Due chiacchiere con una amica regista mi ha dato uno spunto per un articolo sulle lenti e sulle focali, su come andrebbero usate, e in questo caso il condizionale d’obbligo, perchè ci sono regole stilistiche, ma ci sono anche necessità pratiche, per cui … non amando le regole, preferisco fare una disanima più ampia, in modo da capire cosa succede quando si fanno le diverse scelte e quindi quale saranno le conseguenze sulle immagini.
Esistono tanti miti, tante regole, hanno riempito libri su libri su come si usano le lenti e le focali in fotografia e/o in cinematografia, ma spesso si tende a spargere le informazioni in troppe centinaia di pagine, e spesso le persone non sono interessate alla teoria, ma al risultato pratico.
Focale fissa o Zoom?
La prima scelta che di solito si deve affrontare è se prendere delle focali fisse o degli zoom, e le motivazioni sono molto semplici nella scelta.
La focale fissa offre i seguenti vantaggi:
- maggior qualità ottica.
- minor breathing durante il cambio di fuoco (ingresso di aria e leggero spostamento della lente durante il cambio di fuoco).
- maggior luminosità a parità di fascia di prezzo degli zoom.
- maggior robustezza in caso di maltrattamento delle lenti.
- minor numero di lenti per comporre l’obiettivo quindi meno riflessi interni e meno problematiche di riflessi interiori.
- maggior possibilità di essere tropicalizzato.
Offre un paio di svantaggi
- essendo una focale fissa costringe l’acquisto di più lenti per coprire un certo range di ripresa.
- cambiando le diverse lenti è possibile introdurre polvere e detriti all’interno della lente o sul sensore.
- difficilmente posseggono sistemi di stabilizzazione per la ripresa video.
- essendo a focale fissa, costringe a muovere la camera per cambiare inquadratura (il che non è necessariamente un difetto).
Gli zoom contenendo più focali al loro interno offrono diversi vantaggi :
- cambiare la focale non richiede un cambio lente.
- spesso hanno un buon livello di stabilizzazione per le riprese video.
- nelle riprese più “run and gun” offrono il vantaggio di poter essere più versatili senza rischiare di far entrare polvere sul sensore.
Di contro ci possono essere degli svantaggi
- gli zoom spesso offrono meno luminosità degli equivalenti fissi.
- un buon zoom luminoso diventa molto costoso, anche 10 volte uno zoom normale.
- spesso gli zoom se non sono cine, non sono parafocali (vedi fondo articolo).
- gli zoom sono molto più pesanti degli equivalenti fissi.
La scelta dipende dalle proprie necessità e dal proprio budget.
La scelta delle lenti in funzione dell’angolo focale
L’angolo focale è l’angolo visivo che una certa lente è in grado di catturare, questo valore a parità di focale può cambiare, perchè a seconda che la lente sia calibrata dal sensore o no, può esserci il fattore di crop che altera l’angolo focale riducendolo.
Raramente ha senso ragionare con l’angolo focale, perchè comunque si inizierà a leggere equivalenze varie, che alterano la capacità visiva di catturare elementi della lente, ma non conosco nessuno che a occhio sappia dirmi l’angolo focale che gli serve, quindi… è una sega mentale pensare all’angolo focale nella scelta di una lente, mentre è molto più importante pensare alla lunghezza focale, soprattutto perchè nelle equivalenze delle pubblicità non vi dicono a quale serie di errori vi stanno portando.
La scelta delle lenti in funzione della lunghezza focale
La lunghezza focale esprime la distorsione prospettica di una lente in funzione della sua lunghezza, quindi se noi partiamo da un elemento neutro come 50mm, che viene chiamato normale perchè offre la distorsione prospettica dell’occhio umano, possiamo poi scendere o salire per dare maggior spazio o comprimere lo spazio ripreso.
In questa gif animata potete comprendere bene come il cambio di focale cambi completamente la percezione dello spazio, e col salire della focale lo sfondo sembri avvicinarsi al soggetto.
Qui sotto ho riassunto l’effetto delle focali base, poi in realtà a seconda che si usi uno zoom o altri fissi tutti i valori intermedi sono proporzionali come resa tra una focale e l’altra.
L’effetto delle diverse focali si divide in tre componenti :
La resa tridimensionale avviene sia in caso di ripresa statica, che in movimento.
Il movimento camera viene alterato dalla lunghezza focale, più è bassa la lunghezza focale, maggiore è la velocità percepita; maggiore è la lunghezza focale, minore è la velocità percepita nel movimento.
La profondità di campo è influenzata in modo inversamente proporzionale dalla lunghezza focale, minore è la lunghezza focale, maggiore è la profondità di campo, maggiore è la focale minore è la profondità di campo.
- 14mm supergrandangolo che deforma lo spazio, accelera ogni movimento laterale, se usato per soggettive o piani sequenza offre una resa molto forte del movimento laterale.
- 24mm grandangolo che offre maggior spazio e una deformazione della prospettiva.
- 35mm angolo di ripresa maggiore ma non ci sono deformazioni apprezzabili.
- 50/55mm normale stessa resa dell’occhio umano.
- 85mm leggero schiacciamento delle profondità e i piani tendono a sembrare più vicini, ma grazie alla sfuocatura di campo permettono un distacco maggiore tra soggetto in pp e lo sfondo.
- 100mm tele aumenta lo schiacciamento dei piani e lo stacco tra soggetto e primo piano.
- 200mm tele più spinto, amplifica lo schiacciamento tra i piani, utile per dettagli o riprese che si capisca della ripresa da distanza.
Un 17 mm offre una distorsione doppia rispetto ad un 35mm, quindi andrebbe usato in funzione di un maggior spazio di azione, altrimenti l’ambiente e gli elementi tenderanno a distorcersi in modo vistoso, ma se abbiamo la necessità di catturare un angolo maggiore visivo saremo costretti a scegliere una lente in funzione dell’angolo invece che della resa prospettica.
Ci sono autori che amano il grandangolo, per la sua capacità di rendere grottesche le forme e distorcere la realtà, uno di questi è l’ex Monthy Python Terry Gilliam.
Un’altro amante della deformazione grottesca è il francese Jean-
Il recente premio Oscar Emmanuel Lubezki è un altro amante dei grandangolari spinti, in favore della maggior dinamicità che offrono, e contrariamente ai due precedenti autori che amano la distorsione, lui tende ad usarlo in ampi spazi per esaltare e amplificare lo spazio, dando una maggior sensazione di ariosità alle scene d’azione.
Altri autori, come Hitchcock, amano usare la terna classica dei fissi 35-50-85mm per raccontare le loro storie, ma zio Alfred non disdegnava gli zoom per lavorare più rapidamente (forte della sua lunga esperienza di produzione televisiva) e per ottenere effetti particolari come l’effetto Vertigo, che naque su sua richiesta.
Personalmente sono un pragmatico, conosco la resa di queste focali, aggiungo alla terna classica altre focali, scelgo focali sotto il 35mm solo in situazioni particolari, per necessità di ripresa, mentre mi piacciono le focali lunghe per schiacciare le prospettive, per catturare dettagli, o ottenere effetti particolari. Ma se ci troviamo in uno spazio ristretto e la storia richiede di raccontare nell’inquadratura più elementi si deve trovare il modo, o con giochi di specchi (Orson Welles insegna) oppure useremo una lente con una focale più corta del solito, per raccogliere ogni briciolo di elemento nell’inquadratura.
Lenti e zoom fotografici o Cine, quali sono le differenze?
Con l’avvento delle video dslr sono nate tante dicerie, miti e leggende su cosa sia meglio o peggio, il tutto mescolato da quel calderone che è il web 2.0.
Le lenti fotografiche sono nate per la fotografia, quindi con necessità di un certo tipo, anche se usate per il video non offrono esattamente lo stesso tipo di performance.
Le lenti fotografiche offrono un’ottima qualità di ripresa, ma non essendo nate per la ripresa continua spesso mancano delle seguenti caratteristiche :
- breathing, le lenti fotografiche nella maggioranza soffrono di questo fenomeno che per lo spostamento delle lenti interne si dice che “respirino” ovvero entra aria all’interno delle lenti con l’aspirazione di eventuale polvere, ma soprattutto nei cambi di fuoco comporta un leggero movimento, che spesso è fastidioso nelle immagini. Nel caso di lenti fotografiche tropicalizzate il fenomeno è ridotto, ma non annullato, perchè lo spostamento lenti esiste comunque e quindi si evita solo l’ingresso della polvere.
- diaframma cliccato, ovvero il diaframma può essere aperto e chiuso solo in passi ben precisi, mentre una lente cine prevede una manipolazione del diaframma continua, quindi possiamo impostare qualunque frazione di diaframma per trovare la corretta esposizione.
- Parafocale, quando si lavora con gli zoom nella maggior parte delle lenti fotografiche cambiando la focale si deve correggere la messa a fuoco, quindi non si può fare una zoomata e mantenere il fuoco, mentre uno zoom cinematografico sarà parafocale, quindi una volta stabilito il fuoco, rimarrà su tutta la lunghezza focale dello zoom.
(gli zoom broadcast delle telecamere sono normalmente parafocali e fanno parte di una categoria a parte) - robustezza, anche se prodotte con le migliori intenzioni, le lenti fotografiche nascono per scatto singolo e soprattutto essere trasportate con la macchina, quindi la leggerezza è un punto fondamentale, contro la robustezza. L’attacco PL cinema è un aggancio notevolmente più robusto rispetto a quello fotografico, per cui diventa evidente come la lente diventi un tutt’uno con il corpo macchina, in favore di cambi di fuoco e il resto.
Da questa breve disamina diventa evidente come lenti fotografiche e cinema abbiamo criteri di costruzione differenti, per destinazioni differenti.
Questo non significa che non si possano usare lenti fotografiche al posto di quelle cinema, considerato il diverso costo sia di acquisto che di noleggio, è il motivo per cui l’attacco EF (attacco canon fotografico) sia diffuso anche tra diverse cineprese digitali, la cosa importante è conoscere i limiti delle lenti fotografiche usandole in ripresa, e quindi aggirarli o lavorare entro i limiti e sfruttarne tutti i punti positivi.
Quale marchio è migliore?
questa è la domanda più semplice a cui rispondere: nessuno…
Ogni dop ha le sue preferenze, ogni lavoro può richiedere lenti diverse e risultati diversi, ogni regista ha un gusto particolare e quindi può richiedere lenti più “cliniche” o più “morbide”, con più o meno “carattere”, che diano atmosfera o sappiano catturare particolari sfumature di luce. Ci sono amanti delle Zeiss per la loro resa di contrasto mentre altri preferiscono le Cook, più morbide e meno asettiche, altri ancora lenti speciali come le Voitlander, e molte altre ancora, ognuno ha le sue preferenze e condivido le scelte.
La scelta è molto vasta, e oggi ancor di più si differenzia più di ieri, infatti molti produttori di lenti stanno “tornando indietro”, come Cooke che ha deciso di produrre le sue lenti anche senza il coating superficiale per proteggere le lenti dai flare delle luci e ottenere una resa più vician a quella della produzione delle Cook degli anni 60-70, perchè si sta tornando ad un certo gusto ottico visivo relativo a come la luce veniva massaggiata dalle lenti senza coating.
Io stesso a seconda delle situazioni ho preferenze diverse, sono amante delle lenti vintage, ma sono conscio dei loro limiti, quindi ho anche lenti moderne; mi piacciono i fissi, ma ho una coppia di zoom molto luminosi per la loro versatilità. In un mondo digitale dove teoricamente tutto è riproducibile, tornare al concetto che si possa gradire l’uso di un tipo di lente contro un’altro per puro gusto visivo personale ci permette di avere una certa libertà…
Se poi, come un certo Stanley volessimo crearci il nostro parco ottiche, perchè gradiamo quella particolare luce di quella lente prodotta nel piccolo stabilimento tedesco, su progetto di xxx con componenti tedeschi e giapponesi… beh… è il bello del mondo moderno, un giro su uno store moderno, un occhio ai mercatini di ebay su tutto il mondo e la nostra luce potrà essere… unica.