Tutto è possibile

Autore: carlomacchiavello Pagina 29 di 39

Non premere rec finchè…

pergamena con elencoIn un mondo dove tutto va in velocità altissime è bene in certi momenti fare un salto a piè pari e fermarsi per controllare alcune cose, che dopo saranno un sacco di problemi, anche se spesso non ci si pensa.

In un mondo perfetto c’è un direttore di fotografia, un mondo di persone attente a tutto quello che succede, nel mondo normale, no, e se anche ci sono in mezzo a quel casino si possono commettere degli errori, anche pesanti.

Ho pensato che condividere l’elenco dei passi da controllare può essere utile a tante persone per cui…

Prima di premere rec è utile una specie di rito per essere tranquilli che poi si può correre senza troppi dubbi.

Carletto’s List
  1. tutti i dadi sono stretti?
    in un rig classico sono tanti i dadi (manopole) che si stringono ma si possono allentare, magari ripresa dopo ripresa, e rischiare di veder cadere parte dell’attrezzatura è una gran brutta esperienza
  2. i cavi sono connessi bene e legati col velcro?
    un cavo che si stacca, che balla facendo rumore e/o difetti, che slegandosi fa inciampare o impedisce un movimento è una gran brutta cosa.
  3. i parametri di ripresa sono corretti?
    FPS, Shutter, formato di ripresa, Iso, diaframma
  4. Le lenti e il sensore sono puliti?
    un puntino di polvere sul sensore diventa un’ombra scura a diaframmi più chiusi, su una lente con la luce contro diventa un punto chiaro, che da correggere in post diventano un costo non trascurabile
  5. La batteria è carica?
    Tra varie riprese, magari basse temperature, il rischio che proprio durante una ripresa la batteria ci abbandoni esiste, ed è meglio evitare di perdere il più bel ciak della nostra vita.
  6. C’è abbastanza spazio di registrazione sul supporto?
    come per la batteria, dopo un po’ di riprese verificate sempre di avere spazio operativo.
  7. L’audio è a posto ? Microfoni, connessioni, cavi relativi, DeadCat se serve? Abbiamo sentito in passante il segnale audio per essere sicuri che non ci siano ritorni o difetti di qualche tipo?
    a posteriori rifare l’audio o correggerlo è un costo molto alto rispetto a fare una prova prima.
  8. Abbiamo controllato l’inquadratura bene?
    Se ci sono elementi che spuntano da dietro gli attori che disturbano, se ci sono oggetti fuori luogo da cancellare in post, ombre di persone del set, riflessi strani che non dovrebbero esserci, negli oggetti riflettenti per caso si vede troupe o attrezzature?
    Quel tipo di post per cancellare o aggiustare le immagini ha un costo di tempo e denaro non trascurabile, per cui è importante evitarla ove possibile
  9. i cellulari sono spenti?
    anche se silenziati molti smartphone creano disturbi nei radiomicrofoni e/o in camera, magari può sembrare eccessivo, ma ho visto troppi ciak buttati per uno squillo di troppo… soprattutto dalle notifiche di facebook.

so che possono essere magari suggerimenti banali, ma avendo dovuto risolvere clip girate alle velocità sbagliate, con troppo rumore perchè l’operatore non guardava le impostazioni della camera e pur avendo luce ha alzato gli iso perchè non ha notato il diaframma troppo chiuso per riprese precedenti, o shot in cui ho dovuto ricreare il motion blur naturale perchè invece di chiudere il diaframma o mettere un filtro ND ha alzato lo shutter, senza vedere che lo ha alzato veramente troppo.

insomma, se faccio il danno mea culpa, ma se lo faccio perchè non sono stato attento…

e succede quindi fate una veloce check list di cosa controllare e risparmierete tanto tempo dopo in edit e post


creating motion graphics recensione

creating motion graphics
Creating Motion Graphics with After Effects: Essential and Advanced Techniques

Quando si parla di After Effects non si può andare subito col pensiero ai cognugi Trish e Chris Meyer, utilizzatori del Pacchetto dalla versione 0.3 prima ancora che fosse distribuito, grandi comunicatori e grafici eccezionali.

Il loro sforzo nel creare documentazione, libri, video su come usare al meglio After Effects non è mai stato superato nè per quantità, nè per qualità da nessun altro al mondo. Esistono altri artisti importanti su questo pacchetto, spicca tra tutti il grande Andrew Kramer che rappresenta per il campo degli effetti visivi ciò che loro rappresentato per la MOTION GRAPHICS.

Questo libro è una splendida occasione per il novizio di imparare il programma dai migliori, con la possibilità non solo di imparare le funzioni base del pacchetto, ma anche per entrare in profondità nelle diverse impostazioni che si affrontano. Per l’esperto è l’occasione per rispolverare le conoscenze e spesso anche per scoprire molte funzionalità che rimangono in background, ma che possono fare la differenza quando si affrontano progetti complessi.

Il libro può essere affrontato in modo lineare, come un corso di più lezioni, oppure dopo aver affrontato i primi capitoli saltare alle parti che ci interessano, gli argomenti che ci interessano di più, grazie all’approccio che hanno i Meyer nel spiegare come affrontare ogni passaggio. Inoltre anche se le pagine sono limitate (secondo i Meyer 768 pagine non erano abbastanza) sul disco fornito insieme al libro ci sono diversi capitoli aggiuntivi in formato PDF che non erano riusciti a inserire nel libro.

Molti potrebbero chiedersi se un libro che è stato scritto per la versione CS5 nel 2010 sia ancora attuale oggi, con la CC2015. La mia risposta è si, certamente si, perchè il libro è scritto per imparare come funziona AfterEffects, e ogni parola scritta al suo interno è ancora valida, tutte le basi di workflow di lavoro sono esattamente identiche, tranne una cosa cambiata di recente con l’introduzione della release CC2015, che oltre ad avere un sistema di preview unificato, adesso con tutte le preview di animazione ram si ha l’audio, che in passato era disponibile solo per un tipo di animazione.

sapere di non sapere, abbastanza… la mia utopia verso il mondo

Oggi parliamo del non sapere…

in una società che vi offrono di diventare Expert, Guru, Professional xxx di qualcosa in un click, cambiando spazzolino da denti (giuro ho appena visto la pubblicità) è strano definire di sapere di non sapere.

socrateTanti secoli fà un filosofo molto più saggio di me, Socrate, disse e scrisse : so di non sapere.

Sono un curioso e un’avida spugna della conoscenza, ogni campo in cui posso avere un minimo di curiosità desidero accumulare più conoscenza, e non ne sono mai soddisfatto. Qualunque campo in cui devo interagire, per natura, non mi accontento di sapere qualcosa, devo smontare ogni elemento del campo per renderlo più produttivo e soprattutto averne conoscenza per averne un maggior controllo.

Il mio principio è che non sapendo abbastanza di un argomento potrò mantenere una minima umiltà per far si che possa accettare di dover imparare ancora molto, e allo stesso tempo mi piace conoscere di più, sapere che c’è sempre un oltre a quello che già so, mi da la tranquillità che posso imparare tanto di più 😀

Nell’ambito lavorativo ho una curiosità insita nel lavoro di ogni persona, capire come funziona il suo ruolo, il suo lavoro, perchè… beh ho una idea folle, ma non tanto, avendo una buona base di quello che sarà il lavoro di chi collabora con me, posso collaborare meglio fornendogli le informazioni, gli elementi nel modo corretto per farlo lavorare meglio. Come trovo inaccettabile chi mi passa materiale scadente o di bassa qualità pur avendo modo di darmi molto di più per pigrizia o ignoranza (causata dalla pigrizia o superficialità perchè non gli compete il seguito del lavoro), voglio poter far si che chi lavora con me possa avere il materiale e le informazioni al meglio, per poter lavorare perdendo meno tempo e qualità possibile. Per fare questo devo imparare i ruoli e i mestieri di tante altre persone, ma se nel mondo fosse composto di una persona ogni 100 come me, molti lavori e processi sarebbero molto più semplici e veloci.

un esempio tecnico? immaginiamo di dover postprodurre del materiale video, se ci mandano un export completo del filmato su cui lavorare invece che il materiale originale spesso si deve fare il triplo della fatica, per preservare qualità e magari inventarsi qualche trucco per mascherare al meglio e scontornare del materiale che al momento di lavorare sugli originali avremmo risolto in un decimo del tempo.

Un esempio pratico? immaginiamo che dovete metter mano a del materiale, e chi ha fatto le riprese pur avendo tempo non ha inserito i metadata in camera, quello che erano pochi secondi per l’operatore sono ore in cui si guarderà e catalogherà il materiale più volte, soprattutto per distinguere una sequenza dall’altra, quando chi ha fatto le riprese sapeva esattamente perchè erano differenti.

Un esempio di pigrizia? un fonico che invece di settare la data e l’ora sul recorder se ne frega di questi dettagli, il risultato è che poi per distinguere il materiale si perderanno ore per ascoltare e distinguere i materiali, mentre se si imposta ora e data in un attimo si potranno accoppiare alle riprese.

Un esempio di sottovalutazione dei ruoli? quando si tratta con un reparto marketing e alla richiesta del logo dell’azienda, invece di mettervi in contatto con il reparto grafico, vi girano un file word con dentro una jpeg a bassa definizione del marchio. Se esiste un reparto grafico, è perchè servono conoscenze ed esperienze che non hanno al marketing, quindi perchè scavalcarlo? e soprattutto perchè lamentarsi se il logo poi risulta sfuocato, se non sapete neanche il perchè?

in ogni caso c’è un problema di superficialità e menefreghismo, dando per scontato che finito il proprio lavoro, quello degli altri non li riguarda… se c’è la prima volta un problema di ignoranza, c’è il fattore “mi sono chiesto se quando do questo materiale a chi lo deve ricevere lo potrà usare subito oppure deve fare fatica per capire cosa ho realizzato?”

l’altro lato della conoscenza del mondo moderno è che da ogni lato si trova gente che vi vuol vendere conoscenza, e al 90% (si lo so, parte del mio business è fare corsi, e sono conscio di ciò che sto per scrivere) chi vende conoscenza non ce l’ha…

E’ veramente inquietante come la maggior parte dei consulenti, delle persone che vendono conoscenza ed esperienza sono quelli che hanno meno competenze nell’ambito in cui vorrebbero dirvi cosa fare… per cui diffidare sempre, a partire da se stessi, e soprattutto da chi è troppo sicuro di se stesso.

Socrate diceva: so di non sapere, io mi permetto di aggiungere per essere più chiaro l’avverbio “abbastanza”.
Finchè ci porremo dei dubbi, vorremo apprendere di più, dubiteremo delle fonti, e cercheremo conferme, sapremo di essere nel giusto, chi si afferma nella verità assoluta sarà sempre fonte di grandi paure e dubbi da parte mia.

Lavoro in un ambito in cui da un giorno all’altro l’evoluzione della tecnologia, dei metodi operativi, delle tecniche di lavoro cambiano e si evolvono continuamente, quindi le certezze sono teoria, la pratica poi dimostra come molti elementi si evolvono e cambiano da un mese all’altro per cui avere certezze assolute vuol dire essere monolitico, statico, che in un mondo in continua evoluzione è sintomo di essere obsoleti ancor prima d’iniziare.

Oggi grazie al web 2.0 tutti possono diffondere notizie di ogni tipo, ma purtroppo se venti anni fa era difficile trovare informazioni, oggi è difficile da trovare le informazioni corrette in mezzo a tante informazioni errate o distorte.
Purtroppo la fretta con cui si muove il mondo moderno porta le persone a accettare per buone le prime notizie per buone, magari partendo da wikipedia, una delle fonti e raccolte più ampie dell’ignoranza mondiale, dove col fatto che chiunque può scrivere, chiunque può inserire informazioni errate per il gusto di contribuire, senza aver controllato ciò che inserisce…

Per chi pensi che sia un retrogrado, un antico, premetto che sono stato il primo a fondare mezzi di diffusione della conoscenza sulla rete più di venti anni or sono alla sua nascita, non ce l’ho con le nuove tecnologie, ma con il loro abuso indiscriminato.

Per wikipedia (notizia che ho fatto cancellare) mi ero traferito in australia (terra che trovo splendida, ma non ci sono mai stato) e sono morto in seguito all’attacco di un rinoceronte mentre facevo delle riprese per un film… wordpress ha tanti plugin, ma non quello della pubblicazione da morto :-PP quindi se leggete queste notizie, forse proprio morto non sono. Questo dimostra che le notizie pubblicate non essendo contro-controllate, possono contenere tante inesattezze, e se un amico non mi avesse cercato preoccupato, chissà per quanto sarebbe rimasta on line quell’informazione, e quanto si sarebbe diffusa nel mondo.

Ci sono stati in questi ultimi anni troppe notizie diffuse tramite i social ma anche teorici siti più affidiabili tramite ansa etc, che per la fretta di condividere la notizia, hanno portato scompiglio e/o inesattezze a livello mondiale. Dubitate sempre e verificate sempre più fonti, altrimenti sarete delle bandiere in balia del primo soffio di vento della rete…

 


8 bit, 10bit, 24bit, 32bit che razza di bestie sono quando esporto?

Cosa significano le diverse sigle?

In tante occasioni parlando di video di sentono diverse sigle che in un modo o nell’altro influenzano la qualità dell’immagine che andiamo a vedere e soprattutto a manipolare.

Quando si lavora con il video nella maggioranza dei casi si parla di video catturati a 8 bit, questo valore si riferisce alla componente colore singola, quindi il sensore o il sistema di registrazione cattura 2 alla ottava, il che significa 256 informazioni colore.

256 toni di colore per il canale del rosso, 256 toni per il canale del verde, 256 toni per il canale del blu.
La combinazione di tutte queste possibili sfumature creano una immagine che può contenere 16 milioni e rotti di combinazioni possibili, ovvero una immagine a 24bit.

quando si aggiunge il canale alfa ad una immagine a 24 bit, dato che il canale alfa segue le stesse capacità e regole del colore, avremo una immagini a 256 toni di grigio che definiscono la trasparenza totale (100% di luminosità) o la totale opacità del pixel (0% di luminosità).

quindi abbiamo una immagine a 24 bit (R = 8, G= 8, B=8) + 8 bit di alfa, totale immagine a 32 bit.

quando andiamo a esportare una immagine abbiamo teoricamente (dipende se e come il software supporta l’esportazione) la possibilità di esportare video e immagini a diverse profondità colore, più è alto il numero, maggiori sono le informazioni contenute e quindi maggiore è la qualità registrabile.

Parlo di qualità registrabile perchè se importo un video a 8 bit e lo esporto a 16bit, non significa che il video diventa a 16bit, non migliora l’immagine, nè aumentano i colori originali, restano gli stessi, ma se ho applicato dei filtri di correzione colore, probabilmente esportando a qualità più alta PRESERVO la qualità originale.

da un programma posso esportare :

8 bit per canale : 24 bit + eventuale alfa 8 bit che diventa 32bit
16 bit per canale : 48 bit + eventuale alfa 16 che diventa 64bit
32 bit per canale : 96 bit + eventuale alfa a 32 che diventa 128 bit (solo da vfx e software di post)

quando si parla di video, possono essere registrati a diversi bit da 8, 10, 12, 16 bit a seconda del codec di lavoro e dalle impostazioni dello stesso. Naturalmente avere uno spazio colore maggiore significa avere più informazioni e quindi più spazio di azione dove intervenire con la corezione colore o con la postproduzione in generale.

Perchè servono più di 16milioni di colori?

perchè in realtà quei colori sono la somma di tutti i colori possibili dei tre canali colorati, ma se devo fare una sfumatura di rosso puro, blu puro (il cielo) ho solo 256 possibili sfumature di blu, oltre intervengono leggeri squilibri degli altri colori, che portano il blu del cielo ad andare verso il verde, oppure verso il magenta, quindi non è più il colore puro.

Perchè non posso usare solo 8 bit se ho registrato una immagine nel modo corretto?

perchè non solo il limite è in registrazione, ma soprattutto nella post produzione, per comprendere meglio è possibile fare un esempio molto semplice, creare un colore sul limite e poi aumentare la sua luminosità.

esempio scostamento coloreDopo aver creato un colore rosso di un valore leggermente sbilanciato, ovvero col verde maggiore del blu ho semplicemente applicato una luminosità molto alta, e come potete vedere nelle informazioni finali, il colore non si scosta in modo lineare, perchè il rosso essendo già al massimo (255 come valore) non si può muovere, quindi salgono verde e blu, ma non in modo lineare e proporzionale, quindi man mano che rendo più luminosa l’immagine la quantità di verde del colore aumenta, quindi il rosso si inquina e cambia il colore originale.

Se invece avessimo avuto uno spazio colore a 16bit, dove le possibili combinazioni sono maggiori, il range di lavoro non è più 0-255 ma 0-32768, quindi le possibili sfumature realizzabili prima di ottenere uno scostamento colore evidente sono maggiori e più morbide.

Quando esporto un video a 8bit cosa posso esportare?

quando apriamo un pannello di compressione di un software, a seconda di quale codec esportiamo possiamo selezionare una profondità colore differente, ma attenzione che se si considera anche il canale alfa potremmo esportare più di quanto serve, anche quando non serve.

Se seleziono una esportazione a 8 bit, significa che esporto un file a 24 bit (8+8+8), ma se si attiva l’esportazione del canale alfa, in realtà noi esportiamo un file a 32bit perchè il file colore è a 24bit + 8 bit di canale alfa. Nella maggior parte dei casi il file sarà usato allo stesso modo, quindi nessun problema, ma in situazioni specifiche come con le macchine di messa in onda, un file a 32bit, anche se magari la parte del canale alfa è vuoto, viene rifiutato, e quindi è fondamentale sapere come esportare il materiale nel modo corretto.

Quando si lavora cosa può cambiare se lavoro in uno spazio colore più ampio?

Il discorso è molto semplice, se prendiamo una immagine e spostiamo le informazioni di luminosità, da uno spazio a 8 bit a 8 bit c’è il rischio di perdere delle informazioni intermedie perchè non c’è lo spazio corretto dove spostarli. basta confrontare l’istogramma del progetto a 8 bit con quello a 16bit.

confronto correzione colore 8 16bit

L’istogramma della correzione 8bit si vede come diventa frammentato, con diverse frequenze che spariscono e quindi rappresentano informazioni perse durante la correzione delle informazioni mentre nell’istogramma a 16bit queste informazioni vengono conservate perchè esistono più posizioni è possibile mantenere le informazioni anche di fronte ad una manipolazione più aggressiva dei valori.

Anche se poi il risultato finale sarà esportato in un file codificato a 8bit, la sorgente sarà di un file elaborato a 16bit e quindi preserverà meglio le informazioni originali.

Questo è il motivo per cui i software di correzione colore professionale lavorano solo in uno spazio colore a 32bit per canale, in modo che ogni operazione applicata ai colori delle immagini saranno a prova di errore e non ci sarà rischio di degrado causato da limitazioni dello spazio di lavoro.

Quando si lavora con AfterEffects e si manipola il colore, avere uno spazio colore di lavoro a 16bit serve a preservare il materiale durante la correzione colore, se si lavora con Premiere è importante abilitare le spunte “Rendering alla profondità massima” in modo che il calcolo interno delle elaborazioni del colore sia fatto a 32bit e quindi si corregga al meglio e nello spazio più ampio anche se poi andiamo a esportare in un codec usando solo gli 8bit di registrazione finale. DA RICORDARE come premiere, non essendo un programma di post, il calcolo nello spazio più ampio colore lo esegue in presenza di video manipolati da effetti a 32bit, nel caso la sequenza contenga anche un solo filtro a 8 bit, tutto il rendering sarà eseguito a 8 bit e non nello spazio colore a 32bit.

e quindi?

nella normalità si lavora a 8 bit, perchè le fonti medie di dslr, telecamere medie è a 8bit, e quindi solo per l’export di materiale fortemente manipolato lavorare negli a 16bit fa la differenza, mentre se non vi viene chiesto l’export di materiale con caratteristiche diverse, per fare dvd, bluray, file per tv, file per Online (youtube, vimeo, etc), file per messa in onda è a 8 bit, senza canale alfa.


Partiamo … dalle cose sbagliate…

Durante uno dei miei corsi, è nata un’idea, una cosa banale che però non è troppo banale… partire dagli errori invece che dalle cose giuste.
Uno dei miei principi di docenza si fonda sulla presentazione della tecnica corretta di utilizzo degli strumenti, e degli errori classici che si fanno, e come risolverli. Penso che sia troppo facile presentare le cose che funzionano, sempre e comunque, e poi quando uno ha finito il corso e si trova di fronte al computer e al software, quando sbaglia qualcosa, quando dimentica un passaggio o un principio base e accade qualcosa di inaspettato, allora ci si blocca o si perde entusiasmo.
Per evitare questo tipo di problema tendo a far vedere e porto gli studenti a sbagliare, spiegando l’errore e facendo loro correggere quell’errore, in questo modo rimane impresso l’errore e aiuta le persone a non farlo. Ho pensato che sarebbe interessate sviluppare un canale di training all’errore, per aiutare le persone ad affrontare e correggere gli errori classici in determinati approcci di lavoro. Troppo spesso vedo tutorial, articoli e documentazioni errate che trasmettono e diffondo informazioni errate.

al giorno d’oggi, dove tutto è a portata di mano, parlo dell’informazione, è diventato tutto troppo apparentemente troppo facile da raggiungere, e quindi ci si impigrisce, perchè la risposta tipica è “tanto basta che apro google e so quello che mi serve…”

verissimo, anzi sono uno dei primi fautori di google, ma … chi vi dice quali siano le fonti più autorevoli? chi vi dice che le informazioni più diffuse siano quelle corrette o quelle più efficienti per il vostro tipo di lavoro? Non sempre quelle più evidenti sono le migliori, anzi … sono solo quelle più spinte da chi sa fare bene web marketing.

per farvi un esempio parallelo, ho notato come al supermercato ci sia una bibita in lattina, che venduta in singola lattina è più economica che nella confezione da 4… basta guardare il prezzo al litro (scritto molto in piccolo sull’etichetta dello scaffale) e scoprirete che la confezione da 4 costa 20 centesimi in più che prendere 4 lattine separate, praticamente pagate 0 centesimi il cartone che unisce le 4 lattine, lo stesso cartone che strappate e buttate via per metterle in frigo… le informazioni ci sono, ma in grande vedete il prezzo singolo e della confezione, ma non ho visto nessuno leggere il prezzo al litro che rende evidente la differenza di costo tra i due prodotti…


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