

Molto spesso i filmaker acquistano un mattebox e poi si ferma li, perchè i prezzi dei filtri costano spesso quanto il mattebox stesso… ma non sempre…

A seconda dei prodotti si possono trovare dei filtri di qualità discreta, senza spendere follie, ma il problema dei filtri è la qualità, se la qualità è bassa ne soffre tutta l’immagine perchè si perde in nitidezza, e quindi per risparmiare qualche decina di euro si finisce col peggiorare tutta la qualità dell’immagine.

Oggi ho testato i filtri neutri di un produttore cinese che si trova sotto il nome di FOTGA su Ebay. Sono partito prevenuto, perchè i filtri che in precedenza avevo provato mi sfuocavano le immagini e avendo usato sempre fotocamere della serie Lumix, note per la pulizia e la nitidezza dell’immagine, non aveva senso.

I filtri 4×4 sono filtri di base costosi; il kit di cui parliamo è composto da 3 filtri ND2, ND4 e ND 8, che per le normali situazioni di luce sono più che sufficienti. Il Kit esiste sia di ND completi che ND sfumati, utili per gestire le esposizioni di situazioni come cieli molto luminosi e simili.

Come ho eseguito il test?

  • Camera sul cavalletto Lumix GH3
  • Settata camera su compressione 24p Intra 72mbits
  • Fuoco manuale su tabella dei fuochi, che permette di verificare la caduta della nitidezza
  • Bianco su tabella
  • Prima ripresa senza filtri
  • Ripresa 2 sec per ogni filtro dopo aver rifatto il bianco per ogni filtro

Risultato?

WB_ND_0 WB_ND_2 WB_ND_4 WB_ND_8

 

 

 

 

 

 

 

Come potete verificare dalle immagini, non ci sono perdite evidenti di nitidezza anche a ND8, e non ci sono dominanti particolari se non al di sotto del 0,1% quindi nulle.

Quindi posso dire che per una spesa di poco più di un centinaio di euro potete avere il doppio Kit ND2, Nd4 e ND8 sia semplici che Sfumati.
Se avete speso un paio di centinaia di euro per il Mattebox con portafiltri, potete investire su questi filtri certi che vi potranno aiutare nel controllare la luce senza perdere in qualità sull’immagine.

Update 2015 :

Ho testato questi filtri con un canon 17-55 2.8 IS, lente in downstop a 5.6 con una BlackMagic camera 4k.
Sorpresa: si sono rivelati più che nitidi e buoni di quanto mi aspettassi, ho ripreso in 4k raw delle tabelle di fuoco e dal filtro nd2 fino a nd8 non ho perso in dettaglio, hanno superato le mie aspettative.

https://youtu.be/OJxRXPksX38

PRO :

  • economici, ma di qualità ottica buona, anche a ND8 la distorsione colore è nella norma, come altri filtri ND senza filtro IR
  • leggeri e forniti in doppia confezione con pellicole trasparenti per proteggerli durante il trasporto
  • essendo in resina una eventuale caduta, se non siete sfortunati che si riga, non li manda in frantumi come con i filtri di vetro
  • la sfumatura è abbastanza morbida da poterli usare per sfruttare spesso tutta la gamma dinamica della camera

CONTRO :

  • sono di resina, quindi vanno puliti ogni volta che si estraggono dalla confezione perchè per elettricità statica attirano la polvere e pelucchi di ogni tipo.
  • la resina non ha un coating per ridurre i riflessi sul filtro, quindi si deve fare attenzione, ma è anche vero che un ND in vetro di qualità con coating antiriflesso costa 2-3 volte tutto il kit dei 6 filtri.
  • sono più delicati e facili da rigare contro il classico filtro in vetro, ma se cadono è più facile che si salvino.

In conclusione un buon rapporto qualità prezzo come prodotto.

Update 2015B:

Quando si pone un filtro ND molto forte di fronte ad un sensore moderno, c’è il rischio di dominanti e cambi di colore, questi nascono non tanto dal colore del filtro, quanto da un fenomeno chiamato IR Pollution, ovvero non filtrando correttamente i raggi Infrarossi, ma alterandone la frequenza il filtro altera più o meno notevolmente il colore della luce in determinate aree, causando dominanti colorate di rosso, marrone etc sui colori scuri.

Per evitare questo problema quando si pone un filtro ND molto forte, si deve porre anche un filtro IR Cut, oppure usare filtri ND che siano trattati per tagliare quelle frequenze.

A seconda dei sensori, fotografici e cinematografici, si devono tagliare frequenze diverse, quindi un filtro ND che va bene su un sensore, potrebbe non essere adatto su un altro, per cui il filtro ND che va bene su Red non è detto che vada su Alexa o BMC, e viceversa.

Ho fatto un test relativo proprio a questo problema con la bmpc4k, e a sorpresa, la dominante diventa evidente solo quando si mettono a stack più filtri tra di loro. Nell’uso comune invece i vari filtri sembrano non introdurre una evidente dominante da preoccupare nell’uso comune di questi filtri.

Partiamo dal principio che quella minima dominante introdotta fosse un problema, vuol dire che lavoriamo ad un livello molto alto per le immagini, quindi ci sarà il budget per acquistare sia un filtro IR serio che filtri ND di alto livello, che costeranno ognuno almeno una decina di volte il costo dell’intero kit.

In questo video vedete le immagini confrontate direttamente, e se volete sperimentare su di esse potete fare il download dei dng originali.

 


Panasonic Lumix GH3 una fotocamera per i VideoMaker

DMC-GH3

Dopo aver usato per due anni la sorellina Lumix GH2, ho testato la nuova nata di casa Panasonic, Lumix GH3, una cinepresa digitale nascosta nel corpo di una mirrorless…

Dalla nascita della Nikon d90 che realizzava filmati a 1280 x 720, i filmaker avevano capito che tante cose sarebbero cambiate… Canon ha sdoganato il concetto di ripresa con le HDSLR, e Panasonic ha imparato tante cose, dagli errori e dalle mancanze della concorrenza…

Cosa offre la nuova Lumix GH3 al filmaker?

La camera nasce con caratteristiche orientate alla ripresa professionale. Dopo una partenza quasi in sordina con la GH2, Panasonic ha corretto il tiro ottimizzando il comparto video della nuova camera.

  • Tre diversi modi di gestire il video, codificandolo in Mjpeg, Avchd e infine in contenitore MOV con frame rate variabile da 60 a 24 a seconda delle impostazioni di ripresa, tutte in FULLHD.
  • Qualità nativa del mov I-frame sia a 50 che a 72 mbits eccezionale, non è necessario attualmente di Hack (vedi GH2 con Flowmotion e simili) per estrapolare dal sensore la straordinaria qualità di questa macchina. (magari per un raw…)
  • Codec robusto e pulito, no blocking o altre schifezze nelle ombre.
  • La modalità slowmotion permette di avere un filmato 24p girato a 60P quindi un vero slowmotion del 40% in fullHD in camera.
  • Time code video running free o impostabile manualmente
  • Uscita HDMI PULITA 4:2:2 8 bit per una registrazione esterna del video senza ombra di moires (presente leggermente nelle registrazioni in HighFreq).
  • Zoom con pixel 1:1 per messa a fuoco manuale degli obiettivi lumix o manuali che funziona anche con monitor esterno collegato via HDMI (cosa che non faceva la GH2)
  • Uscita cuffie che può essere usata per monitorare l’audio registrato (modalità rec sound) oppure per registrare esternamente l’audio (modalità realtime, passante senza la compressione dell’audio).
  • Ingresso microfonico a 3,5 mm con regolazione interna di ben 19 livelli audio, un ingresso remote per il controllo a distanza.
  • Connessione Wi-fi con app per Iphone, Ipad, Android per controllo remoto, visione a distanza e altro.
  • Nuovo monitor Oled luminoso e orientabile per riprese in condizioni e angolazioni complesse.
  • Temporizzatore integrato per la creazione di Timelapse senza necessità di prodotti esterni.
  • Buona sensibilità di luce e ombra, con sensibilità nativa di 200 iso.
  • Utilizzo completo del sensore e riduzione del formato al FULLHD usando la tecnica del pixelbinning eliminando problemi come aliasing delle camere che usano il line skipping.
  • A monitor è possibile visualizzare livelli audio, griglie, giroscopio che aiuta a vedere se la macchina è in bolla, istogramma di esposizione, Indicatori di sovraesposizione, e molto altro ancora…
  • Corpo pesante e robusto, tropicalizzato, battery pack previsto con contatti sottostanti alla camera (purtroppo con una sola batteria, ma attendo un battery pack compatibile con più batterie).
  • Batteria che in video mi dura quasi tre ore, da record (obiettivi manuali non stabilizzati).
  • Il corpo presenta diversi bottoni personalizzabili che ci permettono di ottimizzare l’uso della macchina a seconda delle abitudini e delle scelte personali di lavoro.
  • Sistema di finestra di zoom per il controllo del fuoco touch orientabile sull’ LCD.
  • Sensibilità molto più alta per le riprese in low light con regolazioni di settaggi dell’immagine per bilanciare il rapporto tra riduzione rumore e qualità dell’immagine finale.
  • Ottimizzazione della scansione del sensore che presenta meno rolling shutter della gh2
  • Autofocus molto più veloce della GH2, e comandabile (come GH2) tramite LCD touch toccando l’elemento che deve rimanere a fuoco.
  • Sensibilità maggiore e maggior pulizia ad alti iso rispetto gh2 senza perdere definizione, si possono usare fino ai 1600iso senza particolari perdite.
  • Il modulo WI-Fi da la possibilità di scaricare le foto subito dopo lo scatto, che normalmente sarebbe poco utile, ma fa si che si possa usare più comodamente la gh3 per la stopmotion gestita via software.
  • Funzione TimeLapse di serie all’interno della camera e preview come filmato direttamente IN CAMERA.
  • Gamma dinamica generale più estesa e molto vicina ad una concorrenza che costa il doppio del prezzo (vedere sotto il test della dinamica effettuato da Dpreview tra la MkIII e la GH3), anche se tutti gli estimatori della MkIII dicono che ci sono differenze mostruose tra la loro camera e le altre… ma le avranno mai provate con test sistematici, e verificate a livello strumentale?

MkIII vs GH3

Cosa non mi piace?

  • Iso 200 minimo in video, nessun modo per emulare un iso più basso… il che significa che nella maggior parte delle riprese in esterno devo essere ben attrezzato con filtri neutri, perchè la sensibilità minima è molto molto alta.
    Avrei gradito una qualche forma di downsampling degli iso, come gli iso estesi che ci sono nel comparto foto anche per il video, speriamo che il buon Vitality ci possa mettere mano…
  • I diversi preset colore differiscono di poco a livello di gamma tonale, mi aspettavo di più, abituato alla GH2 dove i diversi profili hanno differenti gamma di lavoro, ma la ricchezza offerta è già molto buona.
  • Con il 20mm 1.7 Lumix ogni tanto ha incertezze di messa a fuoco che non riscontro con il 14-42 powerX. Panasonic farà uscire un update firmware e risolverà, come per il 12-35 che è stato già aggiornato.
  • Alcuni elementi di setup sono presenti solo nei menù fotografici e non in quello video da elenco, ma riappaiono nel quickmenù, ad esempio se voglio disabilitare lo stabilizzatore, ho la voce di menù nel comparto fotografico, mentre nel video no, per disabilitarlo devo andare in modalità foto, disabilitarlo e tornare in video… ma nulla che un aggiornamento firmware non possa aggiustare, però è noiosa la cosa.
  • Manca il focus peak, di cui si era parlato (intervista video di un ingegnere panasonic),ma misteriosamente non presente, sulla gh3, però sulla GF6 è presente come features… apparirà con un prossimo firmware?
  • E’ inconcepibile che non si possano settare diversamente shutter e iris tra reparto fotografico e reparto video.
  • In preview prima di premere REC c’è ancora una differenza di qualità (minore di quella registrata) nel monitor di preview come nella GH2. Non è comprensibile il perchè… se la macchina in registrazione (quindi al massimo carico di lavoro dei processori) può avere la preview corretta come qualità, perchè non può quando non c’è la registrazione attiva?
  • la App lumix prevede l’avvio della registrazione in remoto via WI-fi, ma da quel momento la macchina è cieca, quindi non si può spegnere la registrazione e il flusso video non arriva più via wi-fi, quindi praticamente va bene per un autoscatto da cellulare e poco più.
  • la app Lumix prevede una volta collegata alla camera di trasferire al cellulare o al tablet solo le foto in jpeg, non ci sono sistemi di conversione al volo delle raw al jpeg per il trasferimento.
  • non esiste (ad oggi) un SDK per sviluppare supporto per la connessione wi-fi o USB, quindi non si possono agganciare software di remotaggio esterno (StopMotion, timelapse speciali, Motion Control, etc) alla macchina.
    E/o non si può sviluppare custodie stagne per riprese subaquee con controllo remoto, ma si deve poter agire meccanicamente sui bottoni, con conseguente innalzamento di costo della custodia e maggiori rischi di infiltrazione
  • Il battery pack contiene una sola batteria aggiuntiva anche se c’era spazio per due batterie.

Moires sulla GH3

In rete si parla di Moires sulla GH3 e non sulla GH2, ebbene si, è presente del moires sulla camera, in particolare usando gli obiettivi Lumix viene evidenziato in maniera maggiore, ma parliamo di piccolezze, ovvero quando andiamo a riprendere a diaframmi molto chiusi immagini con dettagli ad alta frequenza, quindi molto molto fini.

Per testare il moires potete vedere cosa ho fatto qui sotto, un filmato (da vedere nell’originale fullHD) dove il materiale girato è stato buttato in sequenza su una timeline aftereffects e fatto scorrere con i valori di contrasto e sharpness da un estremo all’altro senza vedere differenze particolari sul leggero moires della macchina.

Se volete scaricare il file originale, lo potete fare da qui, anche perchè per giudicare il file video va visto in FULLHD senza passare per la compressione di Youtube.

Lavoro con filmati di diverse DSLR, spesso con altre marche sono abituato a vedere le “bisce che si contorcono” e “i nugoli di mosche” sui dettagli ad alta frequenza.
Vedere questo tipo di artefatti sulle immagini della GH3 per me è come dire che il moires è inesistente, soprattutto perchè nell’atto pratico poi non li ho ritrovati sui filmati, perchè dovete trovare quella esatta combinazione di frequenza, distanza camera e fuoco…

Curiosità:

L’uscita HDMI è esente da moires, per cui mi viene da pensare che nasca nella compressione video, probabilmente un futuro hack, o una leggera variazione sul bitrate da parte di panasonic, o sulle tablelle di compressione potrebbero eliminare completamente il problema.

Conclusioni:

Una camera ottima per le riprese video, per la fotografia è paritaria alla gh2, soffre (teoricamente) di un raw a 8 bit, e una latitudine di posa in raw scarsa se confrontata con le entrylevel di nikon e canon dove a metà prezzo offrono raw da 12 e 14 bit, ma non si può avere tutto, l’ho acquistata per fare riprese non per fotografia, anche se comunque… se la cava bene anche in quel comparto.

Note finali: questa veloce review (ce ne sono tante e più estese, la migliore la trovate su Dpreview, dei veri professionisti della recensione delle DSLR) è una serie di osservazioni pratiche e pragmatiche da parte di un videomaker, poche chiacchere e molta sostanza. Sarà sempre in working in progress, perchè man mano che uso la camera aggiornerò la recensione e potrò dire di più su questo straordinario strumento di lavoro. Magari tra un mesetto la posso completare e corredare un minimo reel di immagini girate tutte con la GH3, in luce e ombra, di giorno e di notte 😀

Aggiornamento: ho pubblicato una breve review della parte fotografica della Lumix GH3 qui

Rewrap dei file, come gestirli al meglio rapidamente.

Come si gestisce un rewrap sotto MacOsX usando software free

Alle volte basta poco per semplificarsi la vita, ma basta ancor meno a complicarsela… Quando si lavora con diverse telecamere e con dslr che utilizzano la struttura dell’AVCHD si può avere qualche problema a gestirli da programmi di montaggio e post, perchè usano il formato MTS come contenitore, e una serie di cartelle e sottocartelle come struttura. Tutto naque dall’idea di registrare in questo modo, perchè è anche il formato utilizzato per creare un Bluray, quindi copiando la struttura completa dentro un disco bluray verrà poi letto da un normale lettore. Tutto bene se vogliamo farci subito un bluray, ma se vogliamo editarli … sia sotto windows che sotto mac potremmo incontrare delle difficoltà.

Sotto MacOs X le strutture dell’AVCHD vengono viste come una struttura più … “rigida” per cui è importante sapere come gestirle.

L’avchd è un file H264 inglobato in una struttura di cartelle e sottocartelle utili e parallele a quelle del bluray per semplificare il passaggio dalla camera al disco bluray con un semplice masterizzatore, ma quando vogliamo editare i file ci troviamo di fronte a dei file di estensione .MTS, che il finder non gestisce comodamente (in realtà neanche l’explorer di windows).

L’operazione più semplice, veloce e comoda per gestirli è il procedimento detto ReWrap, ovvero cambiamo il contenitore, da Mts a Mov. Il reWrap NON ricomprime i dati, quindi NON ci sono alterazioni o perdite d’informazione. Ma cambiando il contenitore a mov magicamente tutti i programmi apriranno i file, il finder ve ne farà le preview e così via…

Inoltre l’operazione è poco più lenta di una copia dei file.

Ci sono diverse applicazioni che eseguono il rewrap, e in particolare la più potente è Ffmpeg, una utility free che esegue centinaia di compiti, con velocità, qualità, etc peccato che sia un programma a comando di linea, ovvero viene gestito dalla console di comando come si faceva 40 anni fà, per fortuna diversi sviluppatori hanno creato delle interfacce grafiche per eseguire questo compito.

Vi indico due software che usano ffmpeg sotto mac, che vi permettono di fare il rewrap. Di seguito trovate le indicazioni per utilizzare il primo free, e il link per il secondo che è a pagamento, anche se una cifra molto irrisoria.

Quali sono le operazioni da compiere?

Poche e semplici :

Fase 1 : poter leggere i file della struttura come file e non come cartella

Per copiare i file dello stream AVCHD dobbiamo vedere la sua cartella, quindi apriamo la scheda relativa :

avchd_02

Mostra pacchetto serve a vedere il contenuto

La cartella Private sembra un file, ma in realtà basta poco, con un click destro scegliamo :

MOSTRA CONTENUTO PACCHETTO

Così possiamo navigare nelle cartelle interne, dovremo ripetere tale operazione per diverse cartelle per navigare nelle sottocartelle.

Dobbiamo entrare dentro la struttura dell’AVCHD

Praticamente dobbiamo entrare dentro :

– PRIVATE – AVCHD – STREAM

avchd_05

Il percorso effettivo

Proprio in quest’ultima cartella troviamo i file Video.

Copiamoli sull’ Hard disk per essere più rapidi nelle varie procedure.

E’ possibile anche non copiarle direttamente sul disco, ma sarebbe più lenta l’operazione


Fase 2 Media Converter

Andiamo sul sito di Media converter, una utility Free che fa da Front END a ffmpeg encoder gratuito.

avchd_07

quale preset usare

Dalla sezione Preset, scaricate il preset per il rewrap dell’AVCHD, perchè non è di serie nel programma.

Ce ne sono due, uno che non considera audio, l’altro che lo considera.

Il programma non richiede installazione

basta copiarlo nella cartella applicazioni e lanciarlo.

avchd_08 come aggiungere i preset

Per installare i preset basta andare sulle preference, e cliccate sulla voce preset.

Per aggiungere il preset basta cliccare sul simbolo + in basso a sinistra

Si apre la finestrella che vedete sotto, e cliccate su Open an existing preset file, e selezionate il file scaricato.

Una volta caricati i preset a vostra scelta, potete chiudere il pannello delle preferenze. E siete pronti ad eseguire il ReWrap.

 

 


Fase 3 CONVERSIONE

avchd_09

conversione facile

Scegliamo dal menù a tendina il formato che vogliamo come output finale per i nostri file, in questo caso scegliamo il Re-Wrap.

Si trascinano i file video che vogliamo gestire direttamente sulla finestra del programma.

Appena si rilasciano il programma chiede dove salvare i file risultanti, specifichiamo un percorso e il programma inizia a lavorare.

 

avchd_13

 

E poi basta attendere pochi secondi o minuti a seconda del numero e della durata dei filmati.

Il risultato saranno dei file .MOV apribili e gestibili nei vari programmi.

Nota a margine, se per qualche ragione non vi fa installare il preset per tutti gli utenti, la ragione è molto semplice, non avete il permesso di aggiornare le cartelle interne come utente, quindi dovrete scaricare la utility free  BatChMode, che vi permette di resettare i permessi della cartella preset del programma.

Una alternativa è copiare manualmente nella cartella utente/nome utente/library/application support/media converter/Preset i file dei preset che potete reperire online.

Un’altra applicazione molto interessante per il rewrap sotto MacOsx è la suite di Emmgunn, una serie di utility che vi permettono sia di rewrappare un file in mp4/mkv/avi o di comprimerlo in tali formati se il codec di partenza non è supportato nel rewrap. La versione free ha la limitazione di eseguire una conversione alla volta, ma abbastanza per apprezzare la qualità di interfaccia etc. Sempre basato su Ffmpeg, è una suite di encoder che costa meno di una pizza e ne vale la pena per velocità e qualità.

Aggiornamento 21 luglio 2018: grazie al progressivo sviluppo della taccagneria dei venditori di software (oggi sono caustico e ne ho motivo) la maggior aprte dei software video non legge/decodifica più l’audio in codec AC3 perchè sono scadute e non sono state rinnovate le Royalties con Dolby, Windows con l’upgrade 1851 ha tolto il supporto a tale codec dal sistema quindi potreste scoprire che i vostri file sono senza audio (la maggior parte delle camere prosumer e fotocamere usa il dolby AC3 per la codifica dell’audio). Il preset che fa il rewrap del video converte in non compresso l’audio e vi permette quindi poi di leggerlo anche da applicazioni senza codec AC3


Il FullHD non è proprio Full, anzi… spesso molto meno.

fig_01Dopo aver letto il mio precedente articolo, sull’aspect ratio e le misure dei filmati in pixel per home e cinema immagino un grande entusiasmo per tutti, pensando che basti niente per poter portare i propri filmati sul grande schermo. Diciamo che quella era solo una mezza verità, perchè abbiamo parlato di pixel, e delle informazioni con cui sono fatti i filmati per il grande schermo e per il (relativamente) piccolo schermo. Tutto vero, per quanto riguarda il prodotto finale, ma spesso i numeri non corrispondono alle informazioni catturate dai sensori o massaggiate nei vari passaggi tra DI editing e postproduzione.

Definiamo cos’è a livello teorico il FullHD

Il fullHD è una combinazione di pixel che forma un video di 1920 pixel in larghezza x 1080 pixel in lunghezza.

Il problema nasce dal fatto che non si deve considerare solo il file registrato, ma è fondamentale verificare come si creano e si campionano queste informazioni, perchè la maggioranza dei sensori delle camere (sopratto nel consumer e prosumer, ma anche in molte pro) non hanno neanche un numero sufficiente di pixel per coprire quel numero di pixel e vengono raggiunti con “trucchi tecnici” come il pixel shifting, il sovracampionamento etc etc

Per cui spesso le camere hanno un numero diverso (spesso minore) di pixel e quei numeri li raggiungono artificialmente.
Quindi si parla di immagini meno definite di quello che realmente dovrebbero descrivere quel numero di punti.

Una camera ideale ha uno o tre sensori in formato FULLHD, ovvero a misura 1920 x 1080, mentre quando si usano sensori più grandi (HDSLR) la tecnica di scalatura da un numero maggiore di pixel è fondamentale per non introdurre difetti e/o perdita di definizione.

Il discorso è molto semplice, se abbiamo troppe informazioni, una parte va scartata, se però la tecnica è sbagliata, la caduta di qualità è grande e quindi si creano dei difetti.

Per ottimizzare la registrazione video delle informazioni raccolte dai sensori le diverse case produttrici utilizzano tecniche diverse, con diversi svantaggi:
– si catturano solo parti della colorimetria (campionamento 4:2:2 o 4:2:0)
– si comprimono le informazioni (introducendo artefatti)
– si perde parte della nitidezza nel tentativo di ridurre le dimensioni del file

di contro come vantaggi :
– il peso cambia, i file passano da 11.2 giga al minuto (file non compresso) a 350 mb al minuto.
– i buffer e i supporti su cui salvare i girati sono più parchi di richieste e quindi più economici da realizzare
– le macchine sono più agili e compatte, quindi permettono l’uso di camere anche in situazioni molto costrette e rischiose.
– si è teoricamente “democratizzato” la produzione di filmati di qualità più “cinematografica”, per chi il knowhow su come usarle.

La camera lavora in FULLHD, ma come?

MINOLTA DIGITAL CAMERAOra vanno tanto di moda le HDSLR, perchè si dice che abbiano “l’effetto cinema” inside (ne parleremo in futuro di questa illusione), si riprende in FULLHD, teorico, ovvero il file che salviamo ha quel formato, ma a seconda delle macchine il sensore cattura in modo diverso le immagini, più o meno bene, più meno dettagliate e/o nitide.

Essendo una persona pratica non citerò una o l’altra marca, ma le tecnologie usate, come funzionano e quali sono i risultati in funzione del nostro scopo: avere immagini migliori.

Le HDSLR sono usate perchè sono dotate sensori più grandi delle classiche telecamere, quindi offrono immagini più luminose a parità di lente, DOF più comprimibile per staccare i soggetti dallo sfondo, un contrasto minore che aiuta la postproduzione.

Il vantaggio del sensore grande è un difetto per altri motivi, perchè il sensore CMOS soffre di un difetto chiamato rolling shutter, quindi più è grande il sensore e più si accentua il difetto nelle riprese in movimento, soprattutto sui movimenti circolari.


In questo video è possibile vedere come il rolling shutter alteri gli elementi in rotazione.


in questo video è possibile vedere il confronto tra il rolling shutter lineare tra due sensori diversi (aps-c e FullFrame).
Da notare come a parità di movimento più è grande il sensore (full frame) più i palazzi si inclinano e sembrano fatti di gelatina in movimento.

Il rolling shutter è parzialmente corregibile in post (quello lineare) mentre per quello circolare si può sperare nei miracoli…

Quando è troppo…

Altro problema non banale di usare sensori fotografici è la scalatura… perchè non abbiamo i pixel del fullHD, ne abbiamo un sacco in più… il fullHD è circa 2 mpixel, sulle HDSLR quando va male sono 16, il che non è sempre un vantaggio…

Le HDSLR utilizzano principalmente due tecniche di scalatura dell’immagine : line skipping e pixel binning.

Line Skipping

Il line skipping è la tecnica più vecchia, che oggi dovrebbe essere considerata obsoleta, ma quando naque 6 anni fà era gestibile.
Come funziona?

line_skipping

Semplice, abbiamo 4000 linee? ce ne bastano solo 1080? va bene allora prendiamo una linea, ne scartiamo un certo numero, poi ne prendiamo un’altra e via così fino alla fine del sensore. Naturalmente tenendo conto della struttura del sensore di Bayer, quindi come potete vedere nell’immagine laterale le informazioni catturate rispetto al sensore originale sono decisamente poche e ben distanziate.. che porta diversi problemi.


Vantaggi
:
– veloce
– semplice da effettuare
– non richiede potenza processore e rapido da gestire nel salvataggio

Svantaggi
:
– prendendo solo una parte delle informazioni si perde definizione
– si hanno artefatti come aliasing (seghettature sulle immagini)
– moires (causato dal campionamento causale delle linee)
– flickering delle linee sottili (perchè sono viste nelle linee catturate in alcuni fotogrammi e in altri no)

 

 

Pixel Binning

bloom

La seconda tecnica è il Pixel binning, è più efficace perchè usa tutti i pixel del sensore, non scarta nulla, e per creare i filmati fa un downsampling di tutte le informazioni.

In questo modo evita TUTTI i problemi del line skipping, senza introdurre altri problemi.

Questa tecnica è una introduzione recente nelle HDSLR e applicata solo da alcune case produttrici perchè richiede un processore interno alla camera molto più potente, buffer più grandi per gestire tutto il flusso informazioni e la successiva campionatura per il formato FullHD.

 

 

 

Il campionamento colore, cos’è e perchè ci preoccupa?

Le macchine professionali campionano le informazioni colore con il campionamento definito 4:4:4, ovvero per ogni gruppo di pixel si catturano e registrano tutte le informazioni colore e luminosità. Le macchine prosumer lavorano con un campionamento colore inferiore, dal 4:2:2 al 4:2:0. Il campionamento colore inferiore, spesso non è percepibile sul filmato originale, ma se girato nei limiti della qualità registrabile, o se viene pesantemente postprodotto può mostrare i suoi limiti e/o una maggior limitazione nella sua lavorabilità.

Senza annoiare con troppi concetti tecnici, le tre cifre fanno riferimento la prima alla luminanza del filmato, quindi ogni informazione di luminosità dei pixel viene campionata e catturata, le seconde due cifre fanno riferimento al campionamento del blu e del rosso. Nell’immagine sottostante vedete una rappresentazione grafica di tale campionamento.850px-Chroma_subsampling_ratios.svgquindi abbiamo una portante più stabile e dettagliata nella luminanza, mentre se dobbiamo manipolare il colore sul blu e sul rosso abbiamo meno informazioni, il che si può trasformare in artefatti o difetti sul filmato finale.
Attenzione al verbo usato, il condizionale, perchè non è detto che il filmato, se trattato con cautela, e correttamente, generi difetti o problemi. Sicuramente un filmato campionato in origine a 4:2:0 fornirà un livello di manipolabilità inferiore ad un filmato 4:4:4. Ma questo non è un limite, perchè nei film sul grande schermo si usano contributi e materiali da diverse fonti, spesso le pubblicità prima dei film sono girate in fullhd, in tanti formati diversi, e non sempre si notano le differenze.

Concludendo

Quindi noi abbiamo degli strumenti che registrano dei filmati 1920 x 1080, ma non abbiamo la conferma che abbiano catturato realmente quella griglia di informazioni, anzi nella maggior parte dei casi abbiamo la certezza che ne hanno catturato solo una minima parte di quelli che ci servono, sia a livello di definizione che di colore.
Per questo motivo ho scritto che il formato FullHD è si molto vicino a livello matematico a quello del formato cinematografico, ma non è detto che siano caratteristiche sufficienti per avere una immagine pronta per il grande schermo.
Senza fasciarsi la testa e scartare tutti gli strumenti a priori, ricordiamo come ci siano molti film girati con mezzi più umili come la pellicola 16 mm, oppure film più recenti girati in dvcam (28 giorni dopo, di danny boyle). E in tanti blockbusters ci sono molte sequenze girate con HDSLR, ma vi sfido ad inviduarle in mezzo agli altri stacchi. Quindi si può riprendere e lavorando con cura i propri filmati portarli sul grande schermo, ma da qui a dire che siano la stessa cosa che usare macchine da presa professionali …
Buona luce a tutti!

 


Aspect ratio e i formati per i cine – video maniaco grafici…

Dopo aver letto tanta disinformazione su forum e libri, mi è venuta voglia di scrivere qualcosa per chiarire alcuni concetti che dovrebbero essere banali per chi lavora nel video, ma spesso non lo sono.

 L’aspect ratio

L’aspect ratio è il rapporto tra altezza e larghezza delle immagini, che nel cinema e nella Tv sono cambiati nel tempo sia per fornire immagini più emozionanti, sia nella corsa della concorrenza tra cinema e tv.
Ora non ho intenzione di farvi la storia dell’aspect ratio, anche perchè c’è questo splendido documentario su vimeo che mostra tutte le evoluzioni dei vari formati cinematografici e televisivi.

The Changing Shape of Cinema: The History of Aspect Ratio from FilmmakerIQ.com on Vimeo.

Sul sito widescreen.org troverete tutte le varianti nate negli anni dei formati cinematografici.

Quando realizziamo un filmato ci sono delle regole, quindi non possiamo inventare nulla, perchè se usciamo dalle regole non possiamo distribuire i filmati.
I bluray hanno degli standard sia per quanto riguarda i fotogrammi al secondo che per le dimensioni del filmato, che sarà sempre e comunque con un rapporto detto 16:9, quindi con un aspect ratio di 1.78.

Se si vuole produrre un bluray con un formato differente si metteranno le classiche bande nere sopra e sotto, perchè lo standard è definito e quindi non si possono inserire formati diversi da quelli previsti dallo standard: 1920 x 1080 a 24 fotogrammi progressivi, ovvero come il cinema.
Esistono varianti con il 25 interlacciato e altre, ma se si vuole realizzare un prodotto per cinema e tv, si resta nei 24 progressivi.

Quindi se un film ha un aspect ratio differente, nel bluray conterrà delle bande nere per raggiungere la corretta dimensione del file video di 1920 x 1080.

Nel cinema digitale il formato DCP (Digital Cinema Package) prevede diversi aspect ratio che passano dal classico 1.85 a quello del cinema scope 2.39 , e hanno diversi rapporti di altezza larghezza dei pixel.

Formato 1.85 : 1998×1080 pixel o il loro doppio, per la proiezione 4K
Formato 2,39 : 2048× 858 pixel o il loro doppio, per la proiezione 4K

Nel cinema non esiste il concetto delle bande nere, al massimo sono previsti i mascherini per il proiettore. Nella ripresa cinematografica un buon Dop ha diverse indicazioni nel mirino che gli indicano dove l’inquadratura verrà tagliata per la proiezione cinematografica, per la visione televisiva (4:3 e 16:9) e così via.

Pan e Scan

In passato a seconda dei formati di visione e proiezione si metteva sulla pizza cinematografica l’indicazione del formato, l’eventuale lente anamorfica da montare, perchè in fase di proiezione, il proiezionista metteva un mascherino davanti al proiettore per avere l’aspect ratio corretto.
supra35Questo perchè nella ripresa potevano entrare in campo microfoni, vedersi pezzi degli effetti speciali e così via… quindi col mascherino si nascondevano tali elementi. In questa immagine del film dei muppet si potevano vedere i bordi del mascherino, le mani degli animatori e molto altro…

Nei primi tempi della televisione e del riversamento Home video c’erano grandi problemi, dal famigerato pan e scan, che praticamente tagliava le immagini lateralmente per non far vedere le bande nere, massacrando i film, oppure riprendevano completamente senza però mettere mascherini, quindi in alcuni film si vedevano difetti e problemi non presenti nella versione cinematografica, ad esempio in Total Recall con Arnold Schwarzenegger, nel finale si vedevano i supporti che reggevano gli sfondi di marte, oppure in Non guardarmi non ti sento, in una scena in cui una macchina corre senza controllo giù per una discesa si vede il gancio e parte del camera car che serviva a muovere la macchina sotto il controllo degli stuntman…

widescreen_gb2Sul sito Theraffon.net troviamo una bella immagine di esempio di come il film GhostbustersII sia stato più volte violentato dal reframing per le versioni Homevideo e laserdisk e DVD.

Partendo dall’originale cinematografico alle diverse varianti di taglio e manipolazione della inquadrtura originale.

Vediamo come si perdano a seconda dei formati dei personaggi fondamentali (due dei protagonisti).

Questo problema purtroppo è ancora presente nei vari sistemi di adattamento dei televisori digitali che nello scopo malato di eliminare le bande nere, distorcono, tagliano e manipolano le immagini originali tradendo lo spirito originale dell’inquadratura creata nel film.

Il digitale oggi, soluzione facile?

Oggi con il digitale al cinema IN TEORIA è più semplice, ma si vedono molti cinema in cui impostano il formato sbagliato di proiezione credendo che tutti i film sono in cinemascope tagliando le immagini sopra e sotto (nei dialoghi le teste rimangono tagliate, nelle pubblicità molte scritte sono fuori schermo).
Insomma, oggi siamo così fortunati da poter ripete in un multisala con proiettore digitale,  l’esperienza vintage che si viveva nei cinema di 4 categoria 50 anni fà…

grindhouse

Come impostare l’inquadratura per i diversi aspect ratio?

Se vogliamo realizzare un filmato che poi dovrà essere adattato al formato panoramico 1.85 o il cinema scope 2.39, la cosa più semplice è prendere un pannello di acetato e disegnare sopra le righe per evidenziare i limiti visivi da tali formati, in modo che ponendo il pannello di acetato sopra il visore lcd della camera, o sul monitor di controllo, potremo avere un’idea di come costruire l’inquadratura per tale formato.
E’ molto importante decidere in fase di ripresa questa divisione, perchè l’equilibrio e la qualità dell’inquadratura si decide in quel momento, successivamente non potremo aggiustare se non di poco l’inquadratura e quindi perderemo di professionalità invece che aumentare l’effetto cinema.

Due suggerimenti spassionati per la fase di ripresa :

– tenetevi sempre più larghi di un 5-10% rispetto a quella che voi considerate l’inquadratura finale, eventuali lavori di stabilizzazione e leggero re-framing (taglio dell’inquadratura) potrebbero creare sbilanciamenti se non avete lasciato aria intorno alla vostra inquadratura.
– considerate comunque l’inquadratura come totale, anche se poi sopra e sotto toglierete qualcosa, perchè se per aggiustare l’inquadratura foste costretti a spostare in alto o in basso l’immagine, eventuali elementi spurii nell’inquadratura che voi considerate tagliata vi impediranno questo movimento, o vi costringeranno alla cancellazione.

Allego questa coppia di PNG in cui ho messo le immagini dei due formati cinematografici più usati a confronto con i diversi formati video, giusto per capire come a livello di numero dei pixel non ci siano differenze particolari, per cui un buon-ottimo fullHD può essere usato per fare un DCP cinematografico più che dignitoso, soprattutto considerando che per 50 anni molti film sono stati girati in 16mm e gonfiati in 35mm, o hanno usato 35 molto tirate.

ratio1.85 ratio2

Nel prossimo articolo parleremo dei pixel in ripresa, in compressione, del perchè non tutti i fullHD sono uguali, e la maggior parte dei filmati FullHD sono “farlocchi” ovvero che anche se hanno quel numero di pixel, non contengono un pari numero di informazioni a quello che ci si aspetterebbe, quindi il FullHD non è sempre Full… anzi…


Pagina 34 di 39

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén

error: Content is protected !!