Tutto è possibile

Autore: carlomacchiavello Pagina 28 di 39

私はプライムレンズが好きで、私はまだズームのカップルを買ったので..

実用的な光学的な物理的仮定から始めましょう:固定レンズは、ズーム内の焦点同等物よりも平均して質的に優れています。

ズームレンズは平均して「遅い」が、明るさは低いが、しばしば安定し、備品ではめったに見つからず、同じレンズでより多くの焦点を提供できるという利点がある。

私が最初にいれば、私は何を選ぶべきですか?

私は古い学校なので、始まりは固定レンズから始める方が良いので、低コストで固定レンズを購入することができ、ヴィンテージ、良質、明るい、そしてそれはフレーミングと焦点の文法を教え、ズームではすべてが目の前で盲目になるようです。

しかし、私はズームを持っている場合は?

ズームは、多くの理由から、慎重または偉大な投資の品質を持っている必要があります。良い光学品質ズームコスト、あなたも明るいズームをしたい場合は、コストは、ベースズームの価格の最大10倍上がりますが、あなたが支払うものを持っています。

ズームとは、機械の動きやハンドショットを行う必要がある場合に役立つスタビライザーで利用可能なより多くの焦点(明るい)を持つことを意味します。

なぜ私はそれを買うことができるにもかかわらず、最初にズームインしてはいけないのですか?

ズームを持っているときに学ばない撮影の原則があるので!
実用的な例:
私はヒッチコックから他の人まで非常に多くのマスターが映画全体を作ったレンズ35-50-85mmのハットトリックを持っている、私はショットを作り、35mmをマウントする必要があり、その後、私はカメラを前後に移動して俳優の正しいフレーミングを見つけるために、私はカメラを配置する方法、私は焦点を固定されているので、フレームを構成する方法、内側に何が何であるか、そして何が現場の外にあるのか。
固定レンズは、フレーム内のすべてを維持するためにランダムにズームレバーを動かさないように、考え、決定することを余儀ありません。
固定レンズは、異なる焦点距離が遠近法とその結果最終的な画像を変えるので、どの焦点、したがって私がフレームに適用する外観と美学の種類を決定するために私を導きます。

ズームは何をしますか?

私はスポットに自分自身を置き、私はズーム、レイとスクイーズで遊び、私はフレームの中に必要なすべてを立っている、私は焦点を変更すると、私はフレームの美学を変更しているという事実について考えていない、画面の側面にあるオブジェクトの動きの知覚速度が変化すること、アレッジまたは狭いと離れて. 移動する必要がないようなので、カメラを1つの位置にズームインしてセメントします。焦点性プロパティ

だから、ズームを避ける必要がありますか?

いいえ、ズームは、あなたが私たちと一緒に少ないレンズを持参する必要があるとき、あなたが私たちと一緒に少ないレンズを持参しなければならないとき、あなたが私たちが持っている固定がそうではないとき、焦点を選択する方法を知っているとき、快適です。
もちろん、キット18-55 3.5-5.6からの古典的なズームが100ユーロの費用がかかる場合、17-55 2.8の一定のコスト1200ユーロとしてズーム明るく、より深刻な場合は、良いズームコスト。しかし、それはシャープネス、品質、明るさ、堅牢性で、それらすべてに価値があります。

私は非常に実用的です、撮影を開始する人は、ズームを使用しないでください、選択する方法を学ぶために、フレームを構築するために、フレームを構築するために、常にボタンを押す前に考えるために、それは思考と仕事の素晴らしい学校です。映画について考える場合は、特定の特殊効果を除いてズームすることはほとんど使用されません。

だから、なぜズームを購入します, 特に高価な場合?

  • 私は200ミリメートルで動きの最小値でショットを作らなければならない場合、私は深刻な安定剤が必要なので、そうでなければ、フォローフォーカスのノブに寄りかかって手で単純な呼吸が感じられる
  • 私は、特定の画像を構成するために85と135の間の視点の適切な圧縮を見つける必要がある場合、ズームは私を助けるので。
  • 私は湿度の高い、ほこりっぽい環境で作業しなければならない場合、またはレンズの変更時にカメラの内部に浸透する可能性のある要素で作業する必要がある場合、ズームは私にこれを避ける
  • 私が仕事にザフライ(ドキュメンタリー、ニュースなど)でより多くの焦点を持っている場合、明るいズームは私がレンズを変更することなく速く働くことを可能にする
  • 私は明るさ2.8 PEカバーの必要なすべての焦点を購入しなければならない場合、私はすべてのレンズの安定化を見つけることなく、より多くを費やすだろう。
  • ズームにも利点があります。

では、何を選ぶべきでしょうか?

どちらも、またはより良い、両方を所有する方が良いでしょう. スペース、予算の許可。

個人的に長年にわたって私はプライムレンズの私のセットを作った、ニコンレンズヴィンテージ日本古学シリーズは、私は光の彼らの特定のレンダリングのために好きです、バックライトで完全に光をフィルタリングするのではなく、単にそれを柔らかくし、画像を無菌にし、現代のものとは異なるキャラクターで、最も映画的な使用では、私は古典的な焦点(245-55-55-)から私をカバーするこれらのレンズを使用するように導かれます。
彼らにとって、私は実用性とプラグマティズムのために2.8の一定のズームのペアに参加し、17-55で媒体が押された広角(17mm)から正常(55mm)まですべての焦点をカバーし、70-200 IS II 2.8は押された広角まで他のすべての焦点を完全に完了します。私は移動カメラで安定化を必要とする場所で、私は優れたレンズを持っており、効果的以上に安定していることを知っています。もちろん、これはその価値を持つセットですが、写真家に関しては、マシンが変更され、レンズは通常残っています。


Perchè mi piacciono le lenti prime, e ho comunque comprato un paio di zoom…

Partiamo da un presupposto fisico ottico pratico : le lenti fisse sono in media qualitativamente migliori delle equivalenti focali dentro uno zoom, per minor numero di lenti in movimento, somma di lenti, controllo delle stesse etc etc etc, e possono essere più luminose con un costo comunque contenuto.

Le lenti zoom in media sono più “lente”, meno luminose, ma spesso sono stabilizzate, cosa che nei fissi si trova molto più raramente, e hanno il vantaggio di poter offrire più focali con lo stesso obiettivo.

Se sono agli inizi cosa mi conviene scegliere?

io sono vecchia scuola, quindi per gli inizi meglio partire da lenti fisse, quindi con un costo contenuto si possono acquistare lenti fisse, anche vintage, di buona qualità, luminose, e che insegnano la grammatica dell’inquadratura e della focale, cosa che nello zoom tutti sembrano diventare ciechi di fronte ad essa.

Ma se voglio avere anche uno zoom?

Uno zoom richiede per avere qualità un discreto o un grande investimento, per tante ragioni. Uno zoom di buona qualità ottica costa, se poi magari si vuole anche uno zoom luminoso, il costo sale anche di dieci volte il prezzo dello zoom base, ma si ha quello che si paga.

Per zoom significa avere più focali (luminose) a disposizione con uno stabilizzatore che mi aiuti nei movimenti macchina o se devo fare riprese a mano.

Perchè non dovrei usare uno zoom all’inizio, anche se posso comprarlo?

perchè ci sono principi di ripresa che non si imparano quando si ha a disposizione uno zoom!
esempio pratico :
ho la tripletta di lenti 35-50-85mm con cui tanti maestri da hitchcock ad altri hanno girato interi film, devo fare una inquadratura e monto il 35mm, poi mi muovo con la camera indietro o avanti per trovare l’inquadratura corretta degli attori, sto attento a come posiziono la camera, a come compongo l’inquadratura perchè essendo fissa la focale, ciò che è dentro e ciò che è fuori campo contano.
La lente fissa mi obbliga a pensare, decidere, non muovere la leva dello zoom a caso per far stare tutto dentro l’inquadratura.
La lente fissa mi porta a decidere quale focale, e quindi che tipo di aspetto ed estetica applico all’inquadratura, perchè le differenti lunghezze focali alterano la prospettiva e di conseguenza l’immagine finale.

Lo zoom cosa mi fa fare?

mi piazzo in un punto e gioco con lo zoom, allargo e stringo, e faccio stare tutto quello che mi serve più meno dentro l’inquadratura, non penso al fatto che cambiando la focale sto cambiando l’estetica dell’inquadratura, che la velocità percepita di movimento degli oggetti a lato schermo cambia, allargo o restringo e via… lo zoom impigrisce e cementa la camera in una posizione perchè sembra non esserci bisogno di spostarsi.focallength

Allora lo zoom va evitato?

no, lo zoom è comodo quando si sa bene come scegliere una focale, quando si devono portare meno lenti con noi, quando si ha bisogno di una lente stabilizzata e il fisso che abbiamo non lo è.
Naturalmente un buon zoom costa, se il classico zoom da kit 18-55 3,5-5,6 costa un centinaio di euro, uno zoom più luminoso e serio come il 17-55 2.8 costante ne costa 1200 euro… ma li vale tutti, in nitidezza, qualità, luminosità, robustezza.

Sono molto pragmatico, chi inizia a fare riprese non dovrebbe usare gli zoom, per imparare a scegliere, a inquadrare, a costruire il framing, a pensare sempre prima di premere il bottone, è un’ottima scuola di pensiero e di lavoro. Senza contare che se pensa al cinema, lo zoom tranne per particolari effetti speciali non lo si usa quasi mai.

Quindi perchè comprare uno zoom, soprattutto se costoso?

  • perchè se devo fare una ripresa con un minimo di movimento con un 200mm ho bisogno di uno stabilizzatore serio, altrimenti anche il semplice respirare con la mano appoggiata alla manopola del follow focus si sente
  • perchè se devo trovare la compressione giusta della prospettiva tra l’85 e il 135 per comporre una certa immagine lo zoom mi aiuta.
  • perchè se devo lavorare in un ambiente umido, polveroso o comunque con elementi che potrebbero penetrare dentro la camera al cambio obiettivo, lo zoom mi evita questo
  • perchè se ho bisogno al volo di più focali per lavorare (documentario, news, etc) lo zoom luminoso mi permette di lavorare velocemente senza cambiare lenti
  • perchè se devo comprare tutte le focali che mi servono di luminosità 2.8 pe coprire il 70-200 2.8 spenderò di più senza trovare la stabilizzazione su tutte le lenti.
  • perchè anche lo zoom ha i suoi vantaggi.

Quindi cosa si dovrebbe scegliere?

nessuna delle due, o meglio sarebbe meglio poter possedere entrambi… spazio, budget permettendo.

Personalmente negli anni mi sono fatto il mio set di lenti prime, lenti Nikon vintage serie Nippon Kogaku, che mi piacciono per la loro particolare resa della luce, un singolo coating che in controluce non filtra completamente la luce, ma la ammorbisce e basta, che rende le immagini meno asettiche e con un carattere diverso da quelle moderne, nell’uso più cinematografico sono portato a usare queste lenti che mi coprono dal 24mm all’85mm che sono le focali classiche (24-35-50-85mm).
Ad esse unisco per praticità e pragmatismo una coppia di zoom 2.8 costanti, per coprire col 17-55 tutte le focali dal grandangolo mediamente spinto (17mm) al normale (55mm), mentre completo il tutto con il 70-200 IS II 2.8 costante tutte le altre focali fino al grandangolo spinto. In modo che dove ho necessità di stabilizzazione con la camera in movimento so di avere lenti ottime e stabilizzate in modo più che efficace. Naturalmente questo è un set che ha il suo valore, ma come per un fotografo, le macchine si cambiano, le lenti normalmente restano…


Pellicola vs Digitale

pellicolaDa anni ci sono contenzioni tra gli amanti della pellicola e del digitale, di come uno o l’altro mezzo sia meglio per riprendere, che il cinema vero è solo quello girato in pellicola, etc etc.

Personalmente sono dell’idea che se il mezzo condiziona la narrazione a tal punto, forse chi usa il mezzo è talmente scarso da far notare la sua carenza registica, di struttura e narrazione da far notare allo spettatore che si usa uno strumento piuttosto che l’altro, e male, visto che lo spettatore lo nota….

edito l’articolo perchè qualcuno che in un modo o nell’altro ha influenzato il mondo della produzione pellicola e digitale ha fatto un discorso interessante…

Interview to George Lucas

Comunque, visto che di solito sono discussioni che dovrebbero essere di natura tecnica, e si portano avanti esempi dei registi che oggi vogliono fare gli elitari usando la pellicola invece che i loro colleghi più “rustici” che usano il digitale come James Cameron, Spielberg, Coppola, Scorsese, Lucas e direi che bastano questi nomi per definire questi strani personaggi che s’incaponiscono nell’ usare il freddo e limitato cinema digitale… che gentaglia… vediamo di capire realmente a livello tecnico quali sono i pro e i contro dei due media.

Quando si parla di pellicola vs digitale si devono portare termini di paragone coerenti, per cui se parlo di una vdlrs devo paragonarla ad 16mm granulosa, non certo ad una s35 80 asa… come quando parlo della Pellicola si deve vedere quale pellicola, quale emulsione e in quali condizioni la facciamo lavorare contro una cinepresa digitale di fascia paragonabile, altrimenti è facile vincere un confronto se metto una Ferrari a fianco ad una utilitaria base col freno a mano tirato.

Partiamo da una premessa tecnico pratica : il cinema è cinema perchè la luce, l’inquadratura, le lenti e tutto l’insieme del processo è curato dall’inizio alla fine, se poniamo una ottima pellicola in assenza di luce o in low light, la si espone male, la si tira come sensibilità, si pone una cattiva lente davanti, viene sviluppata male, la stampa finale viene curata alla buona e il proiettore pellicola non è nello stato di grazia, l’immagine sarà BRUTTA, Granulosa, chiusa, poco definita, insomma non cinematografica.

Se poniamo un sensore digitale di buon livello in condizioni di luce ottimali (come si fa al cinema) avremo immagini cinematografiche di ottima qualità, che mescolate a riprese fatte in pellicola non si distinguerà da essa (succede più spesso di quanto credano i detrattori del digitale, ma non lo sanno).

La pellicola, per come funziona l’emulsione, il suo costo, il metodo (unico) di lavorazione non permette sbagli, per tale ragione chi usa la pellicola la lavora al meglio, e quindi ottiene il meglio delle immagini. Per chi ha dubbi cerchi qualche filmino di famiglia  s8 o 16mm e vediamo se la qualità amatoriale delle immagini viene “salvata” miracolosamente dal fatto che è stata usata la pellicola al posto del digitale, se le immagini sono perfette, le esposizioni magicamente di bilanciano, la profondità delle immagini (non la sfuocatura) appare perchè è la pellicola a fare tutta la magia…

Sono abbastanza stanco di sentir dire che la pellicola è meglio, ha più gamma dinamica (da gente che non sa neanche cosa sia la gamma dinamica) del digitale, che è più naturale (in teoria sarebbe vero ma solo a determinate condizioni, leggere in coda la parte relativa alla visione delle immagini), contro il freddo sistema digitale. Sono due mezzi diversi, ma a seconda delle situazioni, uno ha vantaggi rispetto all’altro.

Vantaggi :

Ripresa in Pellicola :

  • Cambiando il rullo con la stessa macchina si può lavorare con sensibilità diverse reali (nel digitale sono simulate).
  • In caso di lavorazioni in situazioni estreme la pellicola in modalità completamente meccanica può lavorare dove il digitale può fermarsi (freddo caldo campi magnetici etc).
  • La capacità di catturare più o meno contrasto (gamma dinamica) la si può cambiare con il cambio pellicola (nel digitale si deve cambiare corpo macchina).
  • Non esistono problemi legati alla cattura delle immagini in movimento veloce nè distorsioni date dalla lettura delle immagini (alcuni sistemi di ripresa digitale li hanno vedi rolling shutter e simili)
  • E’ uno standard da 100 anni e le regole di lavoro sono consolidate e note, raggiungibili anche dai non addetti ai lavori in brevi ricerche.

Ripresa in Digitale :

  • Si può vedere in real time quello che sarà catturato e rivedere subito esattamente quello che si è catturato in camera.
  • ha un costo leggermente più basso della pellicola per ripresa (a livello professionale con un girato che  pesa 20 giga al minuto per ogni camera, quindi lo spazio su dischi e chi gestisce il flusso dati sono un costo da aggiungere e da considerare).
  • Si possono controllare al volo gli effetti per riprese multiple di vario tipo.
  • Una cinepresa digitale di basso livello, ma ad alta qualità è abbordabile anche da un filmaker, una cinepresa 35mm ma soprattutto la pellicola non lo sarebbe mai.
  • Alcune macchine simulano esposizioni a iso più alti che possono aiutare a comprendere meglio come gestire la scena in post o a riprendere ove non è possibile (Lubesky scelse la Alexa per poter avere un’ora in più di luce naturale per The Revenant).
  • Sul set si possono generare copie identiche del negativo digitale, per ovviare ai rischi di danneggiamento o perdita delle riprese, cosa non possibile con la pellicola

La gamma dinamica della pellicola

Quelli che vedete qui sotto sono range dinamici pubblicati o stimati di pellicola e dispositivi digitali. Naturalmente si parla della capacità migliore di cattura dell’immagine nella situazione migliore, ma se non ci sarà abbastanza luce, se non saranno riempite correttamente le ombre etc, la gamma dinamica si riduce notevolmente.

Tmax 400 film (0.58 CI)                           3.4d    19.5 stops      Pellicola fotografica bianco e nero
Tmax 100 film (0.58 CI)                            3.0d    17 stops         Pellicola fotografica bianco e nero
Tri-X 35mm film (0.58 CI)                       2.4d    13.5 stops      Pellicola fotografica bianco e nero
Tri-X 35mm film (0.75 CI)                       2.4d    10.5 stops      Pellicola fotografica bianco e nero
Kodachrome 25, 64, 200 (1.4 gamma)  3.7d    8 stops            Pellicola fotografica colori
Ektachrome 100 (1.4 gamma)                 3.4d    7.5 stops         Pellicola fotografica colori
KODAK VISION3 500T Color Negative Film 5219 / 7219     14-15 stops pellicola cinematografica
Human eye (no iris change)                    150:1    7 stops
Arriflex Alexa, Alexa 65, Amira                           14 stops
Red Scarlet, Raven, Epic, Weapon                     16,5 stops
BlackMagicDesign Cinema Camera                   14 stop
BlackMagicDesign Cinema Camera 4K             13 stop

Come si può vedere tra la pellicola cinematografica classica e le cineprese digitali di alto (red e arriflex) e basso (digital bolex, kineinfinity e Blackmagic) non ci sono delle differenze reali, ma al contrario siamo esattamente nello stesso range, addirittura diverse red hanno un range ancora più ampio. Questo non significa che il digitale sia meglio della pellicola, ma semplicemente possiamo ottenere gli stessi risultati.

Perchè la ripresa in pellicola sembra sempre migliore del digitale?

ghostbustersse si pongono i due media nella stessa condizione di catturare la stessa luce, queste macchine lavoreranno nello stesso modo e vi daranno la possibilità di catturare la stessa immagine, quello che di solito capita è che la pellicola costa, e nessun dilettante può permettersi di giocare con 16 o 35mm quindi quel tipo di cinepresa lavorerà in situazione professionale con persone che sanno usare, esporre, gestire la pellicola per farla rendere al meglio, mentre il digitale con i suoi teorici automatismi da l’illusione che chiunque noleggi una red per un giorno possa tirar fuori delle immagini cinematografiche, senza curare luce, contrasto, scenografia costumi, trucco etc…

Il digitale rispetto alla pellicola non è uno, ma tanti modi di catturare le informazioni e se non vengono catturate tutte (raw o almeno in log a 10bit) bisogna saperle trattare e gestire per evitare la nascita di difetti, artefatti o castrature varie alle informazioni originali, e questo causa poi cattive recensioni alle macchine e al digitale di per se. Chiunque ha dubbi suggerisco di fare una semplice prova, si compri un rullo di 16mm e affitti una buona arriflex, una coppia di lenti 35-50mm zeiss e faccia una prova di ripresa in basse luci, la faccia sviluppare e vediamo se è la pellicola a fare il miracolo o è la bravura del direttore di fotografia a far catturare tutte le informazioni necessarie.
Diciamo che la visione della ripresa in pellicola è migliore della visione digitale, che forse è la grande differenza in cui si percepisce molto meglio tutto il risultato.
Inoltre la grana della pellicola offre una particolare percezione dell’immagine, che essendo diversa da un fotogramma all’altro non è direttamente percepibile dal cervello, ma ha una struttura organica piacevole che “amalgama” l’immagine, che non è replicabile con la semplice applicazione della grana in post, che spesso è statica o non proporzionale alla luminosità dell’immagine come con la pellicola.

La visione delle immagini Pellicola vs digitale

occhio

è fondamentale fare un chiarimento per il quale pur preferendo girare in digitale preferisco la proiezione in PELLICOLA :
quello che cambia è la percezione delle immagini e non il mezzo con cui le catturiamo a fare la differenza.

parliamo di come il nostro occhio vede il mondo reale :
la luce viene catturata dal nostro occhio, il cervello in micromillesimi di secondo apre e chiude la pupilla dilatando o no l’iride per recepire un maggior numero di informazioni, in pratica quello che Paul Devebec ha inventato negli anni 90 con le fotografie stratificandole per creare una HDR, l’occhio umano lo fa da milioni di anni, perchè l’occhio umano di per se ha la capacità di percepire una gamma dinamica più limitata, ma dato che in microsecondi aggiusta “l’esposizione” passa da circa 7 a 100 stop di gamma dinamica.

Quando un occhio percepisce un’ immagine questa si imprime sulla retina per un periodo X che si chiama persistenza retinica, questo periodo è diverso a seconda delle persone, il valore medio è quello che permette a tutti di vedere 24 fotogrammi al secondo e percepire il movimento corretto e fluido.
Quando si vede una immagine da pellicola il proiettore compie una azione ben precisa :
1/48 mostra l’immagine proiettata sullo schermo, 1/48 chiude il fascio di luce per passare al fotogramma successivo.

Questa alternanza tra luce e buio veloce fa si che l’immagine persistente sulla retina si abbassi come luminosità prima dell’arrivo della successiva, e si fonda con la successiva creando una alternanza più piacevole e quindi il movimento, il cambio d’inquadratura e tutto il resto funzioni meglio. Non a caso il sistema di visione principale della televisione nasce come interlacciato per fondere i fotogrammi tra di loro e dar loro maggior fluidità.

La proiezione digitale comporta invece una alternanza dei fotogrammi senza lo spegnimento tra un frame e l’altro e questo fa si che l’immagine sia si più luminosa, ma mancando questo processo di alternanza della luce le immagini possano più facilmente presentare effetti stroboscopici o problemi negli stacchi. I nuovi proiettori digitali come le nuove cineprese (arriflex) ripresentano il principio dell’otturatore a farfalla che mima questo processo, anche se non necessario come per la pellicola, ma fondamentale per i risultati di visione e percezione corretta delle immagini.

Se si riprende in digitale e si proietta in pellicola si ha la certezza che per quanto possano rovinare la pellicola o sottoalimentare la lampada colori e tutto il resto saranno abbastanza fedeli al progetto originale, mentre oggi come oggi i proiettori digitali potrebbero essere manipolati e ulteriormente mal tarati come luminosità etc da fare più danni alla proiezione, senza contare che chi ha comprato un proiettore digitale con i vari incentivi statali nel 2009 (lancio di Avatar e il 3d) di sicuro oggi non spende soldi per cambiarlo con uno con otturatore a farfalla solo perchè si vede meglio, anzi facilmente sottoalimenterà la lampada, come si faceva con i vecchi proiettori a pellicola, per farla durare di più perchè ha un costo, e tanto la media degli spettatori non se ne accorgono … come non si accorgono di immagini tagliate sopra e sotto perchè proiettate con aspectratio sbagliato, colori sbagliati, audio sfasati e mille altri problemi.

Un tempo si aveva l’idea che creare un DCP (Digital Cinema Package) fosse un modo per creare una immagine del proprio film che tutti avrebbero visto allo stesso modo, purtroppo è vero fino ad un certo punto perchè si deve avere un proiettore tarato al meglio, correttamente tarato per schermo e distanza, lampada alimentata al 100% e schermo in scotchlite o equivalente moderno che restituisca in modo lineare la luce, altrimenti i risultati saranno x e quindi nuovamente avremo dei Delta di differenza sul contrasto, sulla luce, sul colore delle immagini.

Pellicola verso digitale o forse formato contro formato?

personalmente preferisco usare il mezzo che mi piace di più, che mi offre libertà creativa espressiva, quando ho iniziato a fotografare in pellicola più di 35 anni fà (ho iniziato da molto piccolo) ottenevo alcuni risultati, e all’epoca da dilettante credevo a chi mi diceva che per ottenere mezzi migliori si doveva cambiare la macchina fotografica, perchè ci voleva la macchina fotografica professionale, poi a 18 anni mi fu regalata una ottima reflex dai miei genitori, e ci fu un piccolo salto in avanti, ma non ottenevo quello che volevo, eppure avevo la macchina, avevo la pellicola…

con la pellicola, con i suoi costi, ho imparato ad inquadrare meglio, a gestire meglio l’attimo e catturare il momento, ma non ottenevo quello che volevo.
con il digitale, con la sua immediatezza ho imparato a illuminare meglio, a gestire in manuale la camera, e ottenere quello che volevo … scattando in pellicola, perchè all’epoca il digitale era più limitato come gamma dinamica, dettaglio e controllo delle immagini.

da qualche anno il digitale offre le stesse potenzialità della pellicola ma con tanti vantaggi, per cui chiunque voglia lavorare al meglio con il digitale o con la pellicola ha la possibilità di scegliere, sapendo quali sono i vantaggi di uno o dell’altro media.

Naturalmente come nella pellicola ci sono tanti formati a partire dal 8 e super 8 fino al 70mm e imax, anche nel digitale abbiamo formati low end e high end, quindi quando si vorrà fare un confronto, non si deve pensare di confrontare il 35mm cinematografico con la videocamera hd di scarso livello, ma si deve paragonare il materiale di pari livello, altrimenti è inutile.

Comunque per i fautori del digitale vs pellicola, vorrei ricordare che la pellicola per essere di alta qualità e definizione deve lavorare a bassi iso, infatti kodak basa la sua produzione principale su pellicola CINQUANTA iso, se proprio vogliamo spingere nel low light troviamo la splendida VISION3 500T Color Negative Film 5219/7219 della Kodak, una emulsione eccezionale che si può esporre a 500 senza timore di tirar su grana o altro, con una ottima risposta nelle alte luci, con un trattamento che riduce fortemente la presenza di grana visibile, ma che nelle condizioni dove il digitale di solito si spinge molto oltre, richiede luce, tanta luce… cosa che di solito i fautori della pellicola dimenticano, perchè tanta luce non è solo un problema logistico economico, ma anche di gestione a livello pratico, per nascondere le luci, per gestire i movimenti camera etc, quindi appannaggio solo di un certo tipo di film, di genere e budget.

La pellicola NON ESISTE a 12.800 iso… la pellicola cinematografica men che meno, questa è la più sensibile, ma in media si lavora tra i 250 e gli 80 iso, e la si deve trattare bene. Andrew Laszlo (famoso DoP), prese l’abitudine di tirare (forzare nello sviluppo) la pellicola per determinati film, per dare più l’idea di riprese documentaristiche per film come i Guerrieri della Notte, Rambo, I guerrieri della palude silenziosa; scelte fatte a priori, non come oggi che si fa tutto in post, perchè all’epoca non si poteva, o si partiva in un certo modo, o non si otteneva quel risultato.

Ma la pellicola non fa la magia?

kodak s8Di recente Kodak ha deciso di rilanciare la pellicola s8, con una cinepresa con ausilii digitali, per gli amanti del genere.

Sono curioso di vedere i risultati di questo esperimento, Kodak vi aiuta vendendo una cinepresa semi amatoriale con LCD FullHD per vedere le immagini che state per riprendere, farà una scansione della pellicola che farete sviluppare, che vi fornirà con lo sviluppo del prodotto.

Sono curioso di vedere quanti compreranno per 750 $ una cinepresa s8 come quelle che si possono comprare usate a 50$, che registra su una cartuccia di pellicola il video, e l’audio su una scheda SD.

Ogni 3 minuti di ripresa tra acquisto cartuccia, sviluppo e scansione digitale COMPRESSA costa solo 80$. Poi si deve mettere a sinch con audio, perchè la card SD non si manda al laboratorio.

Il tutto per un prodotto che sarà tra sd e hd, perchè anche la scansione non compressa di una pellicola s8 da 50 asa non ha abbastanza linee per superare un buon 1280×720, non esistono fisicamente i dettagli, e dubito che abbiano pensato ad un meccanismo preciso come quello delle cineprese 16 o 35, per cui le oscillazioni della pellicola in scorrimento muoveranno il piano focale rendendo meno nitida l’immagine…

Si, ammetto sarcasmo, ma è scontato… oggi come oggi ha senso prendere una buona cinepresa meccanica 16mm, per le quali ottiche e meccaniche hanno un senso rispetto alla qualità offerta, ma una cinepresa s8 da quasi 1000$ a 80$ ogni 3 minuti la trovo ridicola…
ho fatto una ricerca veloce, una 16mm seria si trova usata tra i 150 e i 300 euro, una giuntatrice pellicola per 30 euro, se si fa una ricerca lavorare in 16mm costa poco meno del doppio ma con una vera qualità…

Uno dei grandi turningpoint della pellicola sta nel fattore di “devo pensare prima di fare”, ovvero dato che costa e le scelte in camera influenzano tutta la catena, si devono prendere delle decisioni, stabilire stile e risultati, il che fornisce sempre una resa migliore che postprodurre all’infinito, ve lo dice uno che di post ne fa e tanta…

porto di santa margherita ligure di notte

Esempio di shooting a 400 iso

Detto questo la mia cinepresa preferita lavora a 400 iso e illumino, e/o uso le luci per ottenere l’atmosfera che mi interessa, e direi che si possono ottenere risultati interessanti e piacevoli, anzi ammetto di avere una certa repulsione per gli eccessi di capacità luminosa perchè si va oltre le immagini naturali.

Comunque a 400 iso si possono catturare comunque immagini interessanti, e se cliccate sulla foto e vedete il file a dimensione originale ci sono tutti i dettagli che servono, e una sottile grana piacevole da vedere in movimento.

chiudiamo con qualche dettaglio sgradevole della pellicola che nessuno vi dice, ma molto inquietante per chi investe energie e denaro sulla pellicola…

  • la pellicola che voi mandate a sviluppare non è garantita, se accade qualcosa durante un bagno, durante lo sviluppo un acido si degrada o altro, vi verrà restituita da contratto una quantità di rulli vergini pari al girato perso, nulla più… anche se vi chiamate Roger deakins e ci avete messo l’anima (motivo per cui è passato di recente al digitale dopo un incidente occorso durante lo shooting del suo ultimo film dei Fratelli Cohen).
  • se durante la ripresa un elemento anche minuscolo graffia o danneggia l’emulsione voi lo saprete solo a sviluppo fatto, se va bene due o tre giorni dopo, se siete Micheal Bay, quindi magari gli attori sono in un altro paese quando vi accorgete di aver perso il vostro unico ciak buono
  • Avete un unico negativo master, da tenere come sacro, da gestire con l’autoblindo, perchè da quello poi ricaverete il materiale per il film, e finchè non verrà digitalizzato (perchè tanto si passa sempre dal digitale, il taglio negativo si è abbandonato da anni e anni) ne avete uno solo, delicato e a rischio.
  • se la pellicola per una qualunque ragione ha preso caldo, freddo, umido, avete una partita andata a male o altro non vi accorgerete di nulla durante le riprese…
  • la pellicola è molto inquinante e smaltirla inquina l’ambiente non poco…

detto questo ho la mia bella scorta di negativi, pellicole, s8, 16mm in scatole a tenuta ermetica, con gel di silicone per proteggerli dall’umido, che ho digitalizzato per poterli rivedere. La mia Nikon 601 analogica è stata mandata in pensione diversi anni fa, anche se ogni tanto viene riesumata giusto per giocare col bianco e nero, ma trovando sempre più limiti nella pellicola, e interessandomi i risultati e non il mezzo con cui li ottengo, ormai è un oggetto da collezione.

 

 


Un pezzo della mia storia sulla qualità visiva.

Abbiamo abbastanza qualità per i nostri progetti?

Dopo aver cambiato tanti mezzi di ripresa sono approdato ad un prodotto che mi permetterà per qualche anno di lavorare tranquillo, anche ad alto livello. La cosa curiosa è proprio che mentre mi sono stabilizzato con questo mezzo, ho letto tutta una serie di articoli relativi ai vari camera’s peeper che nell’attesa della fantomatica nuova macchina, deprecano cosa possono avere per le mani, prodotti ottimi per raccontare una storia.

Esiste un termine in inglese coniato da Stu, Next camera disorder, che rappresenta bene il concetto : non posso lavorare con il mio attuale strumento, perchè quello che sta per uscire è meglio… non devo sprecare tempo ora con la mia camera/reflex/cinepresa, perchè otterrei risultati di qualità non sufficiente.

videoDifettiOggigiorno sembra che la prossima camera che si comprerà sarà sempre migliore, più risoluta [8k], più sensibile [Sony A7 series], Modulare quindi sarà la definitiva [Axiom], più professionale [cinepresa XXX scegliete voi], quindi si procrastina con la storia…

Ammetto che comprendo la perplessità di alcune persone, di fronte a mille offerte e ad un mercato in continua evoluzione, ma non comprendo la pigrizia… Si vogliono macchine sempre più automatiche e perfette, dove fanno tutto loro, e che costino poco poco, ma allora dove sta l’arte e l’abilità nell’usarle se fanno tutte le cineprese/telecamere/macchine fotografiche?
Non a caso si vedono un sacco di immagini patinate, tutte molto simili, con lo stesso movimento di slider, con gli stessi filtri di post, le stesse lut… le fanno le macchine, [mod provocazione On] quindi i creatori diventano intercambiabili e si possono pagare anche poco, tanto uno vale l’altro [mod provocazione Off].

Senza diventare noiosi, la prima camera che ho usato nel 1990 (si comincio ad essere un master) era una vhs spallare, e la risoluzione effettiva era di circa 200 linee, quindi se avessimo acquisito il materiale digitalmente al max della qualità l’effettiva risoluzione (interlacciata) è circa 320×200 pixel, poi l’acquisizione da vhs decente con tbc si può fare in pal, ma non vedreste nessuna differenza di qualità e nitidezza. Il montaggio si eseguiva facendo almeno un paio di copie [degrado analogico forte] durante il montaggio, e quello diventava il master, che poi veniva duplicato per mandarlo ai rari festival che accettavano vhs 25 anni fà… Eppure la gente con il vhs e 8mm (nastro digitale) girava comunque cortometraggi.

un esempio molto interessante è questo cortometraggio che ha lanciato Robert Rodriguez, e che gli ha permesso di essere conosciuto da molte persone, compreso Quentin Tarantino che vide la brutta copia della copia della copia di questo VHS.

Poi passai con un grande salto ad una MiniDv, dove la risoluzione era realmente 720×576 pixel, molto sporchi [sensibilità intorno ai 800 iso tirata max] e contrastati, e interlacciati. Ma comunque questo non ha impedito la realizzazione di storie, da li poi un salto all’HDV progressivo 1440×1080, e il full HD con le tre ccd e poi le mirrorless panasonic. Butto li qualche cifra di pixel pur sapendo che sono termini relativi, nel mio articolo relativo alle risoluzioni ho fatto una disamina più precisa su quale sia la differenza tra la risoluzione apparente e reale, e come il numero di pixel non sia il reale indicatore di qualità di un prodotto.

Con le mirrorless ho ritrovato il piacere di usare obiettivi a fuoco manuale, il controllo manuale e reale dei diaframmi della camera, lavorare con ottiche fisse, ho usato telecamere che avevano solo metà dei diaframmi dichiarati, mentre oltre una certa cifra i diaframmi erano emulati dall’uso di un filtro neutro che toglieva luce, non cambiando la profondità di campo (e spesso introduceva una dominante verde… mannaggia ai progettisti daltonici).

Oggi sono su una macchina che produce dal fullHD registrato con prores Proxy alla qualità più scarsa fino al 4k raw quando si ha bisogno del massimo della qualità e della flessibilità in post produzione, il tutto con qualche vincolo, perchè nascendo come cinema camera nasce è stata pensata per usi di un certo tipo, per persone che sanno come riprendere e postprodurre il materiale in un certo modo, ma è esattamente quello che cercavo, perchè mi offre il controllo che volevo e una qualità di gran lunga oltre quello che mi serve oggi (con la precedente camera ci hanno girato inquadrature di Madmax, diciamo che con questa si può anche fare di più).

Ognuno di noi ha una sua idea della qualità, poi però la pubblicità, le immagini luccicanti delle pubblicità ci possono far cambiare idea.. forse… o forse sono pensate per farci pensare che non abbiamo abbastanza.. una delle basi della cultura moderna del marketing, far credere di non aver abbastanza per far comprare il superfluo, sempre. Ho scritto una riflessione sul 4k oggi, proprio in funzione dell’inutilità di avere il 4k in tv, sui cellulari e sulle camerine amatoriali.

I miti della qualità

ora stacchiamoci dai sentimentalismi e cerchiamo di capire cos’è realmente la qualità, reale o percepita. quando si osserva una immagine noi percepiamo prima la luminosità e poi il colore, tramite la luminosità percepiamo il dettaglio, la profondità e le distanze tra gli elementi, poi il colore ci fornisce informazioni aggiuntive sugli elementi; questo principio non è digitale, ma analogico, perchè sono così che funzionano gli occhi dell’essere umano, coni per il colore e bastoncelli per catturare la luce, questi ultimi essendo più numerosi e attivi per catturare luce e movimento forniscono il vantaggio.

quindi analizzando una immagine in movimento cosa possiamo indicare come qualità?

  • la risoluzione dei dettagli fini, quindi poter vedere ogni elemento possibile.
  • la capacità di fornire dettagli e informazioni sia in ombra che in luce, come fa l’occhio umano che ha una gamma dinamica molto ampia
  • dei colori percebili NON troppo accesi, perchè se troppo accesi alterano la percezione delle sfumature, e comunque l’occhio umano percependo prima la luminosità e poi il colore, in una immagine troppo satura percepirebbe meno dettaglio, quindi la ritiene meno ricca.
  • riproduzione corretta del movimento veloce, quindi non troppo nitido altrimenti diventa stroboscopico, non troppo mosso, altrimenti diventa illeggibile.

beh in teoria questi sono elementi oggettivi per determinare la qualità, ma basta andare in un centro commerciale e vedere come le persone percepiscano come migliore quello che è l’esasperazione di questi elementi, colori accesi tanto da perdere tonalità perchè vanno in solarizzazione, contrasti e maschere di contrasto esasperati per mostrare una “incisione” di dettaglio che non esiste, ma creando una specie di finto basso rilievo danno l’illusione di tale elemento visto da lontano, funzioni infernali che tolgo e aggiungono la sfuocatura di movimento in funzione della follia dell’ingegnere che ha progettato quei circuiti, convinto che il “SUO” gusto visivo sia quello da imporre al resto del mondo, sicuramente nel 90% non disabilitabile, e così via… tanto da trasformare le immagini cinematografiche in specie di telenovelas brasiliane anni 90…

10 tacche di colorequalche dubbio? bene guardate bene questa PNG, dove ci sono tacche a stacchi di 10 toni tra un colore e l’altro e tra una luminosità e l’altra, a seconda del vostro monitor e della calibrazione applicata, appena voi andate a toccare la saturazione perdete i primi toni da sinistra, ovvero dal 30 al 40% delle sfumature colore della vostra immagine.

Stessa cosa vale per la luminosità dove le parti più scure vanno a perdersi.
Poi ci sono quelli che dicono, si va beh quando visualizzo una tabella di colori, di solito ho immagini ricche di colore…

osservate questa immagine, alzando la saturazione perdiamo due cose fondamentali, il dettaglio tra i pistilli, perchè tutte le sfumature minime diventano uguali e quindi si appiattiscono, e il colore vero, perchè in origine il fiore è tra il rosso e il lilla, ma alzando la saturazione, il blu è già al massimo, quindi alzandosi il rosso si perde l’equilibrio originale, trasformando un colore in un altro.
A dimostrazione che sbagliano quelli che dicono che alzando la saturazione, avendo colori più brillanti otteniamo colori più naturali, dato che accade esattamente il contrario.

saturazione

 


FpS oggi, che scelgo?

Nel mondo del video e del cinema esistono degli Standard, con la S maiuscola, nati su ragionamenti e necessità tecniche ben precise, ma naturalmente ci sono tutte le varianti che nascono per banali ragioni economiche, che comportano problemi e mal di testa a non finire per chi deve utilizzare le attrezzature video e cinema adattandonsi alle “varianti di standard”…

Partiamo dalle basi, quali sono i Frame Rate corretti?

Il cinema nasce più di cento anni fà e superata la fase a manovella, in cui la velocità di ripresa e proiezione era in funzione di chi girava manualmente una ruota, si è stabilizzato sulla velocità di 24 fotogrammi al secondo. Questo valore è nato dalla necessità di trovare il giusto medio tra percepire fluidamente una immagine, e non consumare troppa pellicola (oggi troppi giga) nel riprende, e nel gestire poi il prodotto finale.

24 fotogrammi al secondo proiettati con un proiettore con otturatore (dopo capiremo il perchè di questa puntualizzazione), sono sufficienti per fornire informazioni al cervello umano del movimento continuo, se catturati correttamente.

Quando naque la televisione di doveva trovare un sistema per riprodurre le immagini, utilizzando un “pennello eletronico” che disegnava riga per riga le immagini; si trovò un sistema sufficientemente dettagliato e corretto con la scansione interlacciata. I primi esperimenti di trasmissione di immagine per scansione risalgono ad Alexander Bain tra il 1843 e il 1846 (si parliamo del 1800…), mentre la prima immagine live si deve a Georges Rignoux e A. Fournier a Parigi nel 1909.

200px-John_Logie_Baird,_1st_Image25 Marzo 1925, John Logie Baird fece la prima dimostrazione pubblica di trasmissione di  silhouette in movimento nel departimento di  Selfridge. a Londra.

Per l’epoca la performance del ventriloquo e attore Stooky Bill che parlava e si muoveva fu un passo storico per la trasmissione delle immagini.

Ora facciamo un salto in avanti fino all’origine delle attuali tecniche di creazione dell’immagine, ovvero al 1941 per il segnale in formato americano a 525 linee e il 1944 per il segnale in formato Europeo a 625 linee in Unione Sovietica.

video_modes_progressive_examplePer ottimizzare la banda di trasmissione delle immagini, la televisione nasce con una modalità chiamata interlacciata, ovvero quando vengono catturate le immagini ogni fotogramma viene catturato in due tempi diversi, ovvero per ogni fotogramma prima si catturano solo le linee pari dell’immagine, poi nell’istante successivo si catturano le dispari, poi le pari del fotogramma successivo, e così via.InterlaceScanTV

Questo fa si che i fotogrammi effettivamente si fondono insieme dando una illusione di maggior fluidità, ma in pratica si ottimizza il flusso dati perchvideo_modes_interlaced_exampleè tranne il primo frame, che è fatto di due semiquadri completi, in pratica, i successivi essendo composti dai semiquadri uno ereditato dal precedente, e uno dell’attuale, si cattura e si trasmettono metà delle informazioni dei fotogrammi.

Per disegnare correttamente queste informazioni si deve sincronizzare le diverse attrezzature di ripresa e trasmissione e dato che non esistevano all’epoca dei sistemi di condivisione di certi tipi di dati ad alta velocità si fece la scelta di usare la frequenza della corrente elettrica; per questo motivo sono nati i due standard televisivi con le seguenti caratteristiche :

Pal per Europa, Australia e paesi con corrente a 50 hrz.
Ntsc per America e Giappone con corretne a 60 Hrz.

Queste due diverse scansioni ha fatto si che i due standard trasmettano in due modi diversi :
Pal 50 hrz = 25 fotogrammi interlacciati (50 semiquadri) a 625 linee
Ntsc 60 hrz = 30 fotogrammi interlacciati (60 semiquadri a 525 linee).

Il Pal parte con le Linee Pari (Lower), e l’NTSC parte con le linee Dispari (Upper). Quindi sono due standard molto diversi.

Anche passando all’Alta definizione, si sono mantenute le caratteristiche originali di frequenza di fotogrammi, di ordine dei campi invertito, pur uniformando almeno il numero di linee verticali e orizzontali a 720 e 1080i.

Il numero di fotogrammi è rimasto invariato anche oggi con il digitale perchè anche se non esiste più un pennello elettronico per disegnare le immagini, i televisori hanno comunque degli schermi / pannelli che ridisegnano/aggiornano i fotogrammi con la stessa frequenza, legata alla corrente elettrica perchè lo standard NON PUO’ cambiare, dato che per legge la televisione pubblica (e quindi anche quella privata) deve essere fruita e vista correttamente da chiunque sul territorio italiano, anche con vecchi apparecchi di 50 anni fà. Ed essendo troppo costoso fare una doppia trasmissione di segnale (antico e moderno) siamo ancora legati ad un concetto antiquato di quasi cento anni fà…

Come fare le riprese?

in tutti i modi, compatibili per quello che sarà l’output.

In sintesi :
24 fotogrammi progressivi = cinema
25 fotogrammi interlacciati = Televisione Europa e Asia
30 fotogrammi interlacciati = Televisione America e Giappone

Se mescoliamo qualcosa, vedremo o da una parte o dall’altre dei difetti :

  • frame rate differente tra ripresa e riproduzione = saltini sul video
  • uso di interlacciatura diversa (upper invece di lower) = immagini che sembrano andare avanti e indietro
  • visione di materiale su dispositivo sbagliato = X

perchè all’ultima voce di elenco ho scritto X?

La maggior parte dei televisori Europei supportano la riproduzione (non la ricezione) anche di segnali NTSC a 30 fotogrammi, quindi potremmo anche vedere del materiale realizzato nel modo non Standard per la nostra area geografica, quindi il fatto che vediamo correttamente un dvd o un file non significa che sia standard. Per un periodo è esistito anche uno standard chiamato Pal60, ovvero codifica colore del Pal, ma la frequenza dell’NTSC.

Molti televisori hanno software di lettura e interpretazione delle immagini in movimento che compensano i difetti e gli errori di riproduzione dei filmati quindi potrebbero (condizionale) aver corretto alcune differenze tra standard in modo invisibile.

Quindi se vedo una cosa sbagliata sul computer e giusta sulla Tv è la tv che mi corregge il tutto, e il mio file è sbagliato?

Non è detto. Bisogna sempre considerare che noi utenti pal siamo sfigati, ovvero viviamo in un mondo video pal, 50 hrz, con video a 50hrz, ma vediamo su telefoni, tablet, monitor da computer a 60hrz, quindi vedere un filmato in riproduzione a 25 fotogrammi al secondo su questi dispositivi sarà sempre con interpretazione dei frame e potremmo vedere dei difetti di movimento che non sono presenti realmente nel filmato, ma creati dal player dei filmati…

Quindi se monto al computer come faccio a giudicare?

la risposta è semplice, come ogni montatore serio, l’unico modo per avere una risposta affidabile è vedere su un monitor VIDEO l’uscita del segnale, così che possiamo avere una risposta affidabile su un monitor Video che gira a 50 hrz, altrimenti ogni possibile errore di movimento può essere causato non dal filmato, ma dall’errato adattamento dei 25 fotogrammi al secondo con la scansione a 60 hrz del monitor.

Ma quando riprendo a X fotogrammi al secondo l’otturazione come deve cambiare ?

l’otturazione corretta è N fotogrammi al secondo x2.
Questo valore è nato da 100 anni di esperienza cinematografica dove si è compreso come una otturazione doppia rispetto alla velocità dei fotogrammi è il corretto valore per ottenere la scia di movimento (motion blur) sufficiente per dare l’illusione di continuità di movimento.
Un valore superiore crea un effetto stroboscopico, perchè annulla la sfuocatura di movimento, mentre un valore inferiore crea una sfuocatura di movimento troppo forte e quindi diventa tutta l’immagine troppo mossa.

Perchè allora posso cambiare l’otturazione nelle telecamere e nelle cineprese se devo usare questo valore fisso?

Nell’uso normale delle riprese, per una percezione corretta del movimento vige la regola del FpS x2, ma quando si devono fare effetti particolari, come fare i rallenty in postproduzione, si alza l’otturazione perchè altrimenti non è possibile ottenere determinati effetti o rese in postproduzione.
In casi particolari di riprese notturne con camera fissa, oppure in cui si ha bisogno di gestire movimenti molto veloci, si tende a scendere con l’otturatore, per sfuocare maggiormente e mantenere la fluidità di movimento pur veloce.

L’unica cosa a cui stare attenti sono le luci…. quando si lavora in un ambiente con corrente a frequenza X, le luci, i neon, i pannelli a led etc tendono a lavorare con la stessa frequenza, per cui se uso una frequenza diversa tra otturatore e corrente potrebbe apparire un fenomeno detto Flickering.

Ad esempio se giro in un ambiente 50 hz a 24p (tipico del cinema) c’è il rischio che si creino delle onde in ripresa, stessa cosa se giro a 30 in ambiente 50hz, per cui le diverse cineprese digitali hanno otturazioni speciali per quelle situazioni, mentre le dlsr e le telecamere più amatoriali non li hanno e quindi il risultato è un difetto visivo difficilmente eliminabile.

Se riprendo solo per il web cosa devo scegliere?

il web, lo streaming direttamente sui vari dispositivi lavora tutto con frequenza a 60hrz, quindi in quel caso si rompe la regola del pal e si gira a 30 fotogrammi al secondo PROGRESSIVI, perchè tutti questi dispositivi visualizzano i fotogrammi interi e non divisi per semiquadri e in questo particolare caso è FONDAMENTALE rispettare la regola del fps x 2, perchè ogni tipo di movimento troppo veloce se l’otturatore è più alto sarà scattoso e poco piacevole da vedere. Unica eccezione è relativa alle luci artificiali.

Quindi in conclusione?

Con la maggior parte dei televisori e monitor, nonostante gli 800/1000 mhz vantati, il segnale letto è sempre quello di un 24-25-30 e pochissimi monitor /tv possono leggere e riprodurre filmati a 50-60p reali, quindi riprendere a framerate superiore è utile SOLO per scopi di rallenty in post, non siamo in grado di visualizzarli realmente, il refresh superiore è relativo SOLO a frame generati dal televisore o dal monitor artificialmente, non letti dalla sorgente, e spesso in modo del tutto arbitrario alterando in modo vistoso e negativo il filmato visualizzato.

Serve realizzare un rallenty? massimi fps catturabili al giusto livello di otturazione

Non serve un rallenty?
24 = cinema
25 = emissione televisiva, monitor televisivo Pal (europa australia)
30 = emissione televisiva, monitor Ntsc (USA, Giappone), Computer e Mobile che hanno schermia 60hrz di refresh.

Ricordiamo solo che lavorando con luci artificiali non usare la stessa frequenza della corrente richiede attenzione al flickering di certe luci e ove possibile correggere la frequenza dell’otturazione per evitarlo.


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